BELLUNO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

BELLUNO (VI, p. 574 e App. I, p. 256)

Elio MIGLIORINI
Giuseppe PRAGA
Giuliano PROCACCI

Mentre la città (28.718 ab. nel dicembre 1947) ha subito scarsi danni durante la seconda Guerra mondiale, la linea ferroviaria che segue il corso del Piave è stata interrotta tra Feltre e Sedico, in seguito alla distruzione d'un lungo viadotto sul torrente Viera, per cui le comunicazioni tra Venezia e la parte settentrionale della provincia (Cadore, Ampezzano) vennero disimpegnate dalla nuova linea Vittorio-Ponte nelle Alpi (inaugurata nel 1938).

Storia. - Dopo la proclamazione dell'armistizio (8 settembre 1943) la provincia di Belluno, con quelle di Trento e di Bolzano, passò sotto il controllo germanico: le tre provincie costituirono la zona dell'Alpenvorland, retta da un commissario, che aveva sede in Bolzano. Detta zona veniva a formare un corpo del tutto distinto dal resto dell'Italia posta ancora sotto la giurisdizione della "repubblica sociale", tanto che le misure militari e di polizia di esso governo non vi avevano corso. Le spese relative all'amministrazione erano però sostenute dal governo fascista. Da parte germanica si ricorse a un richiamo in massa alle armi che però rimase nella provincia di Belluno lettera morta. Assai più vasta fu invece la precettazione di lavoratori per l'organizzazione Todt.

A partire dal giugno 1944, cominciò ad esplicarsi l'attività di resistenza partigiana, cui i Tedeschi risposero con rastrellamenti in massa quali quelli del Grappa e del Cansiglio nel settembre 1944. Con l'avvicinarsi delle truppe alleate la lotta crebbe di vigore e non ebbe termine che il 1° maggio 1945. La città di Belluno fu di conseguenza insignita della medaglia d'oro al valor partigiano.

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