Beccio da Caprona

Enciclopedia Dantesca (1970)

Beccio da Caprona

Renato Piattoli

Uomo d'arme (sec. XIII-XIV), di carattere rissoso e violento, sarebbe, secondo i commenti di Pietro e dell'Anonimo, l'uccisore di quel da Pisa (Pg VI 17), cioè Farinata figlio di messer Marzucco degli Scornigiani (v.).

Scarse sono le notizie sulla sua vita, e comunque non contengono alcun elemento atto a provare la veridicità della testimonianza dei due commentatori. Sappiamo che nel 1284 B. con il fratello Francone arbitrò in alcune controversie tra il comune di Pisa e quello di Arena in Valserchio. Quindi nel 1293 fu nominato procuratore dell'esule ghibellino lucchese Bacciameo del fu Ciapparone Orlandi; inoltre il 10 luglio 1297 il comune di Pisa gli concedeva di poter assumere la capitaneria di guerra dell'isola d'Elba con lo stipendio di 30 libre mensili, e ciò in deroga al fatto che egli si trovasse allora in posizione di divieto per essere uscito dall'ufficio di Capitano di Vico, dato che la cosa si presentava di grande necessità e utilità. Recentemente è stata data alla luce una lettera di B. a Cantino dei Cavalcanti da Firenze capitano del Popolo di Pistoia (novembre 1300 - aprile 1301) di notevole interesse per il consolidamento della Parte bianca in quella città. Qualche anno più tardi, il 20 gennaio 1308, egli fu testimone a una solenne pacificazione privata tra famiglie di Popolo.

La famiglia di B. fu di origine feudale, ed ebbe centro nel castello di Caprona (v.), nel contado di Pisa. I da Caprona sentirono sin dal secolo XII l'attrazione della città, dove si trasferirono costituendovi una delle consorterie più attive nell'amministrazione dello stato. Ebbero in città case e torri nella Cappella di

S. Giusto del Parlascio; si ha anche notizia di una " platea nobilium de Capronensibus ".

Il loro fondamento economico fu nel patrimonio terriero e nei redditi agricoli, e possedettero beni, particolarmente estesi nel territorio di Montemagno; seguirono fedelmente i conti di Donoratico nel periodo in cui essi furono signori di Pisa. Frequentemente strinsero alleanza matrimoniale con famiglie di rilievo, sia di nobiltà sia di popolo.

Bibl. - E. Cristiani, Nobiltà e Popolo nel Comune di Pisa, Napoli 1962, 287, 378-379 e passim; Id., Cantino Cavalcanti e il consolidamento della parte bianca a Pistoia, in " Bull. Stor. Pistoiese " LXVI (1968) 3-9.