BOVILLAE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

BOVILLAE (Βοίλλαι, Bohillae)

G. M. De Rossi

) Municipium del Lazio presso la Via Appia, a II miglia da Roma. La città è indicata in un passo dell'Ondo Gentis Romanae (c. 17) e da Diodoro Siculo (VII, 5, 9) come una delle colonie di Alba fondate da Latino Silvio; una relazione tra le due città è attestata da alcune iscrizioni di epoca imperiale dall'area di B. con menzione degli Albani Longani Bovillenses: il termine è stato interpretato sia come testimonianza della trasmigrazione a B. della popolazione di Alba, dopo la distruzione di questa, sia come riprova della discendenza diretta di B. da Alba. B. figura nella lista, peraltro poco attendibile, delle città appartenenti alla lega latina contro Roma nel V sec. a.C. (Dion. Hal., V, 61, 3) e fra i centri conquistati da Coriolano (ibid., VIII, 19, 20). Altre notizie si riferiscono all'epoca sillana, quando B. ebbe lo statuto di municipium (Lib. col, I, p. 231, II, ed. Lachmann), con conseguente distribuzione delle terre ai reduci della guerra civile. Nel 52 a.C. presso B. ebbe luogo il famoso scontro fra Clodio e Milone. Secondo quanto riferisce Svetonio (Aug., 100) il corpo di Augusto fu trasportato da Nola a B. e di qui l'ordo equester lo trasferì a Roma (Dio Cass., LVI, 31). Nel 16 d.C. Tiberio dedicò a B. un sacrario alla gens Iulia e una statua ad Augusto (Tac., Ann., II, 41). Numerose epigrafi ci informano sulle magistrature e sulle cariche pubbliche e religiose di Bovillae. Allo scorcio del I e per tutto il II sec. d.C. le documentazioni epigrafiche attestano un periodo di prosperità, caratterizzato da numerose costruzioni di templi, sacelli ed edicole sacre.

Per la sua posizione, a ridosso della Via Appia, la città dovette avere un notevole incremento in seguito al definitivo assestamento della via, il cui tracciato venne lastricato, proprio fino a B., nel 294 a.C. A partire da epoca protostorica il territorio si estese dalle alture a NE dell'Appia sino alla valle che si apre a SE della via stessa. Le testimonianze archeologiche documentabili vanno da fondi di capanne sino ai grandi complessi monumentali di età imperiale. Della probabile cinta muraria è stato individuato solo un tratto in opera quadrata di peperino in località Due Santi, nei pressi del km 21,700 della Via Appia Nuova. Particolarmente suggestivi i ruderi del circo, anche se ogni giorno più fatiscenti. Le parti più notevoli consistono nei resti dei carceres che formavano il lato corto di NO: sono visibili tre arcate, parte di un piedritto della porta centrale e un quarto arco, addossato a E alla porta centrale, ora inglobato in un cascinale; la struttura originaria, che ha subito successive modifiche, si data in età augustea. Durante le ricerche effettuate nella prima metà dell'Ottocento si scoprirono i resti del teatro, anche questo presumibilmente costruito in età augustea, e, a poca distanza, un grande monumento formato da un corpo cilindrico su piedistallo ottagonale, identificato dagli scavatori con il sacrario della gens Iulia. In realtà la sua forma induce a ritenerlo una tomba appartenente, data la posizione a ridosso del teatro e quasi sicuramente entro l'area urbana, a un personaggio che dovette avere notevole importanza nella vita della città. Particolare considerazione merita l'ara di peperino con dedica a Veiove (ora nella Villa Colonna) rinvenuta nel 1826 presso il teatro: generalmente si data tra la metà del II e il primo quarto del I sec. a.C. ed è ritenuta una testimonianza del perpetuarsi a B. di questo antichissimo culto e anche della discendenza albana della gens Iulia. Fino a epoca cristiana B. dovette costituire un centro abitato di una certa importanza, come testimoniano numerosi resti rinvenuti a più riprese nel circondario dell'antica città.

Bibl.: G. Tambroni, Intorno alcuni edifici ora riconosciuti dell'antica città di Bovillae, in Atti Accademia Romana di Archeologia, III, 1829, pp. 121-182; L. Canina, La prima parte della via Appia, da porta Capena a Bovillae, in Annlnst, 1853, p. 176 ss.; id., in Monumenti, Annali e Bullettini dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica, V, 1853, tav. LX; G. Tomassetti, La Campagna Romana, antica, medievale e moderna, II, Roma 1910, pp. 127-138; A. Dobosi, Bovillae, in Ephemeris Dacoromana, VI, 1935, pp. 240-366; G. M. De Rossi, Bovillae (Forma Italiae, Regio I, XV), Firenze 1979, pp. 298-323.