BENIN

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Benin

Anna Bordoni
Luisa Azzolini
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(VI, p. 643; App. IV, i, p. 250; V, i, p. 343)

Geografia umana ed economica di Anna Bordoni

Popolazione

Rispetto ai decenni precedenti la distribuzione territoriale della popolazione (che nel 1998, secondo stime ufficiali delle Nazioni Unite, aveva raggiunto la cifra di 5.781.000 unità) è divenuta ancora più irregolare: nella regione costiera del paese si superano i 200 ab./km, mentre nella fascia centro-settentrionale, dove le risorse naturali sono notevolmente più scarse, la densità demografica scende a valori inferiori a 50, e addirittura a una decina di ab./km nelle zone di confine con il Niger e con il Burkina Faso. Il tasso di accrescimento, che era già molto elevato, nel corso del decennio Novanta è ulteriormente aumentato, attestandosi sul 29% medio annuo. Alla forte pressione demografica non ha fatto riscontro un'adeguata crescita delle infrastrutture sociali del paese, come provano i preoccupanti valori di alcuni indicatori relativi alle condizioni sanitarie e all'organizzazione dell'istruzione (a metà degli anni Novanta si contavano quasi 16.500 ab. per medico, la mortalità infantile era ancora vicina al 90%, gli analfabeti raggiungevano il 63%).

Una tradizionale valvola di sfogo è rappresentata dall'emigrazione, che dapprima diretta quasi esclusivamente verso la Nigeria, poi, da quando questa ha chiuso le frontiere, si è orientata soprattutto verso il Ghana. Modesta è la quota della popolazione urbana (40% nel 1997): di fatto le sole vere città sono Porto Novo e Cotonou (rispettivamente 179.000 e 536.000 ab. nel 1994). Per il resto la forma di insediamento prevalente è rimasta il villaggio, con strutture e tipi di abitazione diversi secondo l'ambiente naturale.

Condizioni economiche

Il B. è un paese sostanzialmente povero, caratterizzato da un marcato dualismo, con una forte pressione demografica e penalizzato da una dipendenza di fatto dall'andamento dell'economia della vicina Nigeria. Accanto a un settore pubblico relativamente moderno, ad attività agricole e industriali abbastanza efficienti e produttive, ma che coinvolgono una componente largamente minoritaria della popolazione, esiste un vasto settore informale, in grado di produrre a malapena per le proprie esigenze alimentari e che, in prossimità del confine con la Nigeria, utilizza proventi del contrabbando e del commercio frontaliero.

Dopo il 1972 l'assunzione del potere da parte di elementi militari progressisti ha determinato nuovi orientamenti di politica economica, in base ai quali, pur non trascurando la necessità di un'agricoltura di esportazione, si è posto l'obiettivo dell'autosufficienza alimentare. In campo industriale, i piani di sviluppo avviati dalla fine degli anni Settanta hanno rivolto particolare attenzione al decollo del settore manifatturiero, puntando soprattutto al rafforzamento delle industrie che utilizzano materie prime di origine agricola.

All'inizio degli anni Novanta il B., accettando il piano di austerità imposto dal Fondo monetario internazionale, ha intrapreso una serie di riforme economiche socialmente dolorose ma necessarie per far uscire il paese dallo stato di crisi in cui versava. A distanza di sette anni, la situazione economica si è fatta meno gravosa, malgrado il pesante disavanzo del bilancio pubblico e della bilancia commerciale, e l'ancora consistente debito estero (1594 milioni di dollari alla fine del 1996).

L'agricoltura rimane la principale attività: la maggior parte dei prodotti è ormai destinata al consumo interno, mentre tra quelli di piantagione solo il cotone ha un certo rilievo (47% del totale delle esportazioni nel 1995). Il petrolio costituisce una delle poche risorse del sottosuolo e, anche se con una produzione modesta, contribuisce positivamente al sostegno dell'economia nazionale. L'industria continua a essere legata soprattutto alla trasformazione dei prodotti agricoli.

bibliografia

P. Manning, Coastal society in the Republic of Benin: reproduction of a regional system, in Cahiers d'études africaines, 1990, 114, pp. 239-57; H.-M. Laourou, Estimation de la mortalité au Bénin à partir d'une enquête à passages répétés (1881-1983), in Population, 1994, 1, pp. 119-44; J.S.Eades, C. Allen, Benin, Oxford-Santa Barbara (Calif.) 1997.

Storia di Luisa Azzolini

Con la fine del bipolarismo conseguente alla crisi del blocco sovietico, il B. si era riorientato in senso occidentale abbandonando l'ideologia di stato ispirata al marxismo-leninismo e aprendosi al multipartitismo. Tale processo, motivato essenzialmente dalle gravi difficoltà economiche in cui versava il paese alla fine degli anni Ottanta e dalla progressiva dipendenza dagli aiuti della Francia e dei paesi occidentali, era avvenuto pacificamente attraverso la convocazione, nel febbraio 1990, di una 'conferenza nazionale delle forze vive' del paese che aveva formulato una nuova carta costituzionale e preparato l'avvicendamento di M. Kérékou, al potere dal 1972, attraverso regolari elezioni presidenziali. Nel corso degli anni Novanta, il B. mantenne una relativa stabilità politico-istituzionale, nonostante l'assenza di una maggioranza parlamentare definita e le agitazioni sociali causate dalle riforme economiche varate dal governo d'intesa con il Fondo monetario internazionale.

La nuova Costituzione, con la quale il paese ha assunto la denominazione di Repubblica del B., fu approvata in seguito a un referendum popolare il 2 dicembre 1990; essa garantisce l'adozione di un sistema politico multipartitico. Capo dello Stato e dell'esecutivo è il presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale diretto con mandato quinquennale rinnovabile una sola volta, mentre il potere legislativo spetta all'Assemblea nazionale, eletta a suffragio universale per quattro anni.

Le elezioni presidenziali del marzo 1991 sancirono la vittoria di N. Soglo, un funzionario della Banca mondiale, già a capo del governo di transizione nominato da Kérékou nel febbraio 1990. Il nuovo presidente si impegnò nel risanamento finanziario del paese, attraverso una drastica riforma fiscale e la privatizzazione della maggior parte delle industrie statali.

In politica estera Soglo intensificò i rapporti con gli stati occidentali, in particolare la Francia, e con i paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) di cui venne eletto presidente nel 1992 e riconfermato nel 1993.

Se la politica economica di Soglo contribuì in modo significativo ad aumentare la credibilità del B. sul piano internazionale garantendo al paese l'afflusso di prestiti consistenti, la sua ricaduta sulla società civile in termini di aumento della disoccupazione, di riduzione della spesa sociale e di diminuzione degli stipendi degli impiegati pubblici, provocò un acutizzarsi del conflitto sociale e alienò rapidamente al presidente il consenso di una parte consistente dell'elettorato. Inoltre, la svalutazione del 50% del franco CFA, decisa nel gennaio 1994, e il conseguente aumento dell'inflazione (fino al 40%) causarono un'ondata di scioperi che paralizzarono il settore pubblico nel marzo 1994. Contemporaneamente, il governo di Soglo veniva messo in difficoltà dall'ostruzione parlamentare a nuove misure di austerità, nonché dal malcontento crescente per quella che l'opinione pubblica identificava sempre più come una gestione autoritaria e nepotistica del potere. Pertanto, nelle elezioni legislative del 1995, sebbene il Parti de la renaissance du Bénin, cui Soglo aveva aderito nel 1993, avesse conquistato il maggior numero dei seggi, si registrò un'affermazione delle forze di opposizione raccolte intorno al Parti du renouveau démocratique e al Front d'action pour le renouveau et le développement-Alafia formato dai sostenitori di Kérékou. L'alleanza fra questi due partiti permise quindi la vittoria di Kérékou nelle elezioni presidenziali del marzo 1996. Tornato al potere grazie a un voto democraticamente espresso, l'ex dittatore si impegnò in una politica di riconciliazione nazionale, nominando, fra l'altro, come ministro delle Finanze, M. Mensah del partito di Soglo, e rallentando le privatizzazioni, senza tuttavia compromettere i rapporti con il Fondo monetario internazionale. Le elezioni legislative del 30 marzo 1999 registrarono il successo del Parti de la renaissance du Bénin (27 seggi), all'opposizione dal 1995, ma complessivamente i seggi ottenuti dai partiti sostenitori di Kérékou (41) pareggiarono quelli ottenuti dall'opposizione (42).

bibliografia

C. Allen, Democratic renewal in Africa. Two essays on Benin, Edinburgh 1992; A.-D. Adamon, Le renouveau démocratique au Bénin. La Conférence nationale des forces vives et la période de transition, Paris 1994; M. Kérékou, Preparer le Bénin du futur. Réflexions d'un citoyen sur le devenir du pays, Porto Novo 1996.

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