BRAZZA

Enciclopedia Italiana (1930)

BRAZZA (A. T., 77-78)

Antonio Renato TONIOLO
Giuseppe Praga

La Braxia dei Grcci e la Brattia dei latini, detta Brač in croato, è la maggiore della isole dalmate e fa parte dell'arcipelago meridionale. Chiude con l'isola di Solta il canale di Spalato ed è separata dalla terra ferma dal Canale di Brazza (km. 5,2 nel punto più stretto), mentre a sud è divisa dall'isola di Lesina, più esterna, dal canale omonimo (km. 3,3). Disposta quasi esattamente nel senso dei paralleli, si stende per una lunghezza massima di km. 40,6 da Punta Speo a Capo delle Planche, e una larghezza di km. 13,8 da Punta Postire a Punta Lunga, con una superficie di kmq. 388,5. Geologicamente e morfologicamente si prolunga a occidente nell'isola di Solta, dalla quale però è divisa da uno stretto canale (km. 0,5) detto Porte di Spalato.

L'isola ha una forma allungata ma tozza, a coste unite e alte, con piccoli e ristretti valloni solo sul lato nord-occidentale, che sono però eccellenti porti. Costituita da una piega tutta di calcare cretaceo (di cui si hanno ottime cave, l'isola è montagnosa, ma manca d'una rete idrografica superficiale e le acque carsiche tornano alla luce lungo la costa o in sorgenti sottomarine. La cresta della piega calcarea, culminante nel monte S. Vito (m. 778), è spostata a sud, donde i fianchi scendono precipiti al mare; mentre il versante nord si estende ad altipiano fra i 400 e 450 m., specie sul lato orientale, ed è ricoperto da un'abbondante mantello di terra rossa, dovuto al disfacimento del calcare sottostante.

Le piogge sono relativamente scarse, poco superiori agli 800 mm. annui, e distribuite in pochi giorni piovosi, circa 90, nei mesi fra ottobre e gennaio, con un altro breve massimo in marzo. Con temperature invernali assai alte, specie sul breve versante meridionale soggetto allo scirocco, l'isola presenta però anche sul lato settentrionale la media del gennaio superiore ai 5°, con il massimo estivo di 25° circa. Questo clima alimenta una caratteristica flora mediterranea, con larga estensione della macchia e formazioni boschive di Pinus nigra e P. halepensis. I boschi però sono assai ridotti, specie sul lato occidentale, rappresentando il 26,7% della superficie totale, compresa la zona ad arbusti sempreverdi; sugli alti versanti si stende il pascolo magro (25,9% dell'area complessiva), dove trovano nutrimento circa 10.000 capi di ovini, le cui varietà erano rinomate anche al tempo di Plinio (capris laudata Brattia), ma che oggi sono in proporzione minore che in altre isole dalmate, mentre mancano quasi del tutto i bovini. I terreni veramente improduttivi sono solo l'1,8% della superficie dell'isola.

Nell'altipiano, fino al mare, ricco di terreno di disfacimento, sono molto estese le colture e soprattutto quella della vite, che occupa il 30,9% dell'area e fino il 50% nell'estremità occidentale dell'isola, spingendosi in alto, fin sopra i 500 m. s. m. È questa anzi l'isola dalmata che ha la maggiore estensione del vigneto ed è rinomata per la bontà del prodotto: l'Opollo, vino rosso da taglio, e il Vergava, vino bianco alcoolico, con una produzione complessiva di 150.000 hl. annui, che si esportano nei paesi dell'ex-Monarchia austro-ungarica.

Piccola è l'estensione dei campi (2,2% dell'area totale), dove si coltivano granoturco, frumento e tabacco; maggiore è la superficie data ad orti e uliveti (12,6%), dove insieme a frutta prelibate, tra cui le "marasche" (ciliege acidule), che si esportano a Zara per il celebre liquore (il maraschino), si coltiva il crisantemo, per la polvere insetticida. Gli olivi, nelle posizioni meglio esposte, sono molto numerosi, e coprono lungo tratto della costiera meridionale, dando una produzione media di circa 2000 hl. annui.

Brazza è l'isola più popolosa della Dalmazia (ab. 22.969, nel 1910), con una densità di 58,1 ab. per kmq. Essa è ormai satura di popolazione, tanto che il suo incremento è stato minimo negli ultimi decennî, ed anzi tra il 1900 e il 1910 si è avuto un regresso. La popolazione, per la scarsità d'acqua, è riunita nei 26 centri dell'isola, che accolgono fino il 96,7% della popolazione totale, dedita quasi tutta all'agricoltura; con una media di 907 ab. per ognuno dei centri, dei quali però 11 sono sotto i 500 ab., 13 fra 500 e 2000, e due soltanto al di sopra: Pucischie e Milna, i maggiori porti pescherecci dell'isola. Le località più numerose e importanti sono infatti sul mare, lungo il quale vive il 76% della popolazione, soprattutto sulla costa settentrionale, che ha il 71,7% degli ab., riuniti nelle borgate di Milna, S. Giovanni, S. Pietro, Postire, Pucischie, Poria, mentre, sulla ristretta fascia costiera meridionale, si hanno 1700 ab. nei paesi di Bol e S. Martino.

La popolazione è prevalentemente croata; anzi, stando al censimento ufficiale del 1910, si sarebbero avuti nell'isola soltanto 265 Italiani contro 22.564 Croati; ma nel 1880 lo stesso censimento ufficiale dava 421 Italiani solo a S. Pietro di Brazza, che è uno dei maggiori centri dell'isola. Gl'Italiani prevalgono nei borghi marinari, dove la stessa popolazione croata parla italiano.

Brazza ha 8 comuni locali, riuniti in un Capitanato distrettuale, che comprende la sola isola, e il cui capoluogo è S. Pietro (Supetar in croato), cittadina sulla costa settentrionale, circondata da vigne ed oliveti, centro di commercio con Spalato. Il centro demografico maggiore (quasi 2.500 ab.) è però Milna, entro un ottimo vallone, all'estremità occidentale, il principale porto dell'isola. Nell'interno dell'isola v'è Neresi (Nerežišce, a m. 362), dove confluiscono tutte le strade dalla costa nordoccidentale e che si trova al centro di estese colture. Essa fu capoluogo all'epoca veneziana, della quale conserva una loggia e il Palazzo di Reggenza, ed ha oggi circa 1500 abitanti. Sulla costa meridionale, Bol ha una meravigliosa posizione.

Per le comunicazioni dell'interno dell'isola mancano quasi completamente le strade carrozzabili. Le comunicazioni marittime più frequenti, sono con Almissa e Spalato sulla costa del continente.

Bibl.: R.E. Petermann, Guide en Dalmatie, Vienna-Parigi 1900; E. Brückner, Dalmatien und das österreichische Küstenland, Vienna e Lipsia, 1911; Hartleben, La Dalmatie, Vienna e Lipsia 1912; G. Dainelli, La Dalmazia, Cenni geografici e statistici, con atlante, Novara 1918.

Storia. - Brazza fu abitata sin dall'epoca preistorica (stazioni di Bobovischie e S. Elia), poi colonizzata dai Greci e in seguito completamente romanizzata. Nel sec. VIII, invasa la Dalmazia dagli avari-slavi, vi sì rifugiarono molti romani del continente. Rimase dominio bizantino sino alla metà del sec. IX, quando se ne impadronirono i Narentani (v.), che la tennero sino alla fine del sec. XI e per brevi periodi anche dopo, durante il dominio ungherese, al quale seguirono quello veneziano (1278-1356), poi di nuovo quello ungherese e quindi, con incessante vicenda, quello dei re di Bosnia, dell'Ungheria, di Napoli, del comune di Ragusa. Il lungo e tirannico dominio narentano la immiserì, ne intaccò profondamente il carattere etnico e le istituzioni, ma non uccise i germi dai quali si sviluppò il comune. Nei secoli XIII-XIV è retta da un buccarius, vicario del comes insularum, cioè di Brazza e di Lesina, costituendo le due isole un'unità politica fino al sec. XV (v. lesina); ma anche i giudici, i nobili e la plebe della Brazza partecipano attivamente alla vita comunale. Nel 1270 circa si codifica una prima volta lo statuto, una seconda nel 1305. Capoluogo è Neresi, nell'interno, al riparo dai frequenti assalti pirateschi dal mare. Gli abitanti, pastori e agricoltori, vivono lontano dalle coste, in centri non fortificati. Nel 1420, i Veneziani tornano nell'isola, e nel 1425, staccatala dal nesso di Lesina, le concedono un apposito "conte e capitano". Nei secoli XV-XVII rifiorisce: ha grande produzione di vino, legna e bestiame; comincia a svilupparsi la vita sul mare e l'isola assume forme di vita veneta negli stati più elevati. Rimane possesso dei Veneziani fino al 1797, quando, caduta Venezia, essa passa sotto il dominio austriaco. Nel 1805-06 è due volte abbandonata e rioccupata dai Francesi; nel 1813 torna all'Austria. Nel sec. XIX pesca e navigazione si sviluppano assai: Neresi decade e capoluogo diventa S. Pietro. Caduta l'Austria, nel novembre 1918, la Brazza passa alla Iugoslavia.

Bibl.: Statuta municipalia communitatis Brachiae, Udine 1656; A. Ciccarelli, Osservazioni sull'isola della B., Venezia 1802; Bullett. di arch. e stor. dalmata, VIII, p. 201; XIV, p. 117; XXIII, pp. 18 e 23; XXXII, p. 39.

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