BILBAO

Enciclopedia Italiana (1930)

BILBAO (A. T., 39-40)

Angelo SANCHEZ RIVERO
Giuseppe CARACI Rafael MARTINEZ

Capoluogo della provincia di Vizcaya e una delle più importanti città della Spagna. Posizione astronomica: 43°15′ N., 2°56′ O. Sorge a circa 12 km. dal mare, e si distende sulle due rive del Nervión, dove questo dilata, sfociando, in un'ampia insenatura (Ría de Bilbao). Il suo sviluppo è piuttosto recente. Fu costituita in villa il 15 giugno 1300 per volere di Diego López de Haro, signore di Biscaglia, che ne è considerato il fondatore, e da allora prosperò rapidamente, soppiantando Bermeo e gli altri centri costieri nel commercio delle lane con l'Inghilterra e l'Olanda, allora il più importante ramo dì attività della regione, ed accentrando a poco a poco in sé l'estrazione del minerale di ferro del paese.

La febbre delle intraprese coloniali, la quale caratterizza l'epoca delle grandi scoperte, fece di Bilbao il centro delle costruzioni navali della Spagna, le cui flotte in Biscaglia si rifornivano anche di abili navigatori. Il Consulado de mar, creatovi sul finire del sec. XV, aiutò potentemente il fiorire dei commerci, ma questi ricevettero un fiero colpo dal decadere della potenza marittima della Spagna, al chiudersi del Cinquecento. La città medievale, con le sue case massicce dai tetti sporgenti, era tutta compresa sulla sponda destra entro una curva del Nervión, a vie strette e disposte in senso normale alla corrente del fiume, lungo il quale si innalzavano le mura, le torri e il castello. Questo sbarrava l'accesso all'unico ponte destinato a congiungere, fino al secolo scorso, l'abitato alla riva sinistra, là dove comincia il pendio verso l'altura di Miravilla.

Durante la seconda metà del sec. XVII e il secolo successivo l'importanza di Bilbao nella vita spagnola decadde grandemente. Solo dopo acquetate le lunghe lotte civili che dilaniarono la regione fino al principio del sec. XIX, la città poté riprendere il suo sviluppo, come conseguenza della rinascita agricola e industriale della Biscaglia. Allora Bilbao, divenuta insufficiente la vecchia cerchia di mura, cominciò a protendersi verso NO., in direzione del mare, parallelamente al corso del Nervión, sul quale si veniva allungando il suo porto. L'asse che regola il moderno ampliamento (Ensanche) della città è rappresentato dalla magnifica Vía de Don Diego López de Haro - detta anche, semplicemente, la Gran Vía - fiancheggiata da un doppio filare di alberi, la quale unisce la stazione ferroviaria alla darsena. Tra la via e il fiume trova posto il parco; a metà del lungo rettilineo s'apre la vasta piazza anch'essa intitolata al nome del fondatore. Il centro della vita cittadina, del movimento commerciale e degli affari resta però ancora vicino al vecchio nucleo, nella Plaza de la Estación, congiunta a quello per mezzo del monumentale Ponte del Arenal (o di Isabel II). Nell'ultimo cinquantennio la popolazione è cresciuta con ritmo abbastanza veloce: da circa 20.000 ab., quanti ne aveva nel 1860, Bilbao è passata a 50.000 nel 1885, a 85.000 nel 1900; oggi ne conta 105.000 nella città vera e propria, 115.000 con i quartieri eccentrici. Unendovi poi i vicini municipî di Baracaldo, Begoña, Deusto, Sestao e Portugalete, che di fatto sono legati al nucleo cittadino, si ha un agglomerato urbano di oltre 175.000 abitanti.

La ricchezza di Bilbao è nelle industrie e nei commerci, per i quali la città è divenuta oggi il primo centro bancario e il secondo porto commerciale del regno. A parte le molte piccole industrie che vi prosperano da tempo (generi alimentari, cristallerie, ceramiche, mosaici, ecc.) e le fabbriche di tessuti (lana e cotone) e di cementi, che vi hanno una certa importanza, Bilbao deve il suo rapido incremento al sorgere della grande industria metallurgico-meccanica, sebbene solo una piccola quantità del minerale di ferro estratto nel paese venga qui lavorata e la maggior parte invece sia diretta a Cardiff, Newport, Glasgow e Newcastle. Gli alti forni di Zorroza (oltre 2000 operai), Baracaldo, Sestao, El Desierto, ecc., nelle immediate vicinanze della città, raggiungono una produzione annua media di 300 mila tonnellate di ferro lavorato e altrettante di acciaio. Congiunta con questa è l'industria delle costruzioni navali anch'essa fiorente dacché venne trasformata secondo i perfezionamenti della tecnica moderna.

I moli del porto, che si stendono lungo il Nervión, hanno uno sviluppo di circa 3 km.; il traffico delle navi mercantili ha segnato oltre a tonn. 2.000.000 di stazza all'entrata ed altrettante all'uscita, in media, negli ultimi anni (1926-27), con poca differenza sui dati dell'anteguerra. Il carbone tiene di gran lunga il primo posto nell'importazione, i minerali di ferro nell'esportazione; discreto è il commercio di vini, farine, legnami, cementi, manufatti, ecc.

Bilbao è servita da una buona rete di ferrovie (ha sei stazioni); ma è a scartamento ordinario il solo tronco che per Miranda de Ebro mena a Saragozza e a Tarragona da un lato, a Valladolid e alla capitale dall'altro. Ferrovie secondarie uniscono Bilbao a Santander, León, Vitoria e ai piccoli centri costieri. Abbastanza fitta è la rete vicinale, elettrificata, al pari dell'urbana.

Monumenti. - I più antichi edifici religiosi di Bilbao sono stati tutti più o meno restaurati in epoche posteriori: così le chiese gotiche di S. Giacomo, di S. Antonio e quella di S. Nicolò da Bari; in questa è un altare di Juan de Mena. Le chiese di S. Vincenzo martire e dei Santi Giovanni appartengono ai secoli XVI e XVII. Il palazzo del municipio è un bell'esemplare di stile barocco. Sono da notare il monumento ad Antonio de Trueba, del Benlliure, e quello a Casilda Yturrizar, del Querol. Nel museo di belle arti si conservano quadri del Bassano, del Carreño e del Mengs, nonché, tra i moderni, di Corot, Gauguin, Regoyos, Zuloaga, Arteta, ecc. Abbondano le collezioni artistiche particolari; in quella di Gregorio Otañes è custodito un piatto d'argento martellato, che ricorda certe acque salutari, lavoro importantissimo dell'oreficeria ispano-romana.

Storia. - Prima della fondazione della città odierna, per privilegio di Diego López de Haro con l'approvazione del re di Castiglia Fernando IV, nel giugno 1300, poco o nulla si sa dell'antica città, che secondo alcuni era il Portus Amanum sulla costa cantabrica, menzionato da Plinio, e secondo altri Flaviobriga, che è forse da individuare nell'odierna Bemeo.

Bilbao comincia a fiorire nel sec. XIV, dopo le franchigie e le esenzioni concesse da re Pietro nel 1350, che permisero alla città di dare ampio sviluppo al proprio commercio e di crescere in potenza e importanza accanto a Bermeo. Bilbao ebbe allora parte importante nelle alleanze dei Baschi spagnoli e francesi contro l'Inghilterra. Gli abitanti della città erano divisi in due partiti, capitanati rispettivamente dalle famiglie Oñaz e Gamboa, e ciascuno di essi eleggeva un alcalde per il governo municipale. Ma siccome questa divisione turbava la vita pubblica, Giovanni II nel 1435 dispose che i nomi di Oñaz e di Gamboa venissero cambiati in quelli di S. Pietro e di S. Paolo e si desse un'altra forrma al governo locale: che fossero nominati tre alcaldi alternantisi in carica (sicché uno solo alla volta avesse giurisdizione), 12 reggenti, un notaro e due procuratori generali. Al principio del sec. XVI il commercio di Bilbao era giunto a tale importanza, che si credette utile trasferirvi il tribunale di commercio da Burgos. Le ordinanze relative approvate da Filippo II nel 1560 e riformate poi nel 1672 e 1737, furono considerate come testo di legge in materia commerciale nella Spagna.

I Francesi misero a sacco Bilbao nel 1808, e la città dovette sopportare tutte le calamità della guerra, perché, priva di fortificazioni, fu occupata alternativamente dalle truppe francesi e spagnole.

Alla morte di Ferdinando VII cominciarono le lotte civili nelle provincie basche, e Bilbao ebbe molto a soffrirne, giacché attorno ad essa avvennero sanguinose battaglie tra liberali e carlisti. Questi, sotto il comando di Zumalcárregui, posero l'assedio alla città il 10 giugno 1835; ma i bilbaini non si arresero; ferito il generale carlista, lo stesso don Carlos si mise a capo degli assedianti e ordinò il bombardamento, ma ai primi di luglio dovette toglier l'assedio. Tuttavia l'anno seguente (1836) i carlisti ripresero l'assedio e bombardareno orribilmente la città, che fu liberata dall'intervento del generale Espartero.

Nel dicembre 1873, nella seconda guerra civile, i carlisti per la quarta volta assediarono Bilbao; dopo 124 giorni, il 2 maggio 1874, entrò nella città l'esercito della repubblica spagnola, che poco dopo cedeva alla monarchia.

Bibl.: T. Guiard, Historia de la noble villa de B., Bilbao 1905-12.

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