BOSFORO Cimmerio

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

BOSFORO Cimmerio

W. Blawatskij

1. Vicende storiche. - Sulle rive settentrionali del Mar Nero le città antiche sorsero per la maggior parte nel VI sec. a. C. Originariamente furono tutte città-stato autonome, di tipo ellenico (pòleis); più tardi la loro storia si diversificò. Le città della zona E situate sulla sponda dello stretto di Kerč (nell'antichità chiamato il Bosforo Cimmerio) nel 480 a. C. si riunirono in un unico stato del Bosforo che, dal 438 a. C., fu governato da arconti provenienfi dalla dinastia degli Spartochidi. Verso l'inizio del IV sec. a. C. il B. raggiunse una grande potenza. In quel periodo di tempo possedeva oltre a Panticapeo alcune città tra cui sulla penisola di. Kerč - Mirmeki, Dia-Tiritaca, Ninfea, (v. vol. v, p. 499), Kiteo e Cimmeriko - e sulla penisola di Taman - Phanagoreia, Kepoi (Kepos), Tiramba, Patreo, Hermonassa e Korokondama. Sotto l'arconte Leukone I (387-347 a. C.) al B. vennero annesse Teodosia (v. vol. ii, p. 934, s. v. crimea) ed i territori di alcune tribù indigene che abitavano sulla penisola di Taman e lungo il corso inferiore del fiume di Kuban. Da quel tempo e fino a quando cessò di esistere, il B. rimase uno stato composto di città greche e di territori popolati da tribù indigene.

A differenza del B., le pòleis della zona O (Olbia e Chersoneso) serbarono anche più tardi il loro carattere originario. La meno potente Olbia nel III-II sec. a. C. rimase in una certa dipendenza dagli Sciti. Chersoneso al contrario estese i suoi domini avendo messo sotto il suo potere Kerkinitis, Kalos Limen ed i territorî ad esso vicini della parte O della Crimea.

Alla fine del secondo e nel primo venticinquennio del I sec. a. C. le popolazioni che abitavano sulle rive settentrionali del Mar Nero caddero più volte sotto il potere del re del Ponto Mitridate Eupatore. Dopo la sua rovina nel 63 a. C., sugli eventi di quella regione cominciò ad influire Roma. Maggiore fu la sua influenza su Chersoneso e su Olbia.

Il B., che alcune volte si trovò in una certa dipendenza dall'Impero, non subì una sensibile influenza della cultura romana. Nei primi secoli dell'èra volgare la popolazione del B. si moltiplicò considerevolmente per l'apporto dei Sarmati ellenizzati e dei rappresentanti delle tribù indigene, il che agevolò la sarmatizzazione della cultura bosforana. Intorno alla metà del III sec. d. C. le colonie sulla sponda settentrionale del Mar Nero subirono un invasione devastatrice da parte dei Goti. Dopo questa sconfitta, Olbia cessò di esistere come città. Negli ultimi decenni del sec. IV d. C. lo stato del B. fu distrutto dagli Unni. Però Chersoneso, benché saccheggiata, si riprese e fece parte dell'impero bizantino.

2. Nuove scoperte. -Olbia (v. vol. v, p. 630). - Durante gli anni 1959-1966 gli archeologi sovietici hanno condotto intensamente le indagini sulla costa settentrionale del Mar Nero ottenendo risultati soddisfacenti. Gli scavi di Olbia erano principalmente diretti a investigare le costruzioni adiacenti l'agorà e i resti dei templi entro tèmenos. Nel corso dei lavori sono stati scoperti alcuni frammenti architettonici e una serie di ex voto, frammenti di vasi dipinti e statuette di terracotta. Gli scavi archeologici subacquei hanno dimostrato che attualmente i 2/5 dell'antica Olbia sono sott'acqua.

Durante gli scavi della cittadina presso il villaggio Kosyrka, situata 12 km a N di Olbia, è stata scoperta una grande casa con due cortili interni e numerose camere. Le pareti di alcune di queste camere sono risultate coperte d'intonacatura dipinta in colori vivaci imitanti un marmo policromo e di ornati plastici a motivi vegetali e decorativi analoghi a quelli delle decorazioni che si trovano sulle pareti delle case dei primi secoli d. C. scoperte nelle città situate presso la foce del Danubio.

Chersoneso (v. vol. ii, p. 935). - A Chersoneso è stata smontata la muratura interna della torre di Zenon composta di numerose lastre tombali e frammenti architettonici del IV-II sec. a. C. che presentano una policromia molto ben conservata. Su uno dei frammenti di stele sepolcrale si è conservata l'immagine dipinta della testa di un giovane.

Le ricerche negli immediati dintorni di Chersoneso hanno permesso di precisare il carattere dell'ordinamento agricolo della χώρα e dei poderi ivi situati. Nella regione di Eupatoria (nei pressi del moderno sanatorio Ciaika) si è scavato un edificio monumentale del IV-II sec. a. C., che probabilmente era servito da deposito statale per il grano.

Panticapeo (v. vol. v, p. 940). - Gli scavi a Panticapeo hanno completato le nozioni sull'ordinamento delle terrazze nella parte della città situata su un'alta collina. Sulla terrazza inferiore è stato scoperto un portico a colonne di ordine dorico costruito nel II sec. a. C.

Nei locali situati dietro il portico, i pavimenti risultano a ciottoli con lastre di marmo, oppure coperti di uno strato d'intonaco. Il portico fu distrutto nel I sec. a. C. e una parte considerevole di blocchi estratti da esso furono usati nel muro di sostegno della terrazza attigua.

Altre località. - A Mirmeki (v. vol. v, p. 110), Dia-Tiritaca (v. vol. ii, p. 931; vol. vii, p. 875) ed altre cittadine e colonie bosforane della penisola di Kerč; sono stati scavati muri di difesa, case abitate e costruzioni per uso domestico.

Nella capitale del regno scitico della Crimea, Neapolis (presso la Simferopoli di oggi), è stato scoperto un edificio pubblico il cui ambiente principale è ornato di dipinti policromi di carattere simile a quelli di Panticapeo, del II sec. d. C.

Intensi lavori sono stati condotti nella zona E dello stato bosforano. Nella parte settentrionale della penisola di Taman sono state scavate le acropoli a muri grezzi dei primi secoli dell'èra volgare.

Durante gli scavi effettuati nella città di Kepoi è stata scoperta una serie di sculture, tra le quali la testa, minore del vero, di un koùros in marmo, lavoro ionico dell'ultimo venticinquennio del VI sec. a. C., probabilmente appartenente a una statua sepolcrale. Nelle rovine di un piccolo santuario è stata ritrovata una statuetta di Afrodite in marmo. La dea, seminuda, è rappresentata fortemente inclinata in avanti e appoggiata con il piede destro sulla roccia. Questa scultura è da considerarsi un originale ellenistico del Il sec. a. C., probabilmente della scuola di Rodi.

Phanagoreia (v. vol. vi, p. 112). - A Phanagoreia sono state studiate le fortificazioni tra le quali i resti delle porte della città del V sec. a. C. e la attigua zona di fabbricanti di ceramiche. Con le esplorazioni e gli scavi subacquei è stato stabilito che 2/7 della città antica sono attualmente sott'acqua. Nelle vicinanze della città di Phanagoreia sono stati scavati alcuni tumuli e un santuario della fine del VI-III sec. a. C., come testimoniano numerose protomi dedicate a Demetra.

Fra i trovamenti di Phanagoreia si distingue la testa di un uomo barbuto con un cappello apparentemente di feltro sul capo, scolpita in calcare duro, probabilmente il ritratto di uno dei dinasti locali oppure di un governatore bosforano della dinastia degli Spartochidi regnanti sulle tribù indigene. Il ritratto è opera di uno scultore greco della metà o della seconda metà del sec. IV a. C. Il ritratto di Phanagoreia dovrebbe essere stato il primo in una serie di sculture locali del III-I sec. a. C. scoperte poco tempo fa. Queste mezze figure, spesso scolpite rozzamente, servirono probabilmente da monumenti sepolcrali.

Hermonassa. - Nel corso degli scavi di Hermonassa sono stati scoperti numerosi frammenti di vasi arcaici dipinti. Interessante un rilievo in marmo del III sec. a. C., proveniente dalla stessa città, e rappresentante Eracle con i pomi delle Esperidi, forse derivato da uno dei famosi bronzi di Acarnania opera di Lisippo.

Gorgippia. - A Gorgippia è stata scoperta la bottega di un ceramista del II sec. a. C. per la fabbricazione di vasi e di statuette di terracotta. Nella stessa città è stato trovato un rilievo frammentario in marmo della prima metà del IV sec. a. C. probabilmente di lavoro attico. Vi è raffigurata una scena di banchetto d'Oltretomba. Il defunto eroizzato recumbente sul letto, la sua sposa, un giovane che versa vino e adoranti; nell'angolo superiore, in una cornice rettangolare, si vede la testa di un cavallo. (Per il ritratto di Neocle, governatore di Gorgippia, v. vol. v, p. 245).

Non lontano da Gorgippia, in una cittadina antica vicina alla stanitza Raevskaja è stato scoperto un ampio edificio a peristilio; le pareti dei locali attigui erano coperti d'intonaco e ornati di dipinti. L'edificio, costruito alla fine del IV-inizio del III sec. a. C., esistette circa fino alla fine del II sec. a. C.

Nel tumulo vicino alla stanitza Temizhbekskaja (Krasnodarskij kraj) tra diversi oggetti è stato trovato un bacile in bronzo del IV sec. a. C. Degli ornati di quel bacile si sono conservati due gruppi in rilievo; uno rappresenta un grifo attaccante un'Amazzone, l'altro un grifo dilaniante un cavallo.

Tanais. - Ai confini settentrionali del regno bosforano a Tanais sono stati rilevati i resti di una casa nonché fortificazioni. Al di sopra della postierla c'era una lastra col contrassegno in rilievo del re bosforano Rhoimetalkes (131/2-153/4 d. C., v. vol. vi, p. 673). In un tumulo della necropoli a stanitza Elisavetovskaja (alla foce del Don) tra numerosi oggetti sono state trovate le coperture, in oro con decorazioni in rilievo del fodero di una spada, con la rappresentazione di una scena di battaglia, e una faretra sulla quale è rappresentata la storia di Achille. Tutto risalente al IV sec. a. C.

Il fodero e la faretra trovano analogie nei più ricchi tumuli scitici.

In un tumulo sarmatico del I sec. d. C. nelle vicinanze di Novocerkassk sono stati scoperti un bacile d'argento, otto coppe d'argento ornate di medaglioni in rilievo di lavoro italico e quattordici falere d'oro di stile animalistico riccamente incrostate di turchesi e di corniole (v. vol. vii, p. 1056, fig. 938, s. v. Toreutica).

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3. Firme di artisti. - Nelle regioni ellenizzate del litorale settentrionale del Mar Nero si sono trovate alcune opere firmate da artisti greci. Nel campo della ceramica attica abbiamo la firma del ceramografo Psiax su un alàbastron e quella del ceramista Hilinos in un vaso del museo di Odessa. Alla seconda metà del V sec. a. C. risalgono due gemme firmate dall'incisore Dexamenos (v. vol. iii, p. 81) di Chio. Nel IV sec. a. C. abbiamo una firma di Prassitele e una dello scultore Stratonides di Atene, ambedue trovate su basi di statue ad Olbia (E. Levi, in Vestnik drevneji istorii, 1965, 2, p. 87). Da Chersoneso proviene invece la firma dello scultore Polykrates, anch'essa su base di statua (Iospe, 12, n. 406). In tombe della necropoli di Panticapeo sono state trovate le due lèkythoi policrome firmate Xenophantos ateniese del IV sec. a. C. (v. crimea, vol. ii, fig. 1200).

Al II sec. a. C. risalgono le coppe a rilievo del tipo detto di Delo o di Megara con la marca di Demetrios, la cui officina si può forse localizzare a Panticapeo, dove sono state trovate forme frammentarie.

Alcune iscrizioni ci danno firme di architetti del periodo romano.

Una del II sec. d. C. scoperta a Gorgippia porta il nome dell'architetto Papias figlio di Choreghion (Ποπίας Χορηγίωνος). In quattro iscrizioni provenienti da Tanais (Iospe, ii, 429, 433 e 434) del 215 e 236 d. C., è menzionato l'architetto Aurelius Antoninus (Αὐρήλιος ᾿Αντονεῖνος) il quale costrui la nuova fontana (κρήνη) ed eresse le torri. Secondo la quinta iscrizione del 220 d. C. (Iospe, ii, 430) lo stesso architetto, insieme a Nauakos figlio di Menakos (Νάυακος Μεξάκου), ripristinò l'agorà a Tanais. Nell'iscrizione locale di Tanais risalente al 229 d. C. è menzionato l'architetto Demetrios figlio di Hersios (Δημήτριος ῾Ηρσέως).

Alla stanitza Saporozhskaja della penisola di Taman è stata scoperta un'iscrizione del 335 d. C. nella quale si ricorda la costruzione di un muro effettuata dall'architetto Eutyches (Εὐτύχης). Va menzionata inoltre l'iscrizione dell'orefice bosforano Tarulas (Ταροόλας) su un vaso in oro del III sec. d. C. trovato alla stanitza Migulinskaja nelle vincinanze del Don.

Bibl.: I. Tolstoj-N. Kondakov, Russkje drevnosti v pamjatnikakh isskusstva (Le antichità russe nei monumenti d'arte), St. Petersburg 1889; B. Latyschev, Inscriptiones Antiquae orae Septentrionalis Ponti Euxini (IOSPE), 12, 1916; II, 1890; E. Minns, Scythians and Greeks, Cambridge 1913.