Calcabrina

Enciclopedia Dantesca (1970)

Calcabrina

Vincenzo Presta

. Uno dei diavoli della quinta bolgia (If XXI 118, XXII 133-141); secondo dei dieci scelti da Malacoda e inviati a sorvegliare l'argine sinistro della bolgia; in tale occasione viene alle mani con Alichino, suo compagno, per l'aver questi permesso al Navarrese, pescato poco prima nella pegola da Graffiacane, di porsi in salvo. La zuffa, voluta da C., si conclude con un bagno di entrambi i contendenti nella pece bollente; tocca poi agli altri otto demoni del drappello, sotto la guida di Barbariccia, tirare a riva con i loro raffi gli impaniati. Il nome di questo diavolo, coniato con lo stesso procedimento fantastico-realistico che regola quelli degli altri diavoli, pur se risulta chiaro nei suoi elementi compositivi, non lo è nelle allusioni, ammesso che ne implichi. Gli antichi commentatori, ligi a un loro metodo induttivo di chiarificazione morale, hanno cercato di spiegarlo, convenendo alcuni (Buti, Landino) nell'intendere la ‛ brina ' come la ‛ grazia divina ' e deducendo quindi che il nome stia a indicare " corruzione d'animo " (Buti) insita in chi calpesta la Grazia; altri (vedi l'Anonimo e Benvenuto) nello scorgere nel nome una significazione di nequizia, come di chi è " pratico e saputo " per aver, come si diceva allora, " scalpitate [tante] nevi " (Anonimo). Spiegazioni migliori non offrono i moderni; i quali, pur notando che nel suono stesso del nome v'è come un'allusione alla rapidità di movimento che ha C., si sono limitati a segnalare che il nome potrebbe essere stato coniato dal poeta sulla traccia di qualche nome, cognome o soprannome di contemporaneo: nei documenti toscani dell'epoca, e specialmente fiorentini, è facile invenire, infatti, nomi come Falabrina, Scaldabrina, Lanciabrina (Torraca). Pur se rimasta senza alcun credito, destituita com'è di ogni fondamento critico, è da registrare egualmente l'ipotesi del Rossetti, il quale, intento a leggere in chiave di satira politica i nomi dei diavoli della quinta bolgia, ha creduto di intravedere in C. il fiorentino Maruccio Cavalcanti, guelfo bianco passato ai Neri.

Bibl. - G. Rossetti, Commento analitico (dell'Inferno), Londra 1826-27; A. Graf, I demoni, gli angeli, le Potenze divine, in Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo, Torino 1925; Parodi, Lingua 354; F.P. Lusso, ‛ L'anzian di Santa Zita ', in Miscellanea Bongi, Lucca 1931.

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