BURUNDI

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

BURUNDI

Salvatore Bono

. Dal mandato belga del Ruanda-Urundi (XXX, p. 200; XXXIV, p. 840; App. III, 11, p. 637) il B., staccatosi dal Ruanda, acquistò l'indipendenza nel 1962. La superficie dello stato è di 27.834 km2, con una popolazione di 3.678.000 ab. (secondo stime del 1974), pari a una densità media di 133 ab. per km2; molto elevato è il coefficiente di accrescimento annuo (2%, media 1963-71). La capitale, Bujumbura, nel 1970 contava 78.800 ab. Il B. è fra i paesi più poveri dell'Africa; circa il 97% della popolazione complessiva trae sostentamento dall'agricoltura e dall'allevamento. Le uniche colture industriali, in massima parte esportate, sono costituite dal caffè (225.000 q nel 1974), dal cotone (22.000 q di fibra e 37.000 q di semi) e, di recente introduzione, dal tè. Gli altri prodotti agricoli servono esclusivamente per l'autoconsumo (frumento, mais, miglio, patate, manioca, batate, banane, ecc.). L'allevamento si basa su 630.000 capi fra ovini e caprini, 760.000 bovini, 30.000 suini. Nel lago Tanganica viene praticata la pesca. Le scarsissime attività industriali sono concentrate nella capitale e sono costituite da modesti impianti per la lavorazione del caffè e del cotone, per la produzione della birra. La rete stradale ha uno scarso sviluppo e i veicoli circolanti ammontano a poche migliaia. A Bujumbura, aeroporto internazionale.

Storia. - Proclamata l'indipendenza (30 giugno 1962), la vita politica del regno del B. fu turbata dal costante contrasto fra la maggioranza Ba-Hutu e l'aristocratica minoranza Ba-Tutsi. Fra il 1962 e il 1966 si susseguirono sette governi, quasi sempre in dissenso con l'Assemblea nazionale dove predominavano i Ba-Hutu. L'apertura, dagl'inizi del 1964, verso la Cina popolare - che fomentò dal B. disordini nello Zaire - fu interrotta improvvisamente nel febbraio 1965. A seguito di un tentativo insurrezionale, che portò all'uccisione di molti parlamentari Ba-Hutu, il re (Mwami) Mwambutsa IV fuggì in Svizzera. La situazione si evolse ulteriormente nel 1966: il figlio del Mwami usurpò il trono con il nome di Ntare V, ma pochi mesi dopo venne destituito dal ventiseienne primo ministro M. Micombero che assunse il potere affiancandosi un Comitato nazionale rivoluzionario (nel 1971 fu costituito un Consiglio supremo della rivoluzione). Nuova grave crisi nel 1972: dopo un tentativo di colpo di stato reazionario, connesso al rientro nel paese del deposto Ntare V, che venne ucciso, Micombero insaturò un più duro regime militare, orientato a sinistra (l'influenza cinese si era invero riaffermata da qualche anno, pur se il B. aveva rafforzato i rapporti con il Belgio e in genere con l'Europa occidentale). Il contrasto tribale si riaccende: i Ba-Hutu insorgono, aiutati da paesi vicini, ma i Ba-Tutsi reagiscono con altrettanta durezza; si calcolano da 100 a 200.000 morti e 100.000 profughi in Tanzania, Zaire e Ruanda, elemento potenziale di frizione con quegli stati. Al contrasto fra le due grandi etnie del B. si aggiunge quello fra i gruppi BaTutsi del nord e quelli del sud, che per lo più detengono le cariche governative e pubbliche. Il duro governo militare di Micombero (rieletto capo dello stato nel 1974) non sembra capace di realizzare una migliore integrazione nazionale né di superare le difficoltà economiche (il paese registra uno fra i redditi pro capite più bassi del mondo).

Bibl.: R. Lemarchand, Rwanda and Burundi, Londra 1970; T. Nsanze, L'édification de la République du Burundi, Bruxelles 1970; G. Mpozagara, La République du Brundi, Parigi 1971.

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