Boncompagni di Mombello, Carlo

L'Unificazione (2011)

Boncompagni di Mombello, Carlo


Uomo politico (Torino 1804 - ivi 1880). Magistrato dal 1826, liberale moderato e fautore di una trasformazione in senso costituzionale della monarchia sabauda, fu un attento conoscitore della pedagogia, autore egli stesso di importanti opere sull’educazione infantile (Delle scuole infantili,1839; Saggio di lezioni per l’infanzia, 1851). Segretario del ministero della Pubblica istruzione (1847), fu nominato ministro l’anno successivo: sua è la legge del 4 ottobre 1848 sul riordinamento dell’istruzione elementare, media e universitaria e sull’istituzione dei convitti nazionali, nei quali si iniziò a sperimentare l’insegnamento di materie tecniche per i giovani che non intendevano seguire gli studi classici. Questi due provvedimenti costituirono il primo nucleo della legge Casati che sarebbe stata approvata nel 1859. Dopo essere stato inviato a Milano come plenipotenziario piemontese per seguire le trattative che portarono alla pace con l’Austria dell’agosto 1849, fu ministro di Grazia e giustizia nel secondo gabinetto d’Azeglio (1852) e presentò un progetto di legge per l’istituzione del matrimonio civile che fu respinto dal Senato. Presidente della Camera dal 1853 al 1856, alla fine del 1856 fu nominato da Cavour ministro plenipotenziario presso le corti di Toscana, Modena e Parma e si mostrò convinto assertore della politica annessionistica. Nel marzo 1861 presentò alla Camera l’ordine del giorno su Roma capitale concordato con Cavour. Contrario al potere temporale dei papi, Boncompagni intendeva comunque salvaguardare, in un regime propriamente liberale, l’indipendenza della Chiesa: chiamato nel 1870 a far parte della commissione incaricata di redigere il disegno di legge sulle guarentigie, si batté per conferirle un’ispirazione conciliativa. Nel 1874 fu nominato senatore e l’anno successivo ebbe la cattedra di Diritto costituzionale all’università di Torino (dove già in precedenza aveva svolto corsi liberi della materia). Dal 1875 fu socio nazionale dei Lincei. Fra le sue molte opere si ricordano: Introduzione alla scienza del diritto, 1848; La chiesa e lo stato in Italia, 1866; Francia e Italia. Lettere politiche, 1873, opera scritta per contribuire a ristabilire l’amicizia tra le due nazioni.

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