BRUNSWICK

Enciclopedia Italiana (1930)

BRUNSWICK (ted. Braunschweig; anticamente Bruneswick, Brunswyk, Brunonis Vicus, dal nome d'un principe del sec. IX, figlio del duca Ludolfo di Sassonia; A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Paul MEIER
Walter HOLTZMANN
Arrigo LORENZI

Capitale dello stato (Land) omonimo (v. appresso), è città che ha risentito in modo notevole dello sviluppo industriale e commerciale tedesco. A 70 m. sul livello del mare, al centro d'una fertile pianura, che costituisce un importante distretto agricolo, Brunswick è in pari tempo all'incrocio della strada che da Augusta, Norimberga, Erfurt conduce ad Amburgo con quella che da est a ovest (quindi da Magdeburgo a Hannover) segue i declivî delle ultime colline tedesche. Questa condizione, che è stata la causa principale della sua passata grandezza, è ora meno favorevole perché come centro ferroviario è stato preferito Magdeburgo, che si trova sull'Elba. Brunswick migliorerà certo la sua posizione dopo l'apertura del Mittellandkanal, che unirà l'Elba al Weser.

La città antica è circondata dall'Oker che si divide in due rami e costituisce la fossa (westliche und östliche Umflutgraben) delle sue fortificazioni; questa era accompagnata da una serie di bastioni che nel 1797 sono stati trasformati in passeggiate e in vie della città. La città ha piano irregolare perché (secondo la divisione che risale ancora a Enrico il Leone, 1139-95) essa constava di 5 parti: Altstadt, Neustadt, Altewick già esistenti e Hagen e Sack di nuova fondazione. Caratteristica della parte centrale della città (veramente bisogna parlare di almeno due centri: l'antico, con l'Altstadt-markt e il Kohlmarkt, era all'incrocio delle vie antiche; il moderno si è spostato più a est, presso la piazza del Duomo e la ricostruzione moderna del palazzo Dankwarderode: Rodung = dissodamento) sono circa 900 case, sia gotiche sia del tardo Rinascimento, i cui tetti imponenti, irregolari, inclinatissimi, con forte aggetto, ricchi di comignoli e pinnacoli fanno di Brunswick una delle città che hanno conservato maggiormente le impronte del passato (v. oltre). Invece di là dall'Oker, specialmente a ovest e a est, sono sorti i nuovi quartieri della città; la parte industriale (costruzione di macchine, lavorazione della iuta) ha trovato posto specialmente a sud-ovest. L'aumento numerico della popolazione ha portato la città dai 23.000 ab. del 1830, ai 60.000 del 1871. Nel 1890 erano già 100.000, nel 1910 avevano raggiunto i 140.000. Nel giugno 1921 ne furono contati 144.788, di cui 10.000 cattolici e 800 ebrei.

La città ha buone case editrici e una scuola tecnica superiore.

La fiorente e intensiva agricoltura e l'allevamento contano rinomate specialità locali come gli asparagi, dolci di miele, salsiccie di cervella (Schlackwurst) e la Mumme, sorta di birra così chiamata dal nome del birraio che la diffuse (1492).

Un interessante panorama complessivo della città si vede dal Windmühlenberg, piccola collina posta presso il Löwenwall: oltre l'Oker si vede da essa anche il cimitero (Magni Friedhof).

Bibl.: Kettler, Über die geographische Lage der stadt B., in Zeitschrift für wissenschaftliche Geographie, I, 1880; Hänselmann, Geschichtliche Entwicklung der Stadt B., Festschrif für Naturforschersammlung, 1897; Banse, B., in Die neue Geogr., I, 1923; Knoll, B. und Umgebung, Brunswick 1901; Steinacker, Führer durch B., Brunswick 1892.

Monumenti. - La città di Enrico il Leone (v. sotto) conserva di quella sua epoca una serie di chiese importanti. Nel castello di Dankwarderode è il duomo, terminato nelle sue parti essenziali nel 1198: è una basilica romanica, tutta a vòlte, cui furono aggiunte sul lato meridionale una navata gotica, costruita prima del 1346, e sul settentrionale, nel 1474, due navate in fiorito stile gotico (il campanile, incompiuto, è del 1300 circa). Nell'interno del duomo sono notevoli le pitture romaniche del coro e del transetto; il crocifisso ligneo dell'Immervard (fine sec. XII), che deriva dal Volto Santo di Lucca; il candelabro a sette braccia (fine del sec. XII); la tomba di Enrico il Leone e della sua consorte (1230 circa). Sono strettamente affini al duomo le parrocchiali di S. lxartino, di S. Andrea e di S. Caterina del 1200 circa, che furono poi modificate nelle due navatelle, ricostruite uguali per altezza e larghezza alla navata maggiore. Allo stesso tipo architettonico, con tre navate di uguale dimensione, appartengono le chiese di S. Magno (1250 circa), di S. Pietro (sec. XIV), quella di S. Egidio (1278-1478), il cui convento benedettino è della fine del sec. XII, e finalmente la Brüdernkirche (1343-1451). La chiesa di S. Martino è notevole per la decorazione dell'esterno del transetto (1320 circa) e per il magnifico arredamento barocco, dovuto sopratutto a Jürgen Röttger e ad Anton Detlev Jenner. Presso S. Andrea è la Liberei, antica biblioteca, in mattoni (1422). La chiesa cattolica di S. Nicola, costruzione barocca di Hermann Korb, fu consacrata nel 1712.

Sono dell'età di Enrico il Leone la rocca Dankwarderode, restaurata nel 1887 e il celebre leone in bronzo del 1166, emblema della città (v. animali nell'arte, tav. XC). Il palazzo comunale della città vecchia, formato da due ali ad angolo retto, fu costruito tra il sec. XIV e il XV: ha due piani in bei loggiati con statue di principi sassoni; in prospetto una fontana in piombo (1408). Il palazzo dell'arte della lana (Gewandhaus), la cui parte centrale k del 1250, mostra successivamente ampliamenti del sec. XVI.

La scuola di S. Martino (1593) ha un bel portale. Delle costruzioni principesche o pubblîche vanno ricordati la Kammer del 1764 e il municipio della città nuova (1766) costruito in stile classicheggiante da E. W. Horn, il piccolo castello Richmond, opera di K. C. W. Fleischer (1768), il castello dei principi (Residenzschloss) e la stazione ferroviaria (1846) di Karl Ottmer. Le più antiche abitazioni private sono le cosiddette Steinkemenaten, composte di tre ambienti; cantina, pianterreno e primo piano (sec. XIII-XIV). Numerosi sono gli edifici costruiti in legno e muratura dal 1430 in poi. Sono essenzialmente costituiti da un grande atrio con ingresso dalla strada e dalla corte, intorno al quale sono disposte le camere del pianterreno, seminterrate, e quelle del mezzanino; tutti gli altri piani, l'uno sporgente sull'altro, servivano da magazzini; ma furono in seguito anch'essi adibiti ad abitazione e quindi le soffitte trasformate in granai. Intagli di porte, mensole, travi, in ogni casa differiscono secondo l'epoca e il costruttore, i più antichi aderendo meglio agli scopi della costruzione lignea, gli altri sempre più liberi. Il massimo della ricchezza decorativa è nella casa Huneborstel (Burgplatz, 2 a), del 1536, forse opera di Simon Stappen. Accanto alle costruzioni in legno e muratura vi sono quelle in muratura nel pianterreno e nel primo piano, in muratura e legno al secondo e altre tutte in pietra. All'epoca barocca e a quella di Luigi XVI risalgono case private con taverne al pianterreno, presso il vecchio mercato (Altstadtmarkt), ed edifici per famiglie patrizie; sono in stile impero la casa Vieweg di fronte alla Rocca, opera di David Gilly (1805), e la villa Horstel (1805) di P. J. Krahe, architetto anche dei bastioni e delle porte della città.

V. tavv. CCXXXVII e CCXXXVIIi.

Bibl.: O. Döring, B., in Berühmte Kunststätten, XXXV, Lipsia 1905; P. J. Meier, B., in Stätten der Kultur, XXVII, Lipsia 1910; K. Steinacker, Die Stadt B., 1924; Meier e Steinacker, Die Bau und Kunstdenkmäler der Stadt B., Brunswick 1926; H. Edel, Die Fachwerkhäuser der Stadt B., Brunswick s. a.; P. J. Meier, B., Berlino 1929; G. Dehio, Handbuch d. deutschen Kunstdenkm., V, Berlino 1928, pp. 58-70.

Storia. - La città era formata in origine di due villaggi distinti, posti di faccia sulle due rive dell'Oker: Brunswick sulla riva destra e Dankwarderode sulla sinistra. Presumibilmente l'origine risale all'epoca delle guerre contro gli Slavi sotto gli Ottoni. La posizione di Brunswick al punto d'incrocio di alcune strade importanti favorì lo sviluppo della città. Sotto Enrico il Leone diventò la città principale della Bassa Sassonia; egli vi costruì un nuovo quartiere, il Hagen, circondò il nuovo complesso di mura, convalidò il diritto civico e introdusse la tessitura di panni. I duchi della casa guelfa nei secoli XIII e XIV perdettero poco per volta ogni autorità nella città, che si arrogò tutti i diritti sovrani. Questo sviluppo fu favorito dal fatto che dopo il 1269, cioè dal momento della spartizione del ducato, la città rimase in condominio di diversi signori. Verso il 1345 questo processo è chiuso; però la città non ha mai ottenuto d'essere dipendente immediatamente dall'impero. Nel sec. XV la città diventò il centro del gruppo di città sassoni della Hansa e raggiunse in quell'epoca l'apogeo della sua prosperità economica. L'introduzione della Riforma nel 1528 e lo scatenarsi di nuove lotte sociali inasprirono i rapporti con i duchi: la vicina Wolfenbüttel divenne la loro residenza (fino al 1753) e fu favorita in rivalità economica con Brunswick. Nel 1671 la città fu conquistata dal duca Rodolfo Augusto; l'amministrazione civile autonoma fu sostituita con un magistrato nominato dal duca e il particolare diritto privato vigente nella città venne abolito.

Bibl.: Per le fonti: Die Chroniken der niedersächsischen Städte, Brunswick ed. da L. Hänselmann, voll. 2, in Chroniken der deutschen Städte, Lipsia 1868 e 1880, VI e XI; Urkundenbuch der Stadt Braunschweig, ed. da L. Hänselmann, Brunswick 1863-1900, I-IV.

Fra le storie della città: O. F. Lachmann, Geschichte der Stadt Braunschweig, Brunswick 1816; H. Schröder e W. S. Assmann, Die Stadt Braunschweig, Brunswick 1841; H. Dürre, Geschichte der Stadt Braunschweig im Mittelalter, Brunswick 1875 (fra le meno antiquate è la più importante).

Repubblica di Brunswick. - Stato della Germania settentrionale che costituì un ducato sino al 1918, ed ora è una piccola repubblica democratica; è quasi completamente circondata dalle provincie prussiane del Hannover a N. e a S., dalla Sassonia a levante, dalla Vestfalia a ponente e confinante per brevi tratti con l'Anhalt a SE. e a ponente con quello che era territorio del Waldeck e ora fa parte della provincia d'Assia. Lo stato, che misura 3672 kmq. e conta poco più di 501.000 ab. (137 per kmq.) in prevalenza luterani, è formato da tre parti principali e da sei più piccole, alcune formanti exclaves alquanto lontani (stato polimerico). Perciò non corrispondono a parti di un'unica regione naturale e non si può parlare di una caratteristica regionale comune a tutte le parti stesse: appartiene infatti al Brunswick una parte del Harz, di cui in complesso il Brunswick occupa 900 kmq., come una parte della brughiera sulla destra dell'Aller. Il frammento territoriale più lontano è quello di Thedinghausen che si trova lungo il Weser, a 130 km. in linea retta dalla capitale e poco a monte di Brema ed è incluso nella provincia prussiana del Hannover. Alquanto meno dispersi sono gli altri ritagli, pure piccoli, dello stato, cioè quello di Bad-Harzburg sul Harz, quello di Bodenburg a mezzodì di Hildesheim, quello, veramente minuscolo, di Ölsburg a occidente di Brunswick e finalmente quello di Kalvörde ad oriente. Queste sono le sei parti minori del territorio brunswickese; le tre maggiori e che dànno allo stato le principali caratteristiche, si trovano a settentrione, a occidente e a oriente del Harz, del quale la seconda e la terza includono qualche tratto nel loro ambito. La parte maggiore dello stato è quella a settentrione, che è formata dai circoli amministrativi di Brunswick, Wolfenbüttel e Helmstedt: è per lo più collinosa, come quella che appartiene al paese antistante al Harz, e raggiunge la massima altezza nell'Elm (Kux Berg 322 m.), boscosa nelle parti elevate, ma distinta soprattutto da un'economia spiccatamente agraria. Tuttavia le industrie non mancano, in relazione con la lignite terziaria fra Helmstedt e Obisfelde e nella città di Brunswick, che negli ultimi anni ha raggiunto un grande sviluppo industriale.

La parte occidentale è formata dai circoli di Gandersheim e Holzminden. Essa si stende a occidente del Harz, sino alle rive del Weser, è attraversata dal fiume Lenne e appartiene alla regione naturale delle alture del Weser distinta dalle "pieghe sassoniche": a questa serie di rilievi appartengono particolarmente l'Ith (426 m.) e il Hils (404 m.).

La parte di SE. forma il circolo di Blankenburg e appartiene al Harz.

Considerando lo stato nel suo complesso, potremo osservare che dall'essere formato da parti così eterogenee risultano alcune particolarità economiche. Il suolo è resistente nel Harz e nella parte ad E. e a SE. della città di Brunswick, più facile alla lavorazione nella parte occidentale fra la Lenne e il Weser e nella parte più a NE, lungo l'Aller. La bieticoltura, la coltivazione degli ortaggi intorno a Brunswick e Wolfenbüttel sono le caratteristiche agrarie. Importanti le ricchezze del sottosuolo (argento, piombo, rame e ferro nel M. Rammelsberg, sali potassici). La produzione di conserve alimentari, di zucchero e di carni, la manifattura di tabacchi, le fabbriche di prodotti chimici, di macchine, di vetrerie, di carta, la lavorazione del legname, sono le industrie piìi importanti e la loro sede è la stessa città di Brunsvick.

Bibl.: Banse, B., in Die Neue Geographie, 1922; Knoll e Bode, Heimatkunde des Herzogstum B., Brunswick 1891; P. J. Meier, Niedersächsischers Städteatlas, parte 1ª, 2ª ed., Brunswick 1926 (Veröffentlich. der Histor. Kommission zu Hannover); K. Steinacker, Die Stadt B., in Historische Stadtbilder, Stoccarda 1924; F. W. R. Zimmermann, Die Bevölkerungszunahme und Bevölkerungsdichtigkeit des Herzogstum B. in 19. Jahrhundert, in Beiträge zur Statistik des Herzogstum B., Brunswick 1903, fasc. 17.

Storia. - L'attuale stato di Brunswick è l'ultimo avanzo degli stati guelfi della Bassa Sassonia. Costituì una parte dei territorî della casa ludolfingica, poi appartenne al ducato dei Billunghi, eretto da Ottone I. Sul finire dell'era degl'imperatori sassoni e in quella degli imperatori franco-salici, i diritti comitali nei territorî che attualmente formano il Brunswick, passarono alla casa dei Brunoni, forse con la famiglia dei Ludolfingi (Ottoni). Le proprietà di questa e di altre case sassoni passarono, per diritti matrimoniali, all'imperatore Lotario III di Supplinburgo (1125-1137) e per il matrimonio dell'unica sua figlia Gertrude con Enrico il Superbo, vennero nelle mani della casa guelfa. Enrico il Leone, caduto in disgrazia (1180), conservò, ma solo come proprietà privata, i beni allodiali di sua madre Gertrude; questi costituirono il nucleo degli stati guelfi. Ottone il Fanciullo (1213-1252), nipote di Enrico il Leone, riunì tutti i possessi guelfi nella sua mano e ottenne nel 1235 da Federico II l'investitura e la nomina a principe dell'impero come duca di Brunswick. Il suo tentativo di fondare un potente stato territoriale guelfo nella Germania settentrionale, fu frustrato dalle divisioni ereditarie fra i suoi successori. Il figlio di Ottone, Alberto il Grande (1252-1279) e Giovanni (1252-1277), nel 1267 si divisero l'eredità paterna: Alberto tenne il Brunswick e Giovanni il Lüneburg. Il Brunswick andò ancora ripartito tra i figli di Alberto; il figlio maggiore Enrico (morto nel 1322) fondò la linea dei duchi di Grubenhagen, che ebbe uno sviluppo a sé e si estinse con Filippo II, nel 1596; il secondogenito, Alberto (morto nel 1318), ebbe Gottinga, il terzogenito, Guglielmo, il Brunswick vero e proprio. Ma quando quest'ultimo morì, il B. fu riunito da Alberto alla sua parte di eredità e la residenza del duca passò dalla città di Brunswick a Wolfenbütiel (1308). Il figlio di Alberto, Ottone, resse il ducato fino alla sua morte (1344) anche in nome dei fratelli minorenni, i quali procedettero a una nuova divisione nel 1345; Magno (morto nel 1360) ricostituì il ducato di Brunswick-Wolfenbüttel; Ernesto (morto nel 1367) diede vita per la seconda volta a una linea di Gottinga, che si estinse nel 1437 con la rinuncia di Ottone il Minore (morto nel 1463) a favore della linea di Wolfenbüttel. In tal modo la linea di Wolfenbüttel si affermava come il ramo più fiorente della casa di Brunswick, assai più della linea superstite di Grubenhagen. Si era estinta invece la linea di Luneburg: l'ultimo duca, Guglielmo, aveva dato in sposa sua figlia a un figlio di Magno I di Wolfenbüttel, che premorì al padre nel 1367. Ciò aveva acuita la questione della successione nel Lüneburg. Nel 1370 l'imperatore Carlo IV ne aveva investiti i duchi ascani Alberto e Venceslao di Sassonia-Wittenberg, ma l'investitura non fu riconosciuta dal duca di Wolfenbüttel, Magno II (morto nel 1373). La decisione fu lasciata alle armi; la cosiddetta guerra di successione di Lüneburg finì con la vittoria dei Guelfi. L'intero territorio dei Guelfi, ad eccezione del ducato di Grübenhagen, fu diviso poi tra i figli di Magno II: in un primo tempo Bernardo (morto nel 1434) ottenne Brunswick ed Enrico (morto nel 1416) Lüneburg: ma il figlio di questo barattò le sue terre con lo zio Bernardo, cosicché questo divenne il fondatore della seconda casa di Lüneburg.

Anche la seconda casa di Brunswick si suddivise ripetutamente sotto i figli di Enrico. La ripartizione fatta fra Guglielmo (morto nel 1482) e suo fratello Enrico (morto nel 1473) non ebbe durata, poiché Enrico morì senza figli. Ma già il figlio di Guglielmo, Guglielmo il Minore (morto nel 1503), suddivise ancora le sue terre tra i figli Enrico il Maggiore (morto nel 1514), che ottenne Wolfenbüttel, ed Erich il Maggiore (morto nel 1540), il cui possesso di Kalenberg tornò, dopo la morte di suo figlio Erich il Minore (morto nel 1584) alla linea di Wolfenbüttel; questa si conservò poi indivisa, fino alla sua estinzione, nel 1634.

La Riforma penetrò nel Brunswick già nei primi tempi della predicazione luterana. Favorita dai consigli delle città, fu avversata dapprima dai principi; solo nel Lüneburg fu rapidamente introdotta sotto Ernesto il Confessore (1522-46). Ma il figlio di Enrico, Giulio (1568-1589), accordò piena libertà alla nuova dottrina. Fu il riorganizzatore del paese e nel 1584 entrò in possesso del ducato vacante di Kalenberg: suo figlio Enrico Giulio (1589-1613) vi aggiunse, oltre a parecchi territorî minori, il ducato di Grubenhagen, in cui si era estinto il ramo ducale; ma già nel 1616 lo dovette cedere alla linea di Lüneburg. Morto senza figli il duca Federico Ulrico (1613-34), i suoi possessi caddero nelle mani della casa di Lüneburg, nella quale si procedette a una nuova spartizione. Solo il Brunswick propriamente detto, press'a poco nella sua estensione attuale, ad eccezione di Gottinga e di Kalenberg, divenne possesso di un nipote di Ernesto il Confessore, Augusto il Minore (1634-1666), il fondatore della terza casa di Brunswick, che si estinse nel 1884 col duca Guglielmo.

Con la pace di Vestfalia s'inizia un periodo abbastanza lungo di pace per il Brunswick. Il duca Augusto sanò le piaghe che il paese aveva riportato nelle guerre; elesse a sua residenza Wolfenbüttel e vi fondò la biblioteca. Il figlio Rodolfo Augusto (1666-1704) si associò nel governo il fratello Antonio Ulrico (1685) il quale trascinò il fratello e sé stesso (v. antonio ulrico, duca di brunswick-wolfenbüttel) a una politica ambiziosa, ma non sempre fortunata. ll governo fastoso di Antonio Ulrico (1704-1714) dissestò nuovamente le finanze del paese; i suoi figli Augusto Guglielmo (morto nel 1731) e Lodovico Rodolfo (morto nel 1735) cercarono invano di alleviare gli oneri. Poiché entrambi morirono senza figli, la successione passò al ramo di Brunswick-Bevern, iniziato con Ferdinando Alberto I, ultimo figlio di Augusto il Minore. Il figlio di questo, Ferdinando Alberto II (morto nel 1735), governò appena sei mesi e gli succedette Carlo I (1735-1780).

Con Carlo I, cognato di Federico II di Prussia, la politica del Brunswick segnò altre direttive: il piccolo stato si accostò alla Prussia e per questa tattica poté sopravvivere fino a entrare nel nuovo impero tedesco come stato federale. Parecchi membri della casa di Bevern entrarono al servizio militare della Prussia nelle guerre slesiane, e nella Bassa Sassonia i sudditi del Duca di Brunswick combatterono parecchie volte, con alterna vicenda, al comando del feldmaresciallo prussiano, duca Ferdinando, fratello del duca Carlo. Anche il successore di Carlo I, Carlo Guglielmo Ferdinando, non si scostò da questa linea politica. Dopo la sua morte (10 novembre 1806), avvenuta per ferite toccate nella battaglia di Jena, il paese fu occupato dai Francesi e con la pace di Tilsit (1807) Napoleone lo unì al regno di Vestfalia, di nuova fondazione. Il successore di Carlo Guglielmo Ferdinando, il duca Federico Guglielmo, si adoperò con tutti i mezzi per la liberazione del paese. Si alleò nel 1809 all'Austria e combatté in Sassonia e in Franconia; dopo la sconfitta di Wagram attraversò, alla testa della sua "legione nera" (schwarze Schar), la Germania, passando per Brunswick e Halberstadt, e riparò in Inghilterra. Dopo la battaglia di Lipsia il dominio francese crollò anche nel Brunswick; il duca ritornò, ma cadde il 16 giugno 1815 vicino a Quatre-Bras (Bruxelles), poco prima della battaglia di Waterloo. Lasciò due figli: il duca Carlo II regnò da sovrano assoluto dapprima sotto la tutela del re d'Inghilterra, ma la sommossa scoppiata nel Brunswick nel settembre del 1830, ripercussione della rivoluzione di luglio, lo costrinse a fuggire; morì a Ginevra nel 1873. Gli succedette il fratello minore, il duca Guglielmo, che elargì la costituzione. Nella guerra del 1866 seguì le tradizioni della sua casa a fianco della Prussia; in questo modo preservò il paese dall'annessione. Entrò nella Confederazione della Germania settentrionale e nel 1871 nell'impero tedesco. Il duca morì nel 1884 senza figli; ma Giorgio V, re di Hannover, che avrebbe avuto diritto alla successione, non aveva riconosciuto il nuovo ordinamento della Germania, per cui, nel 1879, era stata emanata una legge con la quale si concedeva alla Dieta di eleggere come reggente un membro di una delle case regnanti dell'impero tedesco; questi fu il principe Alberto di Prussia (dal 21 ottobre 1885). Dopo la sua morte (13 settembre 1906) il duca Ernesto Augusto di Cumberland, figlio dell'ultimo re di Hannover, tentò di far valere i suoi diritti; ma questi non furono riconosciuti dal Consiglio federale. Fu quindi nominato reggente il duca Giovanni Alberto di Mecklenburgo, che abdicò il 31 ottobre 1913. Nello stesso anno Ernesto Augusto, figlio dell'omonimo duca di Cumberland, che allora rinunziò, a favore del figlio, alle pretese sul Brunswick, si unì in matrimonio con l'unica figlia dell'imperatore Guglielmo II e il 1° novembre 1913 assunse il governo come duca di Brunswick. Come gli altri principi tedeschi lasciò il paese per la rivoluzione del novembre 1918; da allora il Brunswick è una repubblica.

Lo sviluppo interno del Brunswick è stato determinato dalle ripetute ripartizioni, che derivavano la loro legittimità dal carattere allodiale del ducato, fondato nel 1235. La storia del Brunswick nel Medioevo è tutta un'interminabile catena di guerre, ostilità, miserie, rapine contro le dinastie vicine, contro le maggiori città del paese stesso, specialmente Brunswick e Lüneburg, e contro le chiese (i vescovadi di Hildesheim, Halberstadt e Magonza). Verso la fine del Medioevo si accentua anche nel Brunswick l'influenza degli Stati: nobiltà, clero e borghesia. I secoli XVII e XVIII sono l'era dell'assolutismo dei principi. La costituzione che il ducato ottenne nel 1819 s'ispirava a quella hannoverana e seguiva piuttosto il sistema della rappresentanza degli stati medievali, anziché di quelli moderni. La calma che regnò nel paese nel 1848 fu dovuta al governo liberale del duca Guglielmo: poi fu riorganizzata l'amministrazione e modificata la costituzione, per cui fu abolito il sistema medievale della rappresentanza degli stati.

Bibl.: V. Löwe, Bibliographie der Hannoverschen und Braunschweigischen Gesch., Poznań 1908. Fra i periodici, v.: Zeitschr. des histor. Ver. für Niedersachsen, dal 1850; Niedersächsisches Jahrbuch, dal 1924; Jahrbuch des Geschichtsvereins für das Herzogtum B., dal 1902; Quellen und Forschungen zur Braunschweigischen Gesch., 1904. Le fonti principali in: Leibnitius (Leibniz), Scriptores rerum Brunsvicensium, voll. 3, Hannover 1707-1711; G. Hess, Monumentorum Guelficorum pars historica, voll. 2, Kempten 1784; Urkundenbuch des historischen Vereins für Niedersachsen, voll. 9, Hannover 1846; H. Sudendorf, Urkundenbuch der Herzoge von B. und Lüneburg und ihrer Lande, voll. 10 (fino al 1406); e l'XI vol. di indici, Hannover 1859-1883; inoltre esistono raccolte documentarie per varie città e regioni del B. Fra le storie generali: Chr. L. Scheidius, Origines Guelficae, voll. 5, Hannover 1750-1780, opera antiquata, ma con numerosi documenti; W. Havemann, Geschichte der Lande B. und Lüneburg, voll. 3, Gottinga 1853-1857; O. v. Heinemann, Geschichte von B. und Hannover, voll. 3, Gotha 1882-1892, che è la principale opera moderna; E. Rosendah, Geschichte Niedersachsens im Spiegel der Reichsgeschichte, Hannover 1927 (da un punto di vista guelfo).

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