BAVIERA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BAVIERA

K. Otto

(ted. Bayern)

Regione storica e amministrativa della Germania comprendente, a partire dal sec. 19°, Alta e Bassa B., Svevia bavarese, Alto Palatinato, Alta, Media e Bassa Franconia; rispetto al territorio dell'antica B. si distinguono la Svevia e la Franconia, in quanto aree profondamente autonome sul piano storico-artistico.Da un punto di vista geografico la regione corrispondente all'antica B. si trova chiusa a S dalla catena delle Alpi, alle cui pendici si estende a N una zona collinare formata da depositi morenici dell'epoca glaciale. La città di Monaco, situata su un pianoro di ghiaia leggermente digradante verso N, è circondata da rilievi collinari dell'era terziaria. Ampie e pianeggianti, le valli dei fiumi Lech, Isar e Inn confluiscono nella pianura danubiana; a N del fiume il versante nordorientale, in direzione della Boemia, è chiuso dalle catene montuose della Selva Bavarese e di quella dell'Alto Palatinato. La formazione calcareo-conchiglifera del Giura francone, che si estende a O in direzione N-S, forma una barriera naturale verso la Franconia.Il nome B. deriva dalla stirpe dei Bavari, ricordati per la prima volta alla metà del sec. 6° da Giordane (De origine actibusque Getarum, del 551 ca; MGH. Auct. Ant., V, 1, 1882, pp. 53-138: 130). Indagini archeologiche hanno individuato talune testimonianze relative alla loro composizione etnica, comprendente nuclei di popolazione romana e germanica, di origine boema, occidentale e longobarda. Va detto a questo proposito che la prima dinastia ducale bavarese, quella degli Agilolfingi, già nel sec. 6° era in stretto contatto con i Longobardi insediatisi in Italia settentrionale; la figlia del duca Garibaldo I, Teodolinda (m. nel 625 ca.), sposò infatti il principe longobardo Autari.L'area di insediamento dei Bavari, che si estendeva inizialmente tra i fiumi Lech e Inn, nel sec. 6° arrivò a includere da prima le valli alpine e nel secolo successivo anche la regione a N del Danubio. Centri romani come Passau, Augusta e Ratisbona continuarono a essere abitati e il loro originario sistema viario costituì la traccia per quello medievale; gli insediamenti sorti nel corso del sec. 6° tra i fiumi Lech e Inn si distinguono ancora oggi per i toponimi caratterizzati dal suffisso -ing (per es. Menzing).A partire dal sec. 6° Ratisbona divenne residenza ducale. Nel secolo successivo monaci itineranti irlandesi e franchi cominciarono a evangelizzare la B. e l'irlandese Eustasio fondò il monastero di Weltenburg. Nel sec. 8° giunsero nella regione soprattutto monaci franchi, come per es. a Ratisbona Emmeram, a Salisburgo Ruperto e a Frisinga Corbiniano. Nel 739, al tempo del duca Odilone (m. nel 748), vennero istituite per disposizione pontificia le diocesi di Ratisbona, Frisinga, Salisburgo e Passau, riunite sotto un'arcidiocesi bavarese. Durante il ducato di Tassilone III (m. nel 794 ca.) vennero fondati numerosi monasteri benedettini, tra i quali vanno ricordati quelli di Niederalteich, Polling, Wessobrunn; a Kremsmünster è ancora oggi conservato, nel tesoro dell'abbazia, il calice donato dallo stesso Tassilone. Anche altri esponenti della nobiltà fondarono abbazie che, come St. Quirin a Tegernsee e St. Benedikt a Benediktbeuern, si affiancarono alle sedi vescovili quali centri religiosi, di pensiero e di cultura.Al tempo di Tassilone il nucleo d'origine della regione bavarese comprendeva, oltre alla zona centrale tra i fiumi Lech e Enns, il Nordgau, l'od. Alto Palatinato e il Tirolo, inclusa la diocesi di Säben.Nel sec. 8° i Carolingi posero fine alla dominazione agilolfingia e la B. fu annessa al regno dei Franchi, ottenendo tuttavia un proprio sistema giuridico e trasformandosi in provincia ecclesiastica autonoma, con l'arcidiocesi di Salisburgo; Ratisbona, accanto a Francoforte, divenne capitale dell'impero. Alla caduta dell'impero carolingio in B. venne restaurato il ducato che raggiunse la massima estensione territoriale, comprendente Verona, la marca della Carniola e l'Istria, al tempo di Enrico il Litigioso (951-995). Suo figlio, il futuro imperatore Enrico II (973-1024), fondò nel 1002 la diocesi di Bamberga e commissionò la costruzione del duomo.Alla metà del sec. 10° ebbe inizio un'ondata di espansione della B. verso E, fino oltre la Selva Viennese; questo territorio si separò nel 1156 per formare il ducato indipendente dell'Austria.A partire dall'epoca ottoniana le diocesi e tutte le maggiori abbazie dipendevano direttamente dall'impero e costituivano il fondamento del potere del sovrano. Tale fenomeno portò alla fioritura delle scuole legate alle cattedrali e di quelle monastiche, che istituirono una fitta rete di rapporti sovraregionali a vasto raggio. La riforma cluniacense ebbe in B. una forte eco; a partire da Hirsau venne fondato nella seconda metà del sec. 11° un gran numero di nuove abbazie benedettine, insieme alla diffusione di nuovi ordini, come quelli cistercense e premonstratense e soprattutto i Canonici agostiniani.L'ultimo dei duchi guelfi bavaresi, Enrico XII il Leone, duca di B. e di Sassonia (1129/1135 ca.-1195), fondò nel 1158 la città di Monaco, spostando il ponte sull'Isar leggermente più a S, lungo l'antica via del sale che da Augusta conduceva a Salisburgo.Nel 1180 il titolo ducale passò ai Wittelsbach e il ducato divenne ereditario. La regione venne divisa già nel Duecento, per ragioni ereditarie, in due parti, Alta e Bassa Baviera.Nel 1328 Ludovico IV il Bavaro (1287-1347) venne incoronato imperatore e stabilì la propria residenza a Monaco. Attraverso legami politici e di parentela furono annessi alla B. anche il Tirolo, le contee di Holland, Seeland, Friesland e lo Hennegau. Alla morte di Ludovico, la B. venne suddivisa nei ducati di Alta B.-Tirolo, Bassa B.-Landshut e Straubing-Niederlande, con conseguente sviluppo delle città in cui i sovrani fissarono la propria residenza; nel 1392, a causa di un'ulteriore suddivisione territoriale, si aggiunse anche il ducato di Ingolstadt. Nel 1433 la scomparsa della linea di Straubing portò alla cessione del Niederlande alla Borgogna e Straubing venne divisa tra i rimanenti ducati; nel 1447 si estinse il ramo di Ingolstadt. Solo al principio del sec. 16°, con Alberto IV di Wittelsbach, detto il Saggio (1447-1508), la B. fu riunita di nuovo sotto un unico ducato e i duchi fissarono la loro residenza a Monaco.A partire dai secc. 12° e 13° numerosi centri urbani cercarono di sottrarsi alla sovranità della nobiltà locale, sottomettendosi direttamente al regno - da cui dipendevano le città di Ratisbona e di Augusta - e diventando in tal modo città regie dotate di un sistema giuridico autonomo. Nel corso del Trecento, con il mutare delle strutture socio-economiche, crebbe l'importanza della borghesia: patriziato e corporazioni diventarono la forza sociale determinante, accanto al clero e alla nobiltà.

Arte

L'architettura preromanica e quella romanica dominarono a lungo l'orizzonte artistico bavarese, rimanendo per secoli invariato il tipo di costruzione con impianto basilicale a tre navate su pilastri, senza transetto, sovente con corpo occidentale a due torri. Probabilmente già in epoca preromanica all'interno delle città gli edifici religiosi erano in pietra. La più importante chiesa precarolingia conservata è la basilica di St. Emmeram a Ratisbona, risalente sostanzialmente (a parte le aggiunte barocche) alla fondazione del duca Garibaldo e di Sintpert, che sostituiva con ogni probabilità una chiesa paleocristiana. La tomba di s. Emmeram è circondata da una cripta anulare, entro cui sussiste anche un sepolcro di famiglia nobiliare tardocarolingio. A Salisburgo è testimoniata nel 774 la consacrazione del grandioso duomo, a tre navate e absidato, fondato dall'arcivescovo Virgilio.Tra i secc. 9° e 11° l'attività edilizia risulta ridotta; il contributo più significativo dell'arte tardo ottoniana consistette nella realizzazione dei transetti occidentali nelle cattedrali a doppio coro di Augusta e di Bamberga e nel St. Emmeram di Ratisbona. Alla metà del sec. 11° quest'ultima chiesa divenne il prototipo di una tipologia edilizia a nicchie che va attribuita a un maestro formatosi in Italia settentrionale: la Wolfgangskrypta, la Maddalenkapelle e l'atrio di St. Emmeram ne possono essere considerati tutti esempi. La più importante soluzione architettonica elaborata autonomamente nel Romanico bavarese è il tipo di chiesa 'a sala' a tre navate di uguale altezza e senza cleristorio; gli esempi più precoci sono la certosa di Prüll (consacrata nel 1110), il St. Leonhard a Ratisbona e le chiese di Nabburg e di Walderbach.Nel St. Peter a Salisburgo (consacrazione nel 1143) l'alta parete della basilica venne per la prima volta scandita ritmicamente dall'alternanza dei sostegni, come subito dopo si realizzò anche nel St. Zeno a Bad Reichenhall o nell'abbaziale Mariä Himmelfahrt a Scheyern. La riforma di Hirsau introdusse una variante nello schema costruttivo tradizionale in B.: l'esempio più antico - peraltro giunto in forme barocche - è rappresentato dall'abbazia di Fischbachau, fondata da Guglielmo di Hirsau (m. nel 1091), consacrata nel 1101 e imitata, da un punto di vista tipologico, da numerosi monasteri svevi. All'abbazia di Prüfening - edificata a partire dal 1109 con impianto basilicale a pilastri, coro triabsidato, terminazione orientale tipo Hirsau, due torri e transetto a E - seguì la fondazione delle filiazioni di Biburg, Münchsmünster e Windberg, che ne ripetono lo schema.Nei pressi di Frisinga si concentrano le basiliche tardoromaniche a pilastri e con cripta, caratterizzate dalla tipica torre occidentale isolata (Ilmmünster, Isen e Moosburg). Le altre fondazioni del sec. 12° seguono il classico impianto basilicale a tre navate divise da pilastri, senza transetto. Il duomo di Frisinga (Mariä Geburt und St. Korbinian), sorto a partire dal 1159 con impianto basilicale, matroneo e cripta, privo di transetto, rappresenta l'esempio più precoce di architettura in laterizio. Il motivo del matroneo praticabile, realizzato contemporaneamente a quelli delle cattedrali di Notre-Dame a Parigi, di Laon e di Noyon, si ispira a modelli dell'Italia settentrionale, come il duomo di Parma. Nell'abbazia benedettina di St. Jakob a Ratisbona, detta Schottenkloster (monastero degli Scozzesi), la fronte del portale, di spiccato carattere scenico, influenzò l'architettura tardoromanica ben oltre i confini della B., per es. a Schöngrabern, Deutschaltenburg e Lébény.A partire dal sec. 11° si possono cogliere nell'architettura della B. influssi provenienti dall'Italia settentrionale, mentre nel sec. 12° è testimoniato l'impiego di maestranze provenienti da Como nei lavori di costruzione della Allerheiligenkapelle nel chiostro del duomo di Ratisbona. Deriva dall'Italia settentrionale - certo per il tramite di Salisburgo, sede dell'arcidiocesi - in particolare la plastica architettonica; i portali di St. Peter e della chiesa dei Francescani nella stessa Salisburgo risentono in modo diretto dell'influsso di Verona e di Trento, mentre il portale del St. Zeno a Bad Reichenhall presenta leoni stilofori di marca lombarda.Nello stesso tempo sono evidenti già nel sec. 12° influenze occidentali: il coro dell'abbaziale benedettina, riformata cluniacense, di Kastl b. Amberg (costruzione terminata nel 1129), uno dei primi esempi di copertura a botte cinghiata senza cleristorio, imita sia prototipi borgognoni sia esempi quali l'abbaziale di Payerne nella Svizzera occidentale.Dal sec. 12° è relativamente diffusa, in semplici chiese di villaggio, la tipologia ad aula unica con abside semicircolare e torre; a partire dalla stessa epoca le torri, in origine annesse all'edificio in un secondo tempo, cominciano a essere previste in uno con esso fin dalle fondamenta; battisteri isolati non erano diffusi nelle regioni a N delle Alpi.Nel corso del sec. 13° in campo architettonico l'influsso francese prende nettamente piede, come è ben riconoscibile per la prima volta nel Georgenchor del duomo di Bamberga (dal 1220), coperto da volte costolonate, con pareti articolate plasticamente all'interno e all'esterno invece lisce e prive di contrafforti.Non è possibile considerare l'architettura gotica in B. come un fenomeno unitario; vi si intersecano infatti percorsi che portano dalla Borgogna all'Austria, dal Reno alla Boemia, dall'Italia alla Germania centrale. Importanti per la diffusione delle forme gotiche furono soprattutto le chiese degli Ordini mendicanti, sorte all'interno delle città a partire dalla metà del Duecento, come quella dei Domenicani a Ratisbona o dei Francescani a Monaco e a Ingolstadt. Nelle chiese mendicanti si uniscono forme tradizionali (per es. impianti basilicali, con navate scandite da pilastri, triabsidati e privi di transetto) e nuove soluzioni spaziali più libere. Gli esempi mendicanti vennero a loro volta imitati da edifici cistercensi (ne è esempio l'abbaziale di Kaisheim) e così pure da chiese cittadine sorte intorno e dopo il 1300, che appena si differenziano dai modelli mendicanti, come St. Jodok a Landshut e St. Moritz a Ingolstadt.Intorno al 1250 venne iniziata la ricostruzione dalle fondamenta, in stile gotico, del duomo di Ratisbona; le forme e la metodologia del Masswerk altorenano che lo caratterizzano lo avvicinano piuttosto alla tipologia delle chiese cittadine che non a quella del Gotico c.d. da cattedrale.In ogni caso l'architettura gotica della regione riceve un rinnovato impulso soprattutto con la fondazione del monastero di Ettal, voluto dall'imperatore Ludovico di B. nel 1340. La chiesa abbaziale, a pianta centrale dodecagonale, presentava in origine un sostegno centrale e un giro interno di pilastri connessi a una corona di cappelle, secondo una tipologia di desunzione parigina, benché l'edificio rimandi nel complesso piuttosto all'Italia e all'Inghilterra.La tradizione delle chiese 'a sala' romaniche continua ancora ininterrotta sino all'inizio del sec. 14°, per es. nelle chiese degli Ospitalieri, a Ingolstadt (iniziata nel 1319), a Salisburgo e a Laufen (entrambe del 1330 ca.). In quest'ultimo edificio si trovano i primi esempi di pilastri a muro collocati all'interno lungo il corpo longitudinale, in forme che divennero importanti soprattutto nelle chiese 'a sala' quattrocentesche.Nel secondo quarto del Trecento Heinrich I Parler avviava ad Augusta la trasformazione del duomo romanico, mentre suo figlio Peter (1330-1399) si recò a Praga, chiamatovi da Carlo IV (1316-1378). L'architettura del sec. 15° sviluppò ulteriormente le soluzioni spaziali parleriane. Nel 1406, la costruzione del nuovo coro del duomo di Passau venne avviata da un boemo, Hans Krumenauer. La chiesa di St. Martin a Landshut, realizzata in laterizio da Hans di Burghausen, costituisce il punto di partenza di uno sviluppo che porta alle estreme conseguenze la spazialità dei Parler. La volta si innesta direttamente su snelli e alti pilastri, diramandosi da essi come un fascio di raggi; diventano motivi comuni il pilastro cilindrico come tipologia dei sostegni che all'interno girano di fronte alla parete di chiusura del coro, oppure la coppia di pilastri affiancati nei cori 'a sala' con deambulatorio, come per es. nella chiesa francescana di Salisburgo o nella Spitalkirche Heiliggeist a Landshut. Nel 1458 Bernardo Rossellino a Pienza si ispirò evidentemente a modelli bavaresi.In B. le soluzioni spaziali di Hans di Burghausen trovarono molto seguito, come dimostra per es. la ricostruzione della Frauenkirche di Monaco, iniziata nel 1468. I progressi nella tecnica delle coperture a volta portarono a una reinterpretazione dello spazio, i costoloni diventarono indipendenti rispetto alla struttura della volta, assumendo andamento curvilineo o formando chiavi di volta profondamente ribassate. Un maestro in questo nuovo tipo di coperture è Benedikt Ried, originario di Burghausen ma stabilitosi a Praga, e ancora intorno alla fine del sec. 15° nuove forme di volta vennero realizzate in molte delle più antiche chiese bavaresi.Solo nel cantiere della cattedrale di Ratisbona continuò la tradizione medievale dei lapicidi mentre nel 1459 apparve un testo importante per comprendere l'architettura del tempo, il volumetto di Matthäus Roritzer, Von der Fialen Gerechtigkeit (Sulla legittimità dei pinnacoli), un insieme di regole per il lapicida.La Riforma significò anche per la B. la fine dell'attività costruttiva di impronta medievale nel campo dell'edilizia religiosa. Accanto a quest'ultima, nel Tardo Medioevo appare incrementata l'architettura civile, edilizia urbana, castelli e fortificazioni, mentre la progressiva presa di coscienza della borghesia e delle corporazioni portò alla fioritura di edifici civili di rappresentanza (per es. nel 1470 ca. l'antico Rathaus di Monaco).Gli insediamenti cittadini si sviluppavano intorno alla piazza del mercato o intorno alla chiesa e di regola erano fortificati; per es. Monaco nel sec. 14° era già dotata di una doppia cinta muraria, unica nel suo genere. Una fondamentale fonte di immagini sull'aspetto delle città tardomedievali della B. è la cronaca universale di Hartmann Schedel, pubblicata nel 1496 a Norimberga.Il patrimonio di sculture di età medievale si presenta ridotto in B., rispetto ad altre regioni, poiché il Barocco e la secolarizzazione ne hanno comportato la dispersione e la distruzione. Nessuna opera del primo millennio è conservata; la più antica scultura medievale della B. è il Cristo in trono tra i ss. Dionigi ed Emmeram (1050 ca.) nell'atrio del St. Emmeram a Ratisbona, di difficile collocazione stilistica, ma senza dubbio uno dei primi esempi in Europa di portale con figure.Per il sec. 11° non è possibile individuare uno stile unitario, a causa dello scarso numero di opere pervenute; l'inizio dell'età romanica può collocarsi verso la metà del sec. 12° quando viene adottato, in particolare nella scultura in pietra, un patrimonio formale elaborato in Italia settentrionale. Ne è uno dei più chiari esempi il timpano della chiesa di St. Jakob a Ratisbona (1190 ca.), ove figure e membrature architettoniche sono strettamente correlate.Per quanto riguarda la scultura architettonica, nel sec. 12° e agli inizi del 13° la B. costituisce un'area artistica provinciale e periferica, dipendente dall'Italia settentrionale. Anche il sostegno centrale della cripta del duomo di Frisinga (principio del sec. 13°), caratterizzato dal fusto scolpito con la rappresentazione della Lotta tra il bene e il male, deriva probabilmente da tale patrimonio di forme; in ogni caso nessun legame vi è ravvisabile con le colonne con raffigurazioni zoomorfe di origine francese. Così pure chiostri, con pilastri figurati, come quelli di Bad Reichenhall o Berchtesgaden, riconducono da un punto di vista iconografico all'Italia settentrionale.Monumenti sepolcrali a figure fecero la loro prima comparsa a N delle Alpi nella regione; il più antico esempio conservato, la tomba del fondatore del convento di Biburg (1150 ca.), si trova di fatto in B. ed è esente da influssi italiani.Una maggiore autonomia rispetto alla scultura in pietra caratterizza sul piano stilistico lo sviluppo di quella in legno. Si è conservato un grande numero di crocifissi di epoca romanica; per es. la croce conservata nel Mus. of Fine Arts di Boston si inserisce ancora appieno nella locale tradizione preromanica, mentre quella di Monaco Forstenried (parrocchiale dedicata alla santa Croce), straordinariamente ben conservata, appartiene già, nel sec. 13°, al tipo a tre chiodi.La scultura gotica legata a influssi francesi fece la sua comparsa anzitutto presso le sedi vescovili e la corte ducale, diffondendosi ampiamente solo dopo il 1300. Il più antico ciclo figurativo gotico conservato, le figure provenienti dal pontile dell'abbazia di Wessobrunn (1230-1240 ca.; Monaco, Bayer. Nationalmus.), a parte innegabili riferimenti a modelli della Francia settentrionale, è ancora una volta riconducibile all'ambito dell'Italia settentrionale, a partire dalla cerchia di Benedetto Antelami. Diverso il caso delle sculture della cappella del castello di Trausnitz a Landshut, realizzate intorno al 1240 e legate allo stile di quelle del transetto meridionale della cattedrale di Strasburgo; mentre a Bamberga si può osservare il passaggio, da una bottega locale tardoromanica, a maestranze di provenienza esterna, legate a quelle della cattedrale di Reims. L'origine dello stile tardoromanico della recinzione del coro e della Gnadenpforte a Bamberga non è stata chiarita, salvo la probabile desunzione da ambiti miniatori. Diretti rapporti con la scultura di Reims compaiono per la prima volta nel Fürstenportal e raggiungono la massima espressione nel gruppo che contrappone Ecclesia e Sinagoga, in quello della Visitazione e nel Cavaliere di Bamberga.A Ratisbona lo stile gotico fece la sua apparizione solo intorno al 1275 in concomitanza con i lavori di ricostruzione del duomo: il gruppo dell'Annunciazione, tuttora nel duomo, o la figura seduta di S. Pietro (Ratisbona, Reichstagsmus.) furono eseguiti da un artista - detto Maestro di Erminoldo in quanto autore del monumento funebre del santo nel monastero di Prüfening - che in precedenza aveva lavorato nel duomo di Basilea. Le sue sculture attestano sul piano stilistico la conoscenza della tarda produzione di Reims, caratterizzata dai volti sorridenti, irrigiditi come maschere. Nelle opere realizzate a Passau, come la Madonna proveniente dal duomo (Norimberga, Germanisches Nationalmus.), è chiaramente determinante la desunzione da modelli mediorenani e lotaringi.Nel sec. 14° e ancora nel 15° la scultura in pietra è realizzata per lo più direttamente nell'ambito dei cantieri, la cui organizzazione sovraregionale consentiva solo limitatamente la formazione di stili locali. La Madonna c.d. del roseto (1330 ca.; Monaco, Bayer. Nationalmus.) proviene dall'ambito del cantiere attivo nel duomo di Ratisbona, segnato da influssi altorenani. Le sculture della Cappella Palatina dell'imperatore Ludovico il Bavaro (1320-1330 ca.; Monaco, Bayer. Nationalmus.) sono al contrario eseguite in forme grossolane di impronta locale, mentre ancora una volta la Madonna donata dall'imperatore all'Angerkloster di Monaco (Bayer. Nationalmus.) ha forme auliche e raffinate, di influenza altorenana. Si sono conservate solo poche sculture in legno del sec. 14°, prevalentemente immagini di carattere devozionale.Il fiorire delle città rappresentò, nel Quattrocento, il fondamento dello sviluppo di una cultura artistica segnata da profonde trasformazioni sociali ed economiche. Accanto alla nobiltà e al clero anche la borghesia agiva ora quale committente e le chiese cittadine ne rispecchiavano le esigenze di rappresentanza.Intorno al 1400 il centro propulsore del c.d. weicher Stil (stile morbido) è Salisburgo, dove si concentravano influssi praghesi e viennesi. Ai capolavori di impronta salisburghese appartengono la Pietà del convento di Seeon (1400 ca.) nonché la più tarda Madonna proveniente dal medesimo convento (1435 ca.), entrambe a Monaco (Bayer. Nationalmus.). La terracotta diviene nuovo materiale per la scultura bavarese, acquistando una certa importanza; centri di produzione di opere in terracotta furono Augusta, Norimberga, Straubing e Landshut e, intorno alla fine del secolo, anche Monaco.Particolare rilevanza raggiunse nel sec. 15° la produzione di monumenti funerari. Realizzati principalmente in marmo rosso estratto da Adnet, presso Hallein, vanno ricordati numerosi sepolcri di personaggi variamente illustri, come per es. quello del duca Alberto II, nella chiesa dei Carmelitani a Straubing (1400 ca.).Nel Quattrocento la pala d'altare divenne l'elemento principale dell'arredo di una chiesa. Il più antico esempio conservatosi in B., il c.d. Schrenkaltar, in pietra, nella Peterskirche di Monaco (1400 ca.), si inserisce nella tradizione delle opere di scultura realizzate nell'ambito del cantiere. L'altare maggiore, in pietra, della chiesa di St. Martin a Landshut riunisce la forma dell'altare e del tabernacolo.Le figure dell'altare maggiore già a Frisinga, del 1443 (Monaco, Bayer. Nationalmus.; Stoccarda, Württembergisches Landesmus.), sono il primo esempio di superamento del weicher Stil. Lo scultore, il viennese Jakob Kaschauer, evidentemente rielaborò in quest'opera i modelli di Hans Multscher di Ulma, le cui forme rigide e pesanti, unite a una resa realistica dei volti di origine olandese, sono modelli vincolanti per la pittura bavarese fino al 1480 ca., come mostrano le figure dell'antico altare maggiore dell'abbaziale di Fürstenfeld, realizzate intorno al 1460-1470.Ludovico il Barbuto, duca di B. e Ingolstadt, si fece costruire da Hans Multscher un modello per il proprio monumento funerario del 1440 ca. (Monaco, Bayer. Nationalmus.), uno straordinario esempio di microplastica medievale, ispirata sia al realismo della scultura olandese sia alla miniatura francese, per ciò che attiene le forme calligrafiche e le immagini bidimensionali.La comparsa nell'Alta Renania dello scultore olandese Nikolaus Gerhaert van Leyden segnò anche in B. un mutamento della produzione plastica, per la prima volta evidente nel 1480, nei danzatori moreschi eseguiti per il Rathaus di Monaco da Erasmus Grasser (Monaco, Münchner Stadtmus.), accanto al quale è attivo nella stessa città un anonimo artista, detto Maestro del Ciclo degli apostoli di Blutenburg. Da notare nel loro stile la dinamica ad ampio respiro del movimento, l'apertura spaziale e il realismo talvolta estremo di corpi e volti.Lo stile dello scultore di Ulma Gregor Erhart, che, con il padre Michel, a partire dal 1494 diresse un'importante bottega ad Augusta, lascia un'impronta anche nell'area bavarese; gli vengono attribuiti il crocifisso sospeso all'arco di attacco del coro di St. Martin a Landshut (1495) e le figure dell'antico altare maggiore a Thalkirchen, presso Monaco.A Passau la bottega di Martin Kriechbaum realizzava altari destinati alle regioni lungo il Danubio, fino a Göttweig; a essa viene attribuito l'altare maggiore di Kefermarkt (1496), segnato da influssi dello stile di Nikolaus Gerhaert.Principalmente nelle chiese dei villaggi si conservano numerosi altari con pala centrale a statuette intagliate e sportelli laterali dipinti, secondo una tipologia quattrocentesca (per es. a Mörlbach).Numerosi monumenti funebri in marmo rosso del sec. 15° sussistono ancora oggi sistemati entro chiese; tra gli esempi di maggior pregio si annoverano quelli dello scalpellino di Augusta Hans Beierlein a Moosburg e a Landshut, con scene di adorazione a rilievo ambientate all'interno di cappelle gotiche.Per quanto riguarda la miniatura medievale, tra le più antiche testimonianze miniatorie, si annovera in B. l'Evangeliario del duomo di Frisinga, realizzato dal copista Valeriano intorno al 600 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 6224) e riccamente decorato. Nel corso dei secc. 7° e 8° comparvero nella regione codici insulari grazie ai missionari provenienti dal Nord, che li portarono con sé in B. o li realizzarono sul posto. Nei secc. 8° e 9° Salisburgo e i monasteri della regione salisburghese costituiscono un centro di produzione di codici in cui confluiscono tendenze provenienti dal Nord e dal Sud, mentre i manoscritti realizzati negli scriptoria di Augusta e di Frisinga sono legati stilisticamente alla scuola di corte di Reims.In età ottoniana la sede ducale di Ratisbona è, in B., il centro più importante di produzione miniatoria, con capolavori quali l'Evangeliario della badessa Uta di Niedermünster del 1002-1020 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13601) e il Sacramentario di Enrico II (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 4456), stilisticamente legati a una tradizione così carolingia come bizantina. Nei secc. 11° e 12° Salisburgo assume nuovamente il ruolo di centro guida di questa particolare produzione, proseguendo da un punto di vista stilistico le linee tipiche del 10° secolo. Anche gli scriptoria delle scuole cattedrali e monastiche raggiungono in questi secoli una certa importanza, primi tra tutti quelli di Tegernsee e di Frisinga, la cui produzione è stilisticamente legata a quello di Ratisbona. L'influsso della miniatura di Reichenau è ravvisabile, in casi isolati, anche in pittura, come gli affreschi della cripta di St. Mang a Füssen.Alla prima fase della pittura romanica appartengono le vetrate del duomo di Augusta (1100 ca.) e alcune pitture in area salisburghese, per es. a Nonnberg e a Frauenchiemsee. Nel sec. 12° la miniatura di Ratisbona è caratterizzata da una particolare tendenza all'uso di immagini e tipologie di contenuto moralizzante.Nel sec. 13°, in una vivace produzione di codici d'origine difficilmente localizzabile, si evidenzia, con l'insediamento degli Ordini mendicanti, un chiaro orientamento parigino.Nel duomo di Ratisbona la vetrata tardoromanica raffigurante l'Albero di Iesse (1220-1230) è la prima di una serie; quelle realizzate fra il 1300 e il 1340 sono caratterizzate da figure tozze e statiche, ispirate essenzialmente a prototipi viennesi; le vetrate eseguite invece fra il 1360 e il 1380 da Heinrich Meger, nel duomo e nella chiesa minorita, con personaggi tozzi dai volti resi con gusto naturalistico, dipendono dalla Boemia e da Strasburgo.Nel Trecento assume un ruolo dominante la pittura su tavola. Gli esempi più precoci del weicher Stil in B. come l'altare proveniente dal convento agostiniano a Monaco, con la Crocifissione e la Risurrezione di Drusiana, del 1390-1400 ca. (Monaco, Bayer. Nationalmus.), o l'altare da Pähl del 1400-1410 ca. (Monaco, Bayer. Nationalmus.) nacquero sotto l'influsso di pittori boemi quali Teodorico da Praga o il Maestro di Wittingau. Più tardi, il pittore dell'immagine della Madonna da Benediktbeuren del 1420-1430 ca. (Monaco, Alte Pinakothek) fonde il weicher Stil boemo con i preziosismi della miniatura borgognona.Negli stessi anni assume importanza fondamentale, per il superamento del weicher Stil nell'ambito della pittura bavarese, il Maestro della Via Crucis di Worcester (Chicago, Art Inst.), che guarda alla pittura boema e viennese e insieme a quella dell'Italia settentrionale, da Giotto ad Altichiero. Peculiare del suo stile è la rinnovata dimensione dello spazio, in cui le figure, talvolta fortemente ridotte, si muovono liberamente. Fino al 1450 ca. la pittura bavarese resta sotto il suo influsso; ne sono esempi Gabriele Angler, detto il Maestro della Tabula Magna di Tegernsee, del 1440 ca. (Monaco, Alte Pinakothek), come il contemporaneo Conrad Laib, trasferitosi dalla Svevia a Salisburgo. Sono caratteristiche di entrambi le Crocifissioni ricche di personaggi, resi con una rudezza espressiva quasi caricaturale.

Bibl.: F. H. Hofman, F. Mader, Die Kunstdenkmäler des Königreichs Bayern von Oberpfalz und Regensburg, XVII, Stadt und Bezirksamt Neumarkt, München, 1909; H. Karlinger, Bayerische Kunstgeschichte, I, München 1928; A. Stange, Deutsche Malerei der Gotik, II, Berlin 1936; IV, München-Berlin 1951; VIII-X, München-Berlin 1957-1960; T. Müller, Alte Bayerische Bildhauer, München 1950; Bayerns Kirche im Mittelalter, cat., München 1960; J. Büchner, Die spätgotische Wandpfeilerkirche Bayerns und Österreichs, Nürnberg 1964; Schöne Madonnen, cat., Salzburg 1965; Handbuch der Bayerischen Geschichte, a cura di M. Spindler, I-II, München 1968-1970; M. Tripps, Hans Multscher. Seine Ulmer Schaffenszeit, Weißenhorn 1969; Bayern, Kunst und Kultur, cat., München 1972, pp. 32-93 (con bibl.); Spätgotik in Salzburg, cat., 2 voll., Salzburg 1972; H. Hubel, Der Erminoldmeister und die deutsche Skulptur des 13. Jahrhunderts, Beiträge zur Geschichte des Bistums Regensburg 8, 1974, pp. 53-241; R. Christlein, P. Fried, s.v. Bayern, in Lex. Mittelalt., I, 1980, coll. 1696-1710; Wittelsbach und Bayern, I, 1, Die Zeit der frühen Herzöge von Otto I. zu Ludwig dem Bayern, a cura di H. Glaser, cat., München-Zürich 1980, p. 409ss.; M. Baxandall, The Limewood Sculptors of Reinassance Germany, New Haven 19852; B. Decker, Das Ende des mittelalterlichen Kultbildes und die Plastik Hans Leinbergers, Bamberg 1985; J. Maß, Das Bistum Freising im Mittelalter, München 1987; R. Weidl, Die ersten Hallenkirchen der Gotik, München 1987; Die Bajuwaren. Von Severin bis Tassilo 488-788, a cura di H. Dannheimer, H. Dobsch, cat. (Rosenheim / Bayern-Mattsee / Salzburg 1988), Salzburg 1988; K. Otto, Erasmus Grasser und der Meister der Blutenburger Apostelzyklus, München 1988; Freising 1250 Jahre geistliche Stadt, cat., Freising 1989; Ratisbona Sacra. Das Bistum Regensburg im Mittelalter, cat. (Regensburg 1989), München-Zürich 1989; Der Dom zu Regensburg. Ausgrabung-Restaurierung-Forschung, cat. (Regensburg-Bonn 1990), MünchenZürich [1990].K. Otto