BREMA

Enciclopedia Italiana (1930)

BREMA (ted. Bremen; ricordata la prima volta nel 787 col nome di Bremun: A. T., 51-52)

El. M.
Fr. B.
G. Lu.

Città libera (Freie Hansestadt Bremen) e centro del piccolo stato omonimo (Freistaat Bremen; vedi oltre), è il secondo porto della Germania e, dopo Amburgo, la più importante porta d'entrata e d'uscita del commercio tedesco (1914: il 15% delle importazioni e il 10% delle esportazioni transitava per Brema per quanto riguarda il valore; Amburgo rispettivamente 35 e 40%). Posta sulle due rive del Weser, distante (Kaiserbrücke) 67,9 km. da Bremerhaven e 112,8 dal Mare del Nord (Faro di Rotesand), in una regione bassa e poco fertile, ma di cui a fatica s'intravvede la fisionomia originaria per le grandi modificazioni apportatevi dall'uomo, che ha deviato gli affluenti di sinistra (Wümme, Hamme) del Weser, circondata da sabbie, paludi e località torbose (Marsch, Moor), essa è difesa con lunghe dighe dalle inondazioni del fiume. Tuttavia nel sec. XIX si ricordano 5 inondazioni notevoli; la Deichbruchstrasse allude alla piena del 1830; la Bruchstrasse a quella del 1845.

Brema fu probabilmente in origine città di ponte, essendo quello l'ultimo punto di comodo passaggio del Weser, in corrispondenza d'una stretta: vi transitava una strada commerciale abbastanza importante. La città fiorì di vita propria nel Medioevo, decadde progressivamente dal sec. XVI in seguito all'insabbiamento del Weser, cominciò a risorgere nella prima metà del secolo XIX, non più di vita isolata, ma integrandosi nell'organismo e nello sviluppo industriale e commerciale della nuova Germania. Oltre che dalle facili comunicazioni con l'interno (via fluviale del Weser, pianure della Germania settentrionale) e dall'accresciuta importanza del traffico oceanico, oltre che dal vantaggio di non avere il porto impedito dai ghiacci (Baltico: media annua dei giorni con ghiaccio: Swinemünde 50, Frisches Haff 113), le tappe della rinascita di Brema sono indicate dalle seguenti date: nel 1827-30, in territorio ceduto dal Hannover, è stato creato alla foce del Weser, presso la riva sinistra, il porto di Bremerhaven, accessibile anche alle più grandi navi; nel 1888 Brema è entrata nell'unione doganale germanica e ha costituito un porto franco (proposto nel 1884, attuato dal 15 ottobre 1888); dal 1887 al 1894 fu approfondito il Weser e ritornò possibile alle navi di accedere alla città.

Brema è posta a 53° 4′48″ di lat. N. e 8° 48′ 19″ di long. E. L'influenza del mare sulla temperatura si fa sentire con inverni miti e con estati meno calde che nelle località dell'interno (la media annua è di 8° 73). La pioggia vi cade nella quantità media annua di 689 mm.; i giorni piovosi ammontano a 168 con prevalenza in luglio e aprile; la neve copre la terra in media per 23 giorni all'anno. Vi sono poi in media annualmente 138 giorni nuvolosi e 49 giorni con nebbia. Venti prevalenti sono quelli dell'ovest.

La città è sorta sulla destra del Weser e si estese dapprima tra il Weser e il posto dove è presentemente il Duomo; s'allargò poi verso nord-ovest in modo che, verso il 1200, entro la prima cerchia di mura era contenuta la parte più meridionale di quella che ora è chiamata città antica. Tutta questa è invece contenuta nelle mura costruite nel 1623-6; anche dopo l'abbattimento di esse avvenuto nel 1802 (ingegnere Altmann), ne restano tracce nelle sei porte (Oster-, Bischofs-, Herden-, Ansgarii-, Doven- e Stephani Tor), nei fossati (Stadtgraben) e in una lunghissima strada regolare (Am Wall) che costeggia questi ultimi. Contemporanea alla costruzione delle mura (che difendevano solo l'Alte Stadt) è l'annessione della nuova città (Neue Stadt), situata sulla sinistra del Weser. L'aumento successivo è rapido soprattutto dal 1834-40. Nel 1848 a queste due parti, anteriori al sec. XVIII, furono aggiunti a sud e sud-ovest il sobborgo meridionale e Woltmershausen, a nord Walle e Gröpelingen, ad est e sud-est Schwachhausen e Hastedt. Non molto resta di antico nel nucleo primitivo della città (vedi oltre), specialmente dopo la costruzione di nuove vie centrali (Schüsselkorb, Sögestrasse, Obernstrasse, Hutfilterstrasse, Wachtstrasse, Faulenstrasse) e di nuovi edifici. Divisa, com'è, dal fiume in due parti e allungata in direzione nord-ovest sud-est lungo le rive di esso, Brema ha nel complesso una forma molto irregolare; nei particolari invece, e ad eccezione dell'Alte Stadt, specialmente nei quartieri della sinistra, ha uno sviluppo geometrico regolare. Dato che l'attività industriale si svolge nei sobborghi, la città ha conservato un aspetto quieto e molto pulito.

L'aumento della popolazione è stato soprattutto intenso nel decennio 1901-11. Al principio del sec. XIX Brema aveva appena 25.000 ab., nel 1812 erano 35.000, nel 1855 67.000. Salgono poi a 124.000 nel 1888, a 144.000 nel 1890, a 186.000 nel 1901, e a 252.000 nel 1911. Nel giugno 1925 erano 294.966. Brema è la 17ª città della Germania.

Interessante è il fatto che nel nucleo centrale antico il numero degli abitanti invece di aumentare è diminuito da 21.660 (1880) a 16.400 (1911). Come nelle città americane e in altre città moderne soprattutto commerciali, vi è anche in Brema la tendenza di costituire al centro la città degli affari (city). Anche la Neue Stadt è restata quasi immutata (1880: 12.700; 1911: 13.800). Tanto maggiore appare quindi lo sviluppo delle altre parti della città (queste ultime comprendono 1850 ha. e le due prime 179). La maggioranza della popolazione è protestante; i cattolici sono il 7 per cento.

La vita commerciale di Brema si concentra a nord-ovest della città; ivi è il porto franco, che consiste in una serie di bacini scavati quasi paralleli al Weser; il primo di essi (Freihafen I), costruito tra il 1885 e il 1888 (ingegnere Franzius), è lungo 2000 m., largo 120, profondo 6,8 e fornito di tutte le comodità: esso serve per il traffico europeo; di fianco a questo è stato costruito un secondo grande bacino per il traffico oceanico (Freihafen II); esso è ampio 1720 m. per 100. Questi due bacini sono in diretta comunicazione col fiume; complessivamente il porto franco abbraccia 107 ettari e ha la forma d'un rettangolo coi lati 3100 × 400. Quasi di fronte al porto franco II si trovano i moderni elevatori del grano costruiti durante la guerra; per mezzo di pompe aspiranti e di altri ingegnosi dispositivi è possibile in otto ore far passare dalle navi ai carri ferroviarî da 4000 a 4800 tonn. di grano. Di fianco al porto franco II è invece il porto che rifornisce la parte industriale della città (Holz- und Fabrikhafen), costruito nel 1888-91, lungo 1200 m., largo 95, profondo 6; esso è tutto circondato da magazzini. La grande società Weser ha nelle vicinanze un proprio porto (Werfthafen). Ancora più a nord-ovest c'è un altro porto industriale e commerciale (Industrie- und Handelshafen), formato da un canale lungo 2500 metri dal quale si staccano 5 bacini lunghi da 350 a 1100 m. e larghi 56. Questo porto, che è unito agli altri con una ferrovia, serve soprattutto a una società d'alti forni (Norddeutsche Hütte), alla Weser e alla Vacuum Oil Company.

Difficile è poter dare cifre recenti del movimento del porto perché esso non ha ripreso ancora la sua piena attività e il traffico va soggetto a forti oscillazioni. Negli ultimi anni dell'anteguerra la media annua delle navi arrivate era di 3700-3800 con uno scambio di 4,5 miliardi e un movimento di 3-31/2 milioni di tonnellate. Nel 1926 arrivarono 3320 navi, furono esportate 2.750 mila tonn., importate 2.581 mila tonn. (1925: rispettivamente 1.292 mila e 2.792 mila). La costruzione dei nuovi bacini e i lavori d'approfondimento del Weser hanno fatto perdere a Bremerhaven molta della sua importanza.

Rispetto ad Amburgo, Brema ha lo svantaggio di possedere un retroterra meno vasto e d'esser posta sul Weser che ha condizioni di navigabilità meno buone dell'Elba (1059 km. navigabili contro 3292; il tratto Brema-Cassel, 395 km., può esser navigato da vapori di 350 tonn., mentre il tratto Amburgo-Aussig, 970 km., permette il traffico a vapori di 850 tonn.); ne consegue che essa serve soprattutto al traffico esterno (per questo nel 1910 Brema stava ad Amburgo come 1 : 21/2, mentre per quello interno stava nel rapporto di 1:15).

Grande importanza ha Brema per quanto riguarda il movimento dei passeggeri (media annua anteguerra 113.000), grazie ai servizî regolari e alla comodità dei trasporti. Gli armatori di Brema possedevano navi per quasi un milione di tonnellate (ridotte a 57 mila nel 1919, salgono a 385 mila nel 1922, a 600 mila alla fine del 1925; il Columbus, adibito al servizio Brema-New York, è di 52 mila tonn.).

Le maggiori società di navigazione sono il Norddeutscher Lloyd (fondato nel 1857), la società Hansa (Deutsche Dampfschiffahrtsgesellschaft Hansa, fondata nel 1881), la società Argo (fondata nel 1898 e riunita ora alla Roland), la Nettuno e la Globus. Nel 1914 il 28 per cento della flotta tedesca apparteneva a Brema. Connessi a questa attività sono i già ricordati cantieri Weser (fondati nel 1843; vi sono addetti circa 8000 tra impiegati e operai), che costruiscono anche motori Diesel e locomotive, e l'Atlas Werke, società, per la fabbrica di macchine di navi.

Per il commercio Brema è il più grande mercato di tabacco del mondo; importante è il movimento anche per quanto si riferisce alla lana, ai cereali, al caffè. Collegata a questa attività è l'esistenza d'una ventina d'importanti banche. L'industria è specialmente rivolta a trasformare generi che saranno nuovamente esportati: raffinerie di olî, stabilimenti per la mondatura del riso, fabbriche di birra, alcool, sigari, linoleum; abbastanza importante è anche la tessitura. I quartieri industriali sono specialmente Hemelingen, Blumenthal, Delmenhorst.

Brema non possiede scuole superiori; ha però molte scuole medie e 47 scuole elementari. Notevole è il museo civico (Museum für Natur-Völker-und Handelskunde).

Bibl.: Dünzelmann, Die topographische Entwicklung der Stadt Bremen, in Brem. Jahrbuch, 1888; Biehl, Bremen, eine landschaftkundliche Stadtuntersuchung, Brema 1922; H. Entholt, Bremen, sein Werden und Wachsen bis auf unsere Tage, Brema 1924; Fuchse, Die Freie Hansestadt Bremen in wirtschaftsgeschichtlicher Entwicklung, Brema 1927; cfr. anche l'annuario dello stato libero e quello del Norddeutscher Lloyd.

Siato di Brema. - Lo stato di Brema è il più piccolo dei 18 Länder; abbraccia una superficie di 256,39 kmq. ed è tutto compreso tra la provincia prussiana di Hannover e l'Oldenburgo. Esso consta di tre parti separate; la maggiore, limitata a nord dal Wümme e dal Lesun, a sud dall'Ochtum, è attorno a Brema; le altre due (Vegesack, km. 0,7, ab. 4140; Bremerhaven, km. 8,8, ab. 22 mila) sono sulla riva destra del Weser, in direzione nord-ovest.

La regione, che è protetta da dighe, è poco fertile, bassa, sabbiosa. L'agricoltura vi ha scarsa importanza, ammontando il terreno coltivato ad appena 2000 ettari, di cui il 60% a prati; diffuso è l'allevamento (16 mila bovini, 5300 cavalli, 17 mila maiali). Lo Stato possiede 130 km. di ferrovie e 48 km. di strade ordinarie. Nel 1925 esso aveva una popolazione di 332.547 ab. e quindi una densità di 1321 ab. per kmq.; nel 1871 gli abitanti erano invece 122.402, nel 1900 224.882. Mentre però nel 1812 la percentuale della popolazione del contado era del 23%, ora, in seguito al più rapido accrescimento dei centri e specialmente di Brema, è appena del 10%. La maggioranza è protestante; i cattolici sono il 7%, gli ebrei il 0,4.

Lo stato è retto da una camera di 120 deputati (Bürgerschaft), nominati per 3 anni, e dal Senato di 14 membri, scelti dai deputati. Il Senato a sua volta nomina due sindaci, Bürgermeister, di cui uno presiede il Senato ed è capo dello Stato. La bandiera consta di otto righe rosse orizzontali alternate a 8 righe bianche. Nel centro è un rettangolo bianco con lo stemma della città.

Monumenti. - Brema non ha chiese di notevole interesse artistico, ma esempî magnifici di architettura civile. Tra le poche chiese va anzitutto ricordata la cattedrale, di cui alcune parti (cripta orientale e occidentale, pilastri e archi a pieno sesto della navata centrale) appartengono alla prima costruzione del sec. XI, mentre la parte principale è opera dei secoli posteriori: della metà del XIII è la vòlta della navata centrale, che diede all'edificio un carattere completamente gotico; della seconda metà dello stesso secolo è il frontone già riccamente adorno di sculture, di cui oggi rimangono pochi avanzi, collocati nella galleria d'arte. Nei primi decennî del sec. XVI la navata laterale al nord fu resa più spaziosa, rialzata al livello della centrale e coperta di vòlta reticolata, mentre la navata meridionale risale al sec. XIV. Lo stato presente della cattedrale è risultato dai restauri compiuti tra il 1888 e il 1899. Il fonte battesimale in bronzo è del sec. XII. S. Maria, la seconda chiesa di Brema per antichità, fu trasformata nel sec. XIII col dare alle tre navate uguale altezza: della chiesa primitiva non conserva che una parte nella torre meridionale. Anche le chiese di S. Martino e di S. Ansgario sono del sec. XIII, ma nel XIV furono trasformate come quella di S. Maria. La torre di S. Ansgario, alta 97 m., forma la caratteristica del profilo della città. Il monumento marmoreo a Orlando - il palladio di Brema -, dinanzi al palazzo pubblico, fu eretto nel 1404 al posto di quello in legno distrutto nel 1366, e merita speciale considerazione per essere la più antica e interessante tra tutte le statue di Orlando della Germania. Nella stessa epoca (1404-10) fu edificato il Palazzo comunale, di forma rettangolare, che nel piano superiore aveva la grande aula del consiglio; era sormontato da torrette ai quattro angoli, con un portico sul mercato, e adorno di molte statue; ma nel 1609, probabilmente sotto la direzione di Lüder von Bentheim, gli antichi colonnati furono trasformati in porticati magnifici a vòlta, e al piano superiore fu aggiunto un corpo centrale con alto frontone fiancheggiato da due più piccoli: la facciata antica ne acquistò in vivacità e gaiezza. Più tardi l'interno del palazzo fu trasformato in sontuoso stile barocco: particolarmente notevole è il Güldenhammerportal con la scala a chiocciola, capolavoro dell'arte tedesca dell'intaglio in legno (1616). Sono anche della fine del sec. XVI due altre opere di Lüder von Bentheim, la Stadtwage, che conserva la sua semplicità caratteristica, e i Granai (1591). Alquanto anteriore (1537-94) è la Camera di commercio il cui frontone orientale, di Karsten Husmann, è il monumento del più puro stile del primo Rinascimento in Brema. Dopo la trasformazione del Palazzo municipale e sotto l'influsso di essa fu eretto il Palazzo dell'Industria, dalla bella facciata con due frontoni (1618). Crebbe allora molto l'attività edilizia: e ne rimangono monumenti, tra i quali si distingue per magnificenza l'Essighaus (1618). Fino al sec. XIX nulla di nuovo propriamente abbellì la città, se si eccettuino alcuni pochi edifici arieggianti il classico. Quando poi Brema prese lo sviluppo d'una grande città, incominciò a trasformarsi a fondo: molti edifici antichi vennero distrutti per cedere il posto a edifici nuovi, per es. il Palazzo di città e la Borsa. Ma queste nuove costruzioni non possono paragonarsi alle antiche per arte e per bellezza, e solo in questi ultimi anni è sorto qualche edificio che ha caratteri originali. E qui è da ricordare l'importante tentativo di adattare all'ambiente con mezzi del tutto moderni una intera strada (Böttcherstrasse) del quartiere antico della città. L'esecuzione principale fu opera degli architetti Runge e Scotland, ma il progetto venne ideato dal negoziante di Brema L. Roselius. La raccolta di quadri più importante è alla Kunsthalle, che contiene pitture antiche assai pregevoli (tra le quali una Madonna di Masolino, un S. Paolo di Rembrandt), ma soprattutto opere del sec. XIX e XX di Leibl, Marées, Corinth, Manet, Renoir, Monet, ecc. Nel medesimo edificio si trova la Kupferstichsammlung, che oltre alla raccolta d'incisioni, ha la famosa serie di acquarelli del Dürer. Anche il Focke-Museum possiede ricche collezioni d'arte industriale locale, d'arte commerciale della Germania settentrionale, di porcellane, sculture, ecc. (V. tavv. CLXIII e CLXIV).

Bibl.: Denkm. der Geschichte und Kunst der freien Hansestadt Bremen, Brema 1864-70; F. Buchenau, Bremen und seine Bauten, Brema 1900; S.D. Gallwitz, Das schöne Bremen, Brema 1925; E. Ehrhard, Der Dom in Bremen, Brema 1928; M. Hausmann, Die Böttcherstrasse in Bremen, Brema s. a.; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, Berlino 1928; C. Schaefer, Bremen, Lipsia s. a.; A. Lonke, Bremen, die Stätte and Stadt, Brema s. a.

Storia. - La storia della città rimonta al 787, quando S. Willehad, nominato da Carlomagno vescovo dei pagi del basso Weser, pose la sua sede in quella località. Nell'848 la distruzione di Amburgo per opera dei Normanni provocò il trasferimento a Brema di quella sede arcivescovile. Un secolo più tardi si cominciano a manifestare i primi segni della futura fortuna commerciale della città del Weser: un diploma di Ottone I del 965 concede all'arcivescovo il diritto di tenere un mercato "in loco Bremun nuncupato"; mentre i primi passi verso l'autonomia si fanno palesi nell'altro diploma del 967, con cui lo stesso arcivescovo ottiene la giurisdizione comitale sulla città e sul suo distretto. Questo privilegio, per cui l'arcivescovo diventò il conte della città e il suo advocatus ne diventò il giudice, confermato spesso dai successori di Ottone I fino a Federico Barbarossa, rappresenta indubbiamente per la città della Bassa Germania la formula ufficiale sotto cui si nasconde un parziale riconoscimento del movimento già iniziatosi verso l'autonomia cittadina. Sebbene non si conservino testimonianze dirette d'un inizio d'organizzazione comunale prima del sec. XIII, è tuttavia indubitato che al tempo di Federico I dovevano essersi già compiuti dei passi decisivi verso l'autonomia cittadina; non si riuscirebbe infatti a spiegare altrimenti la parte che la città assume, nella lotta tra l'imperatore ed Enrico il Leone.

Nel sec. XIII, mentre esiste già un Consiglio cittadino di cui si fissano nel 1246 il modo di elezione e le attribuzioni, artigiani e mercanti si vedono già organizzati nelle loro corporazioni (Zünfte) e sebbene non si sappia quale parte queste si fossero assicurate nell'amministrazione della loro città, è certo che avevano ormai raggiunto uno sviluppo considerevole, se nel 1273 ottengono il diritto di giurisdizione sui loro dipendenti per tutte le questioni professionali e per quelle riguardanti la vita interna della corporazione. Per tutto quel secolo l'organizzazione della popolazione cittadina, nelle sue varie forme, seguitò ad essere, almeno formalmente, subordinata all'arcivescovo e al suo avvocato: a quest'ultimo spettava sempre l'ultima decisione in tutte le questioni giudiziarie, tolte le piccole liti in materia commerciale o professionale, mentre nelle faccende amministrative, politiche e fiscali, le deliberazioni del Consiglio cittadino erano valide soltanto dopo l'approvazione dell'arcivescovo. Ma quella subordinazione doveva, a poco a poco, allentarsi e i segni dell'autonomia cittadina, già verso la fine di quel secolo, si fanno sempre più manifesti: la città come tale conclude trattati di commercio, ottiene privilegi specialmente in Norvegia e in Inghilterra, e conquista terre e castelli nelle sue immediate vicinanze ed in Frisia. Finalmente, verso la metá del sec. XIV, la situazione ci appare del tutto capovolta; il Consiglio elettivo della città è ormai il supremo organo legislativo e due dei suoi membri si incontrano sempre come adsessores nella curia dell'advocatus.

Da questo periodo, tra gli ultimi decennî del Duecento e la prima metà del Trecento, con la vittoria sull'arcivescovo si può considerare costituito il Comune autonomo, quasi sovrano; ma s'iniziano nel contempo le lotte interne fra popolo e patrizî, che si alternano e s'intrecciano con le vicende esterne di appartenenza alla Lega Anseatica e di esclusione da essa. Entrata per la prima volta nella Lega nel 1283, B. ne fu esclusa nel 1285 e non vi fu riammessa che nel 1358. In quell'intervallo di tempo i dissidî interni avevano condotto, nel 1304, al bando dei patrizî dalla città da parte del Comune. Nuovi torbidi interni, scoppiati mezzo secolo più tardi, condussero, nel 1427, ad una nuova esclusione. Finalmente nel 1433, con l'aiuto di alcune città anseatiche, fu ristabilita la vecchia costituzione aristocratica e B. poté rientrare definitivamente nella Lega.

È molto probabile che il patriziato fosse costituito, almeno in gran prevalenza, non da un'aristocrazia d'origine feudale, ma dal ceto dei mercanti più ricchi, i quali monopolizzavano il commercio marittimo; e che il popolo fosse costituito soprattutto dagli artigiani e dai piccoli mercanti delle corporazioni. Fino alla metà del Trecento lo sviluppo del traffico marittimo non dovette essere tale da assicurare il predominio alla classe che viveva di esso e da farne l'elemento rappresentativo dei più vitali interessi della città Brema non era situata in posizione tale da diventare in breve tempo un importante centro commerciale. Ancora al principio del sec. XII i suoi immediati dintorni erano così poco popolati che l'arcivescovo Federico chiamava un gruppo di coloni olandesi, perché ne iniziassero il dissodamento e la coltivazione. Si capisce quindi come in un primo periodo, in un modesto centro urbano di poche migliaia d'abitanti, destinato soprattutto al rifornimento dei rurali delle immediate vicinanze, dovessero prevalere gli interessi degli artigiani e dei piccoli mercanti. Verso la metà del Trecento la situazione invece comincia a modificarsi profondamente; l'intensificarsi degli scambî fra i mercati del Baltico e quelli delle Fiandre, della Francia e dell'Inghilterra, esercita un'immediata ripercussione su quel breve tratto della costa germanica che è bagnato dal Mar del Nord, si trova nel mezzo della sfera d'azione del commercio anseatico, e ha due sole vie di accesso verso l'interno, gli estuarî dell'Elba e del Weser. Si comprende quindi come, dopo il 1358, il potere ritorni all'aristocrazia mercantile e come, dopo qualche vano tentativo del ceto artigiano, si consolidi definitivamente nelle sue mani; come da questo consolidamento s'inizî un periodo di rapido aumento dell'importanza commerciale e della ricchezza di Brema, e perché il ceto dominante nelle altre città anseatiche si mostri allora solidale con quella aristocrazia.

La Riforma luterana penetra a Brema fin dal 1522, predicatavi da Enrico von Zytphen. Nel 1532 la città aderisce alla Lega di Smalcalda, resiste a lungo a un assedio degl'imperiali, ed è salvata infine, nel 1547, dalla vittoria del conte Alberto di Mansfeld a Drakenburg. Dopo un periodo di lotte tra le varie sette protestanti, e dopo il trionfo della tendenza più temperata, il luteranismo è finalmente proclamato, nel 1618, religione dello stato, e l'ultimo arcivescovo, Federico II di Danimarca, è deposto nel 1644. Alle lotte religiose si accompagnano in questo periodo fieri conflitti per difendere la propria posizione commerciale contro le pretese dei principi dominanti lungo le rive del Weser. A monte della città, il comune non riusciva a far sopprimere e nemmeno a diminuire le 21 dogane che esistevano fra Brema e Münden, mentre a valle i conti di Oldemburgo, impadronitisi, al principio del sec. XVI, della riva sinistra del Weser, cercavano anche essi di trar frutto dal nuovo dominio con l'imposizione di dazî sulle merci che discendevano o risalivano il fiume; durante la guerra dei Trent'anni riuscivano finalmente a vincere la resistenza di Brema, e nella pace di Vestfalia si facevano riconoscere tale diritto.

Per fortuna, le pretese imperialistiche della Svezia che, ottenuto nel 1648 il dominio sulla foce del Weser, non riconosce le franchigie di città dell'Impero concesse a Brema nel 1646 da Ferdinando III, provocano nei principi dei territorî vicini una reazione in favore della città anseatica, in modo che, nella cosiddetta guerra di Brema, decisa nel 1666, essi si schierano al suo fianco contro il re di Svezia e gl'impediscono di attuare le sue pretese di dominio. Dopo d'allora le franchigie di città dell'Impero, riconosciute ufficialmente da re Giorgio di Hannover nel 1720, durarono immutate fino al 1806, quando la città fu annessa all'impero napoleonico.

La guerra dei Trent'anni e le guerre frequenti del secolo successivo recarono danni gravissimi al commercio di Brema, che non cominciò a risollevarsi che verso la metà del sec. XVIII, sia per la caduta del dominio svedese sulle foci dell'Elba, sia per i vantaggi che la città poté trarre dalla guerra fra le maggiori potenze marittime dell'occidente. Vi sorsero allora alcune industrie importanti; il commercio con la Francia assunse proporzioni considerevoli, e s'iniziarono quei rapporti diretti col Nord-America, che, un secolo più tardi, dovevano assicurare la fortuna di Brema.

Nel 1815 Brema si proclama città libera della Confederazione germanica, col nome di città Anseatica. Lo stato comprende, oltre la città, le due rive del Weser fino al mare, ed è retto da una costituzione repubblicana, che fu varie volte modificata dopo il 1815, pur rimanendo immutata nelle sue linee fondamentali della divisione dei poteri e del sistema aristocratico delle nomine per cooptazione; il potere legislativo è esercitato dal consiglio dei cittadini (Bürgerschaft), di 150 membri, elettivi; il potere esecutivo dal Senato di 16 membri, eletti dal Consiglio su designazione del Senato stesso e fra i quali sono scelti i due borgomastri.

Assieme con le libertà politico-amministrative la città conservò, anche dopo la costituzione dello Zollverein e la proclamazione dell'Impero, la franchigia doganale, seguitando, fino al 1885, ad essere un porto franco. Ma i lavori costosissimi sostenuti per la costruzione dell'avamporto di Bremerhaven, la necessità di sostenere spese anche maggiori per rendere il Weser accessibile ai vapori di grosso e medio tonnellaggio, la difficoltà di tenere in vita i servizî di linea del Norddeutscher-Lloyd, che avevano bisogno di sovvenzioni, il timore infine della concorrenza dei nuovi porti dell'Impero, indussero finalmente il governo e il ceto mercantile di Brema a rinunciare alla vecchia franchigia. L'entrata nell'unione doganale germanica, decretata con la legge del 1885, fu completamente attuata nel 1888; e da quell'epoca s'inizia, per la fortunata coincidenza del meraviglioso sviluppo dell'industria germanica, il periodo della più rapida ascesa del porto di Brema. La guerra mondiale (1914-1918) colpì Brema non meno gravemente di Amburgo; e alla guerra si aggiunsero, nel 1919, i moti rivoluzionarî comunisti, per cui la città, caduta in mano degli insorti, fu poi bombardata e riconquistata a mano armata dalle truppe governative. Dopo il 1920, comincia abbastanza rapidamente la ripresa.

Bibl.: Buchenau, Die freie Hansestadt B., 3ª ed., voll. 5, Brema 1900; Duntze, Geschichte der freien Stadt B., voll. 4, Brema 1842-54; von Bipen, Geschichte der Stadt B., voll. 3, Brema 1891-1904; id., Eine Skizze der Geschichte Bremens (in Der Staat B. Historisch-biographische Blätter), Berlino 1906-1911; Bollmann, Das Staatsrecht der freien Hansestädte B. und Lubeck, in Das Öffentliche Recht der Gegenwart, XXVII, Berlino 1914; Breves, Die deutsche Revolution vom Nov. 1918 bis zum März 1919, Brema 1919.

TAG

Confederazione germanica

Federico ii di danimarca

Guerra dei trent'anni

Federico barbarossa

Giorgio di hannover