BECCARI, Bernardino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)

BECCARI, Bernardino

Tullio Bulgarelli

Nativo di Sacile, nella Marca Trevigiana, figlio di certo Daniele, esercitò a Roma, nella seconda metà del sec. XVI la professione di libraio. È impossibile stabilire l'epoca della sua venuta a Roma; tuttavia nell'Archivio Capitolino si conserva la copia di un contratto, stipulato tra il B. e la Stamperia del Popolo romano, il quale ci permette di stabilire che nel 1575 egli teneva già bottega in piazza della Minerva. Oltre che al commercio dei libri si dedicò a piccole imprese editoriali; infatti si conservano alcune opere nelle quali egli figura come editore: tra queste la più rimarchevole è Il Prencipe del Fracastoro, pubblicato nel 1597 per i tipi di Nicolò Muzi.

Ma il B. va ricordato soprattutto come autore di numerosi opuscoli riportanti avvenimenti di grande rilievo, ossia come estensore di "avvisi a stampa" che precorrono, per il contenuto e in parte per la forma, le future gazzette. Il Mazzuchelli lo registra come autore di undici opuscoli di tal genere pubblicati tra il 1595 e il 1599; in realtà sotto il suo nome, nelle sole biblioteche romane, figurano oltre cinquanta esemplari di avvisi a stampa: considerato il carattere piuttosto labile di tal genere di pubblicazioni è da pensare che ne siano usciti dai torchi molti di più.

L'opera del B., come redattore di avvisi, ha un'importanza veramente notevole dal punto di vista della storia del giornalismo. Prima di lui gli avvisi a stampa avevano un carattere del tutto occasionale: si trattava quasi sempre di lettere private, scritte da diversi, e spesso anonimi autori, le quali - non sappiamo ancora bene attraverso quali vie ed accordi - venivano diffuse per mezzo della stampa. Il B. raccoglie invece le notizie - che a lui dovevano pervenire da varie fonti, ma soprattutto attraverso la rete dei corrieri postali - e le elabora in veri e propri articoli che hanno già uno spiccato sapore giornalistico. Nella stesura dei suoi avvisi egli obbedisce ad uno schema pressoché costante: dopo un preambolo introduttivo passa all'esposizione dai fatti e ai ragguagli di carattere storico e geografico, traendo infine una morale che s'ispira alla più rigida ortodossia cattolica. Nel suo stile sobrio e non privo di eleganza tratta gli argomenti più diversi, ma la maggior parte dei suoi avvisi è dedicata alla guerra turco-imperiale. Per la stampa dei suoi opuscoli egli si valse di vari tipografi, ma più frequentemente di Niccolò Muzi.

L'opera pubblicistica del B., che a buon diritto possiamo considerare l'antesignano dei giornalisti italiani, ebbe intensa ma breve durata: le date di pubblicazione dei suoi opuscoli a noi rimasti vanno dal 1593 al 1600, anno in cui si perde ogni traccia della sua attività.

Tra i suoi avvisi più tipici e significativi possiamo ricordare: La presa di Novigrado città dell'Ongaria superiore. Per il Serenissimo Arciduca Matthias. Seguita alli 10 Marzo 1594, Roma, Zanetti, 1594; Aviso della presa di Lippa, et della battaglia seguita alli 23 d'Agosto tra le genti del Serenissimo Prencipe di Transilvania e Sinam Bassà, Roma, N. Muzi, 1595; La maravigliosa vittoria ottenuta dalle genti del Re Cattolico contra i ribelli heretici che havevano sorpresa la città di Lira in Brabantia a di 14 d'Ottobre 1595, ibid. 1595; Avviso della sollevatione de negri dell'isola di San Tomaso contra la corona di Portogallo, con la rotta data da i Portughesi ad essi Negri, e la morte del loro falso Re Amadore, del mese d'Agosto 1595, ibid. 1596; Relatione del successo dell'armata d'Inghilterra, condotta da Francesco Drac, e Giovanni Achines Generali, a S. Giovanni di Porto Ricco nella nuova Spagna il di 23 di Novembre 1595, ibid. 1596; Avviso de gli apparati, della pompa, e del numero de' Soldati, con che Mehemet Re de Turchi partì di Costantinopoli per venire alla guerra di Ungheria a di 20 di giugno 1596, ibid. 1596; Le Pompe maravigliose fatte nella città di Cremona, e di Milano, per l'arrivo della Sereniss. Reina di Spagna Donna Margherita d'Austria, ibid. 1598; La solenne entrata che ha fatto il signor conte di Lemos Viceré di Napoli in Roma, alli 20 di marzo 1600, Roma, Bonfadino, 1600.

Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 586; G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante, I, Venezia 1734, p. 122; G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da letterati del Friuli, IV, Venezia 1830, p. 334.

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