MONTAGNA, Bartolommeo

Enciclopedia Italiana (1934)

MONTAGNA, Bartolommeo

Carlo Gamba

Pittore, nato a Orzinovi (provincia di Brescia) circa il 1450, morto l'11 ottobre 1523 a Vicenza dove aveva dimorato fino dal 1480 quasi costantemente. Nel 1483 vi aveva già dipinto una pala per la famiglia Trissino; nel 1486 a Venezia dipingeva tele, poi perdute, per la scuola di S. Marco; nel 1487 riceveva pagamenti per pitture a Bassano; tra il 1494 e il 1499 dipingeva per S. Michele di Vicenza la Vergine in trono con il Bambino e Santi, ora a Brera, uno dei suoi capolavori; del 1500 è la Pietà nel Santuario di Monte Berico. Tra il 1504 e il 1507 era a Verona ove in S. Nazaro e Celso frescava la cappella di San Biagio e dipingeva un polittico solo parzialmente conservato e in S. Sebastiano una tavola ora a Venezia. Nel 1511 affrescava a Padova nella scuola del Santo una storia di S. Antonio, come probabilmente anche la Madonna di S. Maria in Vanzo. Del 1520 è una pala nella Pinacoteca di Vicenza, del 1822 quella della cattedrale di Cologna Veneta.

Lo stile del M. ha un primo fondamento nella scuola padovana della quale conserva il senso plastico delle figure, il drappeggiare spezzato, il tono bruciato della preparazione. A Venezia si accostò alla maniera di Alvise Vivarini, ma rimase soprattutto impressionato da Antonello da Messina nel modo di rilevare e illuminare le figure e da Giovanni Bellini nel modo di comporle e di farle campeggiare contro i paesi. Conservò sempre un carattere proprio ruvido e potente e divenne un solido costruttore di solenni figure monumentali. Non fu un vero e proprio colorista per cui non fu toccato dalle conquiste cromatiche di Giovanni Bellini e del Giorgione. Invece con l'avanzare del Cinquecento il M. addolcì le forme e ravvivò la gamma coloristica secondo la maniera alquanto vistosa dei Veronesi.

Oltre le opere summentovate sono da ricordare in Vicenza la grandiosa pala di S. Bartolomeo ispirata a G. Bellini, capolavoro del periodo giovanile, ora nella pinacoteca insieme a molti altri quadri di varî periodi, una grande Natività a fresco nel duomo e la tarda bella pala di S. Corona. Ricordiamo ancora tra le opere del M. in Italia affreschi nel monastero di Praglia, pale nella Certosa di Pavia, nelle parocchiali di S. Giovanni Ilarione, di Cartigliano, di Orgiano, quadri a Milano tanto a Brera che al Poldi Pezzoli, a Bergamo, a Venezia (Madonna di Casa Careggiani), a Belluno (Madonna giovanile antonelliana); all'estero, una pala a Berlino del 1500, un Ecce Homo al Louvre e diverse Madonne disperse in numerose collezioni pubbliche e private.

Il suo figlio e allievo Benedetto continuò fiaccamente lo stile invecchiato del padre. Egli era già considerato pittore in un atto pubblico del 22 maggio 1490, ma nessuna pittura si conosce di lui datata anteriormente al 1522, come nessuna notizia se ne ha per gli anni successivi al 1540. Benedetto M. noto specialmente come incisore in legno; nella quale arte si distingue per grazia di composizione e per espressività del tratto, tanto nei soggetti sacri quanto nei profani, riproducendo talvolta disegni del padre. Esse sono tutte segnate B. o Benedetto Montagna, ma l'unica datata, una copia da Dürer, è del 1503.

Furono scolari del M. anche Giovanni Speranza, talune delle cui opere si sono confuse con quelle del maestro, e Giovanni Bonconsiglio, detto Marescalco.

Bibl.: C. Ridolfi, Le meraviglie dell'arte, a cura di Hadeln, I, Berlino 1914, pp. 109-11; A. Foratti, B. M., Padova 1908; T. Borenius, The painters of Vicenza, Londra 1909; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, iv, Milano 1915; A. Foratti, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con ampia bibl.); B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932.