Bruno

Enciclopedia Dantesca (1970)

bruno

Lucia Onder

. " Di colore scuro, in varie tonalità sino al nero ": riferito all'onda dell'Acheronte (If III 118; al v. 98 livida), al ramoscello che si macchia di sangue nella selva dei suicidi (XIII 34; cfr. Aen. III 28 " atro liquuntur sanguine guttae "), al color... / che non è nero ancora e 'l bianco more (XXV 65), che si propaga con la fiamma per lo papiro, alla schiera delle formiche (Pg XXVI 34; cfr. Aen. IV 404 " nigrum... agmen", anche detto delle formiche). Più specificamente è riferito, in If XX 107, alle spalle dell'augure Euripilo, brune perché egli è abitante dell'Inferno (Scartazzini: nulla dicono in proposito i commentatori antichi). In contrasto con il chiarore circostante appare bruna / per la distanza (If XXVI 133) la montagna del Purgatorio e l'onda del Lete, limpidissima ma bruna bruna (XXVIII 31) perché scorre nell'ombra.

" Buio ", " tenebroso " è l'aere (If II 1) dopo il crepuscolo, quando la notte ormai si fa fonda e, prima dell'alba, il tratto di cielo, la via (Pg XIX 6) su cui i geomanti lor Maggior Fortuna / veggiono... / surger. Per traslato " oscuri ", " impenetrabili " a ogni conoscenza sono detti gli avari e i prodighi, in If VII 54 la sconoscente vita che i fé sozzi, / ad ogne conoscenza or li fa bruni, in cui è da notare il parallelismo fra sozzi e bruni. L'aggettivo b. richiama l'oscurarsi del volto, segno di turbamento o di irritazione, in Pg XXIV 27 del nomar parean tutti contenti, / sì ch'io però non vidi un atto bruno, " idest, un acto iroso " (Landino); con lo stesso valore di " triste ", " scontento ", in Petrarca Rime CII 11 " la vista or chiara or bruna ".

Sostantivato, s'incontra in tre luoghi del Paradiso. In II 73 quel bruno indica le macchie lunari di cui D. chiede spiegazione a Beatrice (per l'Ottimo: " Dicono che Caino per lo peccato del fratricidio con una incarica di pruni fu messo da Dio nella luna, e che quello bruno che appare nella luna è desso "). La correlazione bianco e bruno compare in senso figurato in XV 51 leggendo del magno volume / du' non si muta mai bianco né bruno: " Iddio... è come libro in che li beati vedono ogni cosa... come nel libro che è scritto non si muta la scrittura, se non si muta lo bianco de la carta e lo nero de lo inchiostro; così... in Dio... non si muta lo bianco ne 'l nero " (Buti). Figurato anche in XXII 93 E se guardi il principio di ciascuno [dei seguaci di Cristo], / poscia riguardi là dov'è trascorso, / tu vederai del bianco fatto bruno, le virtù mutate in vizi.

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