BORGHESANO da Lucca

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)

BORGHESANO da Lucca

Augusto Vasina

Ben pochi riferimenti, peraltro tutti indiretti, confortano una tradizione, forse di origine lucchese, che attribuisce a B. l'introduzione in Bologna nel 1272 dell'arte della seta, mediante l'allestimento di un filatoio idraulico fuori porta Castiglione, ed una lunga e operosa dimora in questa nuova sede, largamente protetta e ricompensata dalla comunità bolognese che gli avrebbe conferito la cittadinanza.

L'esistenza e l'identità di B. ci sono accreditate aposteriori da una serie di documenti bolognesi, che dal 23 giugno 1341 si riferiscono a un mercante di seta già a questa data affermatosi a Bologna: "Bologninus filius quondam Borghesani de Luca". B. ebbe dunque un figlio, di nome Bolognino, che aveva ereditato il mestiere del padre, già morto in tale data.

Nato, secondo la tradizione, a Lucca, presumibilmente poco dopo la metà del sec. XIII, da un Ventura o Bonaventura di Riccone da Barga, B. - il suo nome non pare derivasse dalla presunta condizione borghese della sua famiglia e, per deformazione del toponimo Barga, dal luogo d'origine del padre, come alcuni eruditi hanno finora ritenuto - dovette essere avviato all'arte della seta nella sua città natale, che in tale settore delle attività manifatturiere già a quei tempi primeggiava. Improbabile che B. si sia stabilito in Bologna attorno al 1272, come appunto vorrebbe la tradizione, proprio per motivi di natura professionale, ma forse anche per ragioni politiche, che a cavaliere dei secoli XIII e XIV avevano spinto molti mercanti toscani a prendere le vie dell'Appennino per trasferirsi nei principali centri padani e soprattutto nelle città situate lungo la via Emilia.

È difficile stabilire quale parte ebbe B. nella storia dell'arte della seta in Bologna: senza escludere che potesse avervi introdotto nuove tecniche di lavorazione tessile, si deve decisamente rigettare l'opinione tradizionale che indica in B. colui che avrebbe operato il trapianto dell'arte serica in Bologna, poiché in questo centro, già prima della sua presunta venuta, è documentata l'esistenza dell'artigianato della seta.

È invece probabile che B. abbia contribuito in modo decisivo ad ancorare saldamente all'ambiente bolognese, e ad accrescervi ulteriormente, le fortune aziendali e patrimoniali della sua famiglia, senza per questo, forse, perdere del tutto i contatti col mondo lucchese; indicativo a tale riguardo sembra il fatto che il figlio Bolognino ebbe per moglie una Iacopa di Coluccio de' Migliorati da Lucca; significative, d'altra parte, del suo rapido ambientarsi a Bologna, la scelta e l'attribuzione del nome di battesimo al figlio. Bolognino comunque venne a ereditare una tradizione domestico-aziendale già largamente consolidata in Bologna, se nel 1341 poteva dichiarare che la produzione e la vendita della seta era già da lungo tempo praticata in questa città e se nello stesso anno riusciva ad ottenere dal Comune bolognese la licenza di costruire un filatoio nella parrocchia di S. Biagio. Con Bolognino, che visse in Bologna presso la cappella di S. Lucia almeno fino al 1375, l'attività domestico-aziendale intrapresa da B. dovette estendersi notevolmente.

Nonostante i ripetuti, pressanti inviti rivolti nel corso del sec. XIV da Lucca, nel frattempo dissanguata da una forte emigrazione politica, ai suoi numerosi mercanti trasferitisi a Bologna e altrove a rientrare nelle sedi primitive, i discendenti di B. si fissarono definitivamente in Bologna, accrescendo sempre più le proprie fortune economiche e insieme quelle della città che li ospitava. Tale tradizione domestico-professionale che si realizzò nell'ininterrotto esercizio dell'arte della seta e nella gestione di filatoi, già nel corso del sec. XIV fu sottolineata dai cognomi che assunsero di volta in volta i discendenti di B.: de Filaturo (1349), de Seta (1351), de Filatuglio (1361); ma su di essi prevalse in seguito definitivamente il cognome Bolognini, derivato dal nome del figlio di Borghesano. La famiglia, già alla fine del Trecento, fu una delle più cospicue ed operose del patriziato bolognese.

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