Bonaparte, Luciano, principe di Canino

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Fratello (Aiaccio 1775 - Viterbo 1840) di Napoleone I; fatti gli studi in Francia, ritornato in Corsica nel 1789, vi divenne uno dei più calorosi giacobini, in amicizia con F. Buonarroti e ben presto con P. Paoli. Trasferitosi con la famiglia in Francia, fu partigiano di Robespierre, poi commissario di guerra presso l'esercito del Reno (1795) e in Corsica (1796). Deputato del Consiglio dei Cinquecento dal 1798, preparò come presidente il colpo di stato del 18 brumaio, che riuscì grazie alla sua risolutezza. Ministro dell'Interno (1799), ambasciatore a Madrid (1800), presto entrò in contrasto con il fratello per il suo matrimonio con Alexandrine de Bleschamp (era già vedovo di Christine Boyer, sposata nel 1794), d'ostacolo alle combinazioni matrimoniali progettate da Napoleone. Stabilitosi a Roma (1804), creato dal papa (1814) principe di Canino, si riconciliò col fratello durante i Cento Giorni. Negli ultimi anni di vita cercò di riorganizzare in Inghilterra il partito bonapartista (1832-39). Si occupò di letteratura e di archeologia e scrisse importanti Mémoires (1836). Fu il maggiore collezionista di opere d'arte del periodo napoleonico. Raccolse a Roma nel suo palazzo (già Núñez, poi Torlonia) di via dei Condotti circa 260 pitture, prevalentemente dei secc. 16º e 17º, che sua moglie vendette a Londra nel 1814. Nel 1828 L. B. fece eseguire nelle sue terre di Canino scavi di tombe etrusche, che misero in luce una ricca serie di vasi greci.

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