BODHISATTVA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

BODHISATTVA

R. Grousset
J. Auboyer

Il buddismo più antico e puro, quello predicato dal Buddha Shākyamuni, ignorava i personaggi detti B., il cui nome significa "aspiranti alla bodhi", ossia alla saggezza suprema. Essi fanno la loro apparizione nel buddismo solo verso il I sec. d. C., quando, sotto la spinta d'un sempre crescente gnosticismo e misticismo, si ebbe la formazione d'uno scisma, che diede origine ad un buddismo indicato col nome di Gran Veicolo (Mahāyāna). Il B. è un bellissimo simbolo spirituale che non può essere definito meglio di questo passaggio del Mahāparinibbānasutta: "Io faccio il voto di ottenere per tutti gli Esseri la purezza e l'onniscienza; non è per me che cerco la Liberazione: per tutti gli Esseri io proverò tutti i dolori in tutti i mondi fino alla fine delle età future, perché merita che io provi da solo tutti i dolori affinché gli Esseri non precipitino nell'Inferno". Il culto dei B. si è man mano rafforzato, sino a divenire persino più importante di quello dello stesso Buddha. Alcuni B. sono divenuti più importanti degli altri: Avalokiteshvara, salvatore e mediatore, il suo assistente Tara, la sapienza suprema, Manjushri, essere luminoso per essenza, ecc. Essi sono rappresentati come personaggi principeschi, sfarzosamente rivestiti di una tiara e ornati di gioielli; la loro pelle può essere bianca, dorata, gialla, verde, azzurra, rossa. Talvolta li vediamo raffigurati come esseri con una piramide di teste e numerose paia di braccia, ognuno dei quali ha un diverso attributo. Intorno al loro nome gravitano innumerevoli leggende e fatti miracolosi, passati nella letteratura tradizionale.

Bibl.: B. Bhattacheryya, The Indian Buddhist Iconography, Oxford 1924; H. Dayal, The Bodhisattva Doctrin in Buddhist Sanskrit Literature, Londra 1932; L. de La Vallée Poussin, in Encyclopaedia of Religion and Ethics, Edimburgo-New York, s. v.

(R. Grousset - J. Auboyer)