DELLA FONTE, Bartolomeo

Enciclopedia Italiana (1931)

DELLA FONTE, Bartolomeo

Remigio Sabbadini

Bartolomeo di Giampietro della Fonte (Fontius) nacque a Firenze nel 1445 e ivi morì nell'ottobre 1513. Seguì (fin dal 1464) i corsi di Cristoforo Landino e dell'Argiropulo nello studio pubblico e le lezioni private di Bernardo Nuzzi. Nel 1468 cercò fortuna a Ferrara presso il duca Borso, ma dopo quattro anni ritornò a Firenze. Dal 1477 al 1481 lavorò per la tipografia di Ripoli. L'anno 1481 fu condotto a leggere oratoria e poetica nello Studio; ma nel 1483 disgustato del Poliziano, accettò l'invito alla Sapienza di Roma. Reduce a Firenze riebbe l'insegnamento nello Studio negli anni 1485-88. Nel 1489 andò in Ungheria con Taddeo Ugoletto a riordinare la biblioteca Corvina. Tornato dopo sette mesi in patria, non si mosse più.

Commentò Persio, Giovenale e Valerio Flacco; allestì l'edizione principe di Cornelio Celso (1478), tradusse Apollonio Rodio e altri autori minori. Esercitò con notevole acume e successo la critica del testo, soprattutto negli emendamenti ai libri XXI-XXVI di Livio. Il meglio che di lui ci rimanga è l'Epistolario raccolto da lui stesso, dove rivivono molte simpatiche figure di umanisti del circolo di Firenze e di altre città.

Bibl.: Opera exquisitissima Barth. Fontii florent. v.c. familiaris Matthiae regis Pannoniarum, Francoforte 1621; C. Marchesi, B. d. F., Catania 1900; F. Ferri, Per una supposta traduzione di Omero del Fonzio, in Athenaeum, IV (1916), pp. 312-20.

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