RUINI, Bartolomeo

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

RUINI, Bartolomeo (Meuccio)


Uomo politico, nato a Reggio Emilia il 14 dicembre 1877. Entrato nell'amministrazione dei Lavori pubblici, fu nominato consigliere di stato nel 1913. Nello stesso anno, candidato del partito radicale, fu eletto deputato. Concepiva il radicalismo secondo la tradizione di A. Bertani e amava trattare di problemi concreti (Le opere pubbliche in Calabria, Bergamo 1913; La questione meridionale e l'ora presente, Roma 1914).

Fu valoroso combattente nella guerra 1915-18, della quale aveva propugnata la necessità. Essa era da lui sentita sullo sfondo degli ideali democratici (Il pensiero di Wilson, Bologna 1918). Sottosegretario al Ministero del lavoro nel gabinetto Orlando (1917-19), divenne ministro delle Colonie nel terzo gabinetto Nitti (1920). Combatté il fascismo nel Mondo di Roma e capitanò l'esecutivo dell'Aventino nel 1924, mentre tentava dare una base dottrinale concreta al radicalismo (Il Consiglio nazionale del lavoro, Bologna 1920; Possibilità economiche dell'Italia, Roma 1922; La democrazia e l'unione nazionale, Milano 1925). Affermatosi il regime fascista, il R. fu messo a riposo quale consigliere di stato nel 1927 e si dedicò agli studî storici con brillanti saggi su Le quattro vite di P. Rossi, in Nuova Rivista Storica, XIII, 1929, pp. 271-290; Luigi Corvetto genovese, ministro e restauratore delle finanze di Francia, Bari 1929; La signora di Staël, Bari 1931. Prese viva parte in Roma alla lotta clandestina contro il fascismo nel 1942-43 prima del colpo di stato del 25 luglio 1943, e nel 1943-44 durante l'occupazione tedesca. Quale esponente del Partito democratico del lavoro, è stato ministro senza portafoglio nel primo gabinetto Bonomi, ministro dei Lavori pubblici nel secondo gabinetto Bonomi, ministro della Ricostruzione nel gabinetto Parri. Caduto Parri, si dedicò completamente all'ufficio di presidente del Consiglio di stato ed all'incarico affidatogli dall'Assemblea costituente di presiedere la commissione dei 75 per la compilazione della costituzione.

Compiuto tale incarico e messo a riposo quale presidente del Consiglio di stato per i raggiunti limiti di età, il R. è tornato agli studî storici (Breve storia della Svizzera come nazione e società di nazioni, Roma 1948). È senatore dal 18 aprile 1948.

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