BARTOLOMEO da Pisa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARTOLOMEO da Pisa (da Rinonici, de Rinonichi)

Raoul Manselli

Deve essere nettamente distinto sia da Bartolomeo "domini Albisi", sia da Bartolomeo da San Concordio, coi quali è stato più volte confuso, comparendo appunto tutti e tre con l'appellativo "da Pisa".

Non sappiamo con sicurezza se l'altro appellativo "de Rinonichi", col quale è più volte ricordato nei documenti vada ricondotto alla località nei pressi di Pisa o invece alla famiglia de Rinonichis, testimoniata certamente a Pisa in quegli anni. La forma però con la quale l'appefiativo compare ("de Rinonichi " o "de Rinonicho " e non "de Rinonichis") fa propendere per la prima ipotesi.

Testimoniato per la prima volta a Pisa e già come frate minore il 15 ott. 1352, anteriormente al 1373 aveva raggiunto nella sua città il grado accademico di baccelliere, assolvendo anche in vari Studi generali dell'Ordine (Padova e Firenze) le funzioni di lettore. Destinato poi dal capitolo generale francescano di Tolosa del 1373 allo studio di Cambridge, per conseguirvi il magistero in teologìa, non avendo potuto raggiungere l'Inghilterra per le vicende della guerra dei Cent'anni, dopo aver studiato anche qualche tempo a Bologna, ottenne dal papa Gregorio XI con una bolla da Avignone del 27 apr. 1375 il magistero in teologia. Non sembra però, che abbia insegnato in qualche pubblica università, anche se è stato talvolta incluso, a torto, fra i professi di Pisa o di Firenze .

Ricordato nei documenti pisani come presente a Pisa negli ultimi anni del Trecento (ci restano di lui tre sottoscrizioni a contratti tra il 19 giugno e il 28 ott. 1397), partecipò al capitolo generale dell'Ordine, tenuto ad Assisi nel 1399-, al quale il 2 agosto presentò la sua opera maggiore il De conformitate vitae B. Francisci ad vitam Domini Iesu,ottenendone l'approvazione ufficiale.

Una tradizione che risale a fra, Mariano da Firenze, ma che non ha appoggio di documenti, pone la morte di B. all'anno 140i; altre fissano il giomo, sempre senza conferma documentaria, al 4 novembre. La confusione esistente in special modo con Bartolomeo "domini Albisi" ha fatto erroneamente attribuire a B. da Pisa miracoli e culto di beato.

La stessa confusione fra B. da Rinonico, B. "domini Albisi" e B. da San Concordio si è avuta per le opere; solo a stento studi recenti sono riusciti a fissare, non senza errori, tre elenchi. Spetta sicuramente a B. uú'opera mariologica De vita et laudibus beatae Mariae Virginis,ove il racconto delle vicende biografiche della Vergine, desunto dagli Evangeli, è di gran lunga superato da copiose e ampie discussioni teologiche, in cui l'autore, come poi anche per s. Francesco, si dilunga a porre in rilievo il parallelismo - o, per usare la sua stessa parola,, la "conformitas" - tra Gesù Cristo e Maria Verg*me, mostrando vasto sapere filosofico e teologico.

Importante testimonianza dell'attività pastorale e oratoria di B. sono i suoi quaresimali, di cui sono giunti fino a noi quello tenuto a Firenze nel 1390, De casibus conscientiae,e l'altro, tenuto a Pisa nel 1397, De contemptu mundi.

Questi due quaresimali, ambedue assai diffusi (il primo ha 88 e il secondo 58 sermoni), procedono, come le altre opere di fra, B., tra complesse e articolate distinzioni, nelle quali egli manifesta l'ampiezza e la varietà della sua cultura, allegandovi scrittori classici, padri della Chiesa, filosofi e teologi, tra i quali dà particolare preferenza ai francescani, ricordando spesso persone e frati dell'Ordine.

Di tutte queste opere di gran lunga la più importante è indubbiamente quella che gli ha assicurato per secoli larga fama e netto rilievo: il De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu,composto tra il 1385 e il 1390, come si ricava dalle numerose indicazioni cronologiche presenti nell'opera, e approvato ufficialmente dall'Ordine .

Si tratta di una vastissima compilazione, ove viene sviluppato in tutti i modi possibili e portato alle ultime conseguenze lo spunto, già preciso nei primi francescani, della conformità tra la vita di Gesù Cristo e quella di s. Francesco.

L'idea di questa conformità, che come esigenza di seguire ed imitare il Cristo è presente in s. Francesco e negli stessi suoi compagni, diventa, nei primi francescani, e specialmente dopo la ben nota lettera di frate Elia da Cortona, certezza che s. Francesco, unico fra tutti i santi, è giunto tanto vicino al suo divino modello da essergli se non identico, certo conformis.

Tutta una letteratura, in cui non tardarono a inserirsi elementi fantastici, si sforzò di trovare sempre più punti di "conformità" tra la vita del Cristo e quella del santo: nella seconda metà del Duecento, fra gli spirituali, che sentirono vivo il fascino e il significato della conformitas,si disse, e si attese persino, che s. Francesco risorgesse per porsi alla testa dei suoi frati perseguitati.

Questa conformità è sinteticamente enunciata, alla fine del secondo prologo dell'opera (pp. 16-18), con una serie di parallelismi sintetici e diversi, in versi che non a torto sono stati giudicati fra i più significativi della coscienza francescana rispetto al Cristo (E. Benz, Ecclesia spiritualis, Stuttgart 1934): come la vita di Gesù ha avuto quaranta frutti spirituali altrettanti ne ha dati e ne darà la vita di s. Francesco.

L'opera vastissima, divisa in tre grandi libri, nel porre a confronto la vita di Gesù e del santo d'Assisi, mette a profitto la maggior parte delle fonti francescane disponibili nella seconda metà del Trecento: Tommaso da Celano, s. Bonaventura, lo Speculum perfectionis, la Legenda antiqua, gli Actus beati Francisci, i Fioretti e poi testi legislativi dell'Ordine, cronache relative all'Ordine anche fuori d'Italia. Ancor più interessante è il fatto che fra, B. non esita ad accogliere anche scrittori francescani spirituali come Angelo Clareno, Ubertino da Casale e persino Pier di Giovanni Olìvi, anche se con qualche cautela, e reticenza: l'Olivi, ad esempio, è ricordato tra i personaggi insigni dell'Ordine, ma non è nominato, quando fra, B. ne riprende, come sembra, alcune idee, o direttamente o pel tramite di Ubertino da Casale.

Oltre agli scrittori francescani, che costituiscono con la Bibbia la maggior parte delle fonti del De conformitate,vanno ricordati gli scrittori classici, e specialmente i padri della Chiesa (s. Agostino, s. Gregorio Magno, s. Girolamo, s. Ambrogio, s. Giovanni Crisostomo); poi ancora s. Bernardo di Clairvaux, s. Anselmo, Pietro Lombardo, Ugo di S. Vittore, Alessandro di Ales, s. Bonaventura, s. Tommaso, e persino Gioacchino da Fiore e lo pseudo Cirillo.

Nel corso della sua opera fra, B. trova modo di includere un'esposizione della Regola francescana, un elenco dei personaggi insigni dell'Ordine ripartiti in serie sistematiche (filosofi, teologi, esegeti, santi, ecc.) e geograíìche, un quadro completo e complessivo di tutto l'Ordine, di cui dà la distribuzione per province, custodie e conventi.

Dal complesso dell'opera risulta, quindi, ricco e particolareggiato, il quadro della situazione del francescanesimo alla fine del Trecento, compilato certo con appassionato amore, ma anche con intenzione di verità e persino di esattezza.

Non meno ùnportante, nell'epoca in cui l'opera fu composta, ma assai meno valido per noi, l'intento spirituale e religioso, che mirava a far conoscere in tutta la sua ricchezza la spiritualità francescana, valida sempre perché cristocentrica e conforme al Cristo. L'insistenza con cui si propone, di *frutto in frutto", ben quaranta volte l'esemplarità del Cristo pel francescano può al lettore moderno sembrare anche monotona e monocorde' ma ha una sua efficacia ed una sua forza persuasiva indubbie.

Non a caso l'opera ebbe un successo strepitoso, come mostrano il numero dei manoscritti giunti fino a noi, specialmente se si considera la vastità dell'opera (cfr. De conformitate, IV, pp. XXV-XXXIX; V, pp. XLV-LX), delle edizioni a stampa (3 in ottatita anni, nel Cinquecento; poi l'opera non interessò più), degli excerpta che ne furono tratti, delle traduzioni in volgare, delle imitazioni che ne furono fatte e persino delle opposizioni che sollevò fra i protestanti.

È specialmente noto lo Alcoranus franciscanorum, violento opuscolo che nel 1542 Erasmus Alberus scrisse contro il De conformitate e che nella sua traduzione tedesca ebbe una prefazione di Martin Lutero.

In quest'opera l'Alberus rimproverava ai francescani di aver sostituito l'esempio di un puro e semplice uomo come Francesco a quello di Gesù Cristo e la Regola francescana al Vangelo; inoltre additava come causa di questa corruzione spirituale proprio il libro di B. da Pisa, considerato dai francescani "non alio loco... quam Alcoranus a Turcis".

Quest'opera, che fu tradotta anche in francese, sollevò polemiche e insieme imitaizioni durate fin verso il '700, suscitando anche l'erronea impressione che il De conformitate fosse stato incluso fra i libri proibiti.

Oltre a queste opere, altre ancora, perdute o almeno introvabili, furono attribuite a B. da Pisa: De laudibus Sanctorum; De laudibus s. Pauli Apostoli; De laudibus s. Benedicti; De laudibus s. Dominici una cum arbore Ordinis Praedicatorum,attestato questo, come sembra, da S. Antonino da Firenze; Commentani in IV libros Sententiarum e infine altri Sermones quadragesimales.

Scrittore fecondo, dotto, spiritualmente vivace, B. da Pisa esprime con chiarezza il momento di riflessione del francescanesimo, specialmente italiano, alla fine del '300, per cui dal riesame della propria complessa e ricca tradizione, doveva dai minori germinare il tentativo di rinnovamento dell'osservanza.

Le opere complete a stampa di B. da Pisa sono secondo l'ordine di pubblicazione e prescindendo dal De conformitate: Quadragesimale Magistri Bartholomei de Pisis... de contemptu mundi...,Impressum Mediolani... anno Domini MCCCCLXXXXVIII; Sermones... dubiorum et casuum conscientialium contemptivi et elucidativi super Evangeliis quadragesimalibus... fratris Bartholomei de Pisis...,Lugduni 1519; De vita et laudibus b. Mariae Virginis libri sex,Venetiis 1596.

Quanto al De conformitate, prescindendo dalle tre edizioni cinquecentesche (Milano 1510 e 1513, Bologna 1590: le copie non vendute di questa terza edizione, con qualche ritocco tipografico, vennero rimesse in vendita a Bologna nel 1620 e diedero l'impressione d'una quarta edizione), basterà ora rinviare al De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu auctore fr. Bartholamaeo de Pisa, 2 voll., Ad Claras Aquas (Quaracchi) 1906-1912 (Analecta Franciscana, IV-V), cui hanno collaborato alcuni fra i migliori studiosi francescani dell'epoca.

Bibl.: Sull'autore e sull'opera, oltre a quanto in questo stesso Dizionario biografico (II, jpp.16 s.), si dice su Bartolomeo "domini Albisi" e (VI, pp. 768 ss.) su Bartolomeo da San Concordio, con la relativa bibliogr., si vedano le prefazioni ai due tomi dell'edizione di Quaracchi, ove nel IV, pp. iXXXV, e nel V, pp. V-CXXIII, sono offerte tutte le indicazioni e discussi tutti i problemi relativi alla vita ed alle opere di fra, B. con critica, ancor oggi esemplare. Dopo questa edizione si veda: B. Bughetti, Una nuova compilazione di testi intorno alla vita di s. Francesco,in Arch. Franc. Histor., XX (1927), pp. 525-527, 534. 562. Di due altri codici si parla in W. Seton, Two manuscripts of Barth. of Pisa, s. ibid., XVI (1923), pp. 191-199.

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