BYLLIS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi BYLLIS dell'anno: 1959 - 1994

BYLLIS (v. vol. II, p. 235)

N. Ceka

Nelle mura di cinta, il cui tracciato è più volte caratterizzato da sporgenze e rientranze «a dente», si aprono cinque porte ad arco sormontate da torri; quella principale a Ν comprendeva un cortile fortificato.

L'impianto urbanistico appare di tipo ortogonale (sono state individuate in direzione N-S strade di m 6,40 di larghezza); esteso per 30 ha, comprende la zona residenziale, la zona dell'agorà e quella dell' «euchòrion” (rifugio per la popolazione contadina in caso di guerra). L'agorà è delimitata a E da una recinzione a due ordini. Adiacente è lo stadio, con una gradinata costituita da 20 file di posti, dove si sono rinvenute iscrizioni che recano i nomi - in gran parte illirici - di magistrati la cui carica durava un anno: pritani, strateghi, demiurghi, ecc. Sotto di esso, un ampio vano di forma assai allungata (m 4,20 X 50), coperto a volta, è stato interpretato come cisterna. Non lontano dallo stadio è il teatro: la cavea misura m 80,5 di diametro, mentre la scena è provvista di portico, secondo uno schema che trova confronti a Dodona, Siracusa, Monte Iato, Segesta, Pietrabbondante.

L'impronta greca è a B. alquanto accentuata, sia nell'assimilazione di divinità olimpiche (Zeus, Hera, Artemide), sia nell'architettura e nelle arti figurative, sebbene alcune sculture in calcare abbiano un forte sapore locale.

Colonia romana attorno al 30 a.C., B. adotta la lingua latina almeno in alcune iscrizioni dedicate ad Augusto, Vespasiano, Adriano e Marco Aurelio; un'altra epigrafe, incisa su roccia, parla della costruzione, a spese di Marco Lolliano, di una strada attraverso la regione di Astacia, con partenza dalla Colonia Byllidensium. Nel III sec. d.C. il greco sembra riprendere il sopravvento; nel V, dopo la caduta e l'abbandono di Apollonia, B. diviene il centro principale di questa parte dell'Epiro, nonché sede vescovile. All'età di Giustiniano risalgono quattro iscrizioni, in cui si menzionano ricostruzioni di mura da parte dello stratega Vittorino.

Al primo periodo bizantino appartengono quattro basiliche (la maggiore è lunga 90 m) con pavimentazioni musive. Distrutta dall'invasione degli Slavi del 548, B., dopo un tentativo di ricostruzione, fu definitivamente abbandonata.

Bibl.: N. Ceka, Koinoni i Bylinëve («Il koinòn di Byllis»), in Iliria, XIV, 1984, 2, pp. 81-90; H. Freis, Zwei lateinische Inschriften aus Albanien, in ZPE, LXI, 1985, pp. 224-228; S. Muçai, Bazilika A e Bylisit («La basilica A di Byllis»), in Iliria, XVII, 1987, 1, pp. 167-193; Ν. Ceka, Mbishkrime byline («Iscrizioni di Byllis»), ibid., 2, pp. 49-122.

(Ν. Ceka)