Bimetallismo

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Termine coniato nel 1876 da E. Cernuschi, per indicare un sistema monetario in cui circolano due monete metalliche tipo, una d’oro e una d’argento, il cui valore nominale corrisponde – a parte la lieve differenza per le spese di coniazione – al valore intrinseco del metallo nobile in esse contenuto. Lo Stato fissa il contenuto di metallo (per peso e titolo) dell’unità monetaria per entrambi i metalli (per es., che 1 lira aurea sia di 1 grammo d’oro e 1 lira argentea di 7 grammi d’argento). Il reciproco della quantità d’oro contenuta nell’unità monetaria è il prezzo ufficiale dell’oro; il reciproco della quantità d’argento contenuta nell’unità monetaria è il prezzo ufficiale dell’argento. Il loro rapporto prende il nome di ‘rapporto legale’ tra i due metalli. I due metalli preziosi sono usati anche per scopi industriali e hanno, quindi, un prezzo di mercato determinato dalla domanda e dall’offerta, il cui rapporto si dice ‘rapporto commerciale’ o di mercato. Nel b. entrambe le monete possono circolare liberamente, hanno potere liberatorio e, se è ammessa la circolazione cartacea, i biglietti sono convertibili liberamente in esse. È libera l’importazione e l’esportazione dei due metalli monetari ed è riconosciuto ai cittadini il diritto di coniazione (diritto di portare alla zecca i metalli e chiederne la trasformazione in monete) e il diritto di fusione (diritto di trasformare le monete in metallo utilizzabile a fini industriali).

Lo Stato cerca di fissare il rapporto legale tra i due metalli in modo che coincida col loro rapporto di mercato, di lungo periodo; ma se si determina un divario persistente, si ha la graduale scomparsa di uno dei due tipi di moneta. Tale fenomeno è conosciuto con il nome di legge di Gresham, secondo cui la moneta cattiva scaccia dalla circolazione la moneta buona. In questi casi lo Stato può intervenire o ristabilendo la parità attraverso la riduzione del peso delle monete più apprezzate (prassi seguita costantemente durante il Medioevo e l’Età moderna, attraverso cui si svolse il processo secolare di svalutazione delle monete), oppure sospendendo o vietando la libera coniazione di quelle deprezzate. In questo secondo caso, il b. degenera in un sistema in cui circola una sola moneta tipo, integrata da una moneta metallica sussidiaria ( b. incompleto o zoppo) e si trasforma in monometallismo.

Il maggior tentativo di realizzare il b. su scala internazionale fu fatto dall’Unione monetaria latina nel 1865 (Belgio, Francia, Italia, Svizzera e, dal 1868, la Grecia). Le lievi variazioni di valore dei due metalli permisero, in primo tempo, di stabilizzare il valore della moneta; ma l’esperienza si chiuse, per la svalutazione dell’argento sul mercato mondiale, con la limitazione della coniazione delle monete d’argento (1873) e la trasformazione delle stesse in monete divisionali (1878). Il b. fu sostituito dal sistema monometallico aureo, come già avvenuto in Gran Bretagna per la sterlina nel corso del 18° secolo. Nel sec. 19° molti economisti ritennero che un sistema con monete d’oro e d’argento nella circolazione offrisse migliori condizioni per la stabilità del valore della moneta. L’esperienza storica mostra che il b. è instabile, se esposto a massicci afflussi di uno dei due metalli monetari per la scoperta di nuove miniere.

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