BARTOLOMEO da Amelia

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARTOLOMEO da Amelia

Vittorio De Donato

Frate dell'Ordine dei minori, si segnalò ben presto per profonda dottrina e per talento diplomatico, talché numerosi e di notevole importanza furono gli incarichi a lui affidati da vari pontefici. Il primo ufficio, che gli era stato affidato prima del settembre 1260 e che egli ricopri per lunghi anni con molto zelo, fu quello di inquisitore prima, probabilmente, per la provincia di San Francesco, poi, dal 1264 al 1272 per la provincia romana e per Orvieto, ove, insieme all'altro inquisitore, Benvenuto da Orvieto, riuscì ad eliminare il forte nucleo di eretici che vi era fiorito; fu poi scelto da Giovanni XXI per essere inviato presso Rodolfa I di Germania al fine di dirimere una controversia tra questo e Carlo I d'Angiò, che presentava un certo interesse per la politica della Chiesa. Il 9 apr. 1278 fu consacrato vescovo di Grosseto da Niccolò III, in opposizione all'elezione di quel capitolo, che aveva scelto il suo pastore nella persona di certo Bindo "de Monte Orgiali". Qualche mese dopo l'inizio del suo vescovato dové allontanarsi dall'Italia perché chiamato, insieme con Bartolomeo ministro di Siria, Filippo da Perugia e Angelo da Orvieto dell'Ordine dei minori, a far parte della legazione inviata dal papa a Michele Paleologo in un nuovo tentativo di riunificare la Chiesa latina con quella greca. Con l'avvento al soglio pontificio di Niccolò IV, che, com'è noto, proveniva dal suo stesso Ordine, la posizione di B. divenne ancor più preminente: il 27 giugno 1288 fu nominato "vicarius Urbis", il 2 1 ottobre di quello stesso anno ricevé mandato di condurre un'inchiesta sulle condizioni della città di Cagli, l'anno successivo fungeva da vicario pontificio in Romagna. Infine, il 20 maggio 1290, il pontefice gli affidò l'incarico di recarsi in Inghilterra con il duplice compito di portare al re Edoardo I una lettera con la quale lo si invitava a emanare un decreto generale che abrogasse le disposizioni da lui stesso sancite per limitare le libertà ecclesiastiche, e di presenziare al concilio di Londra del 1291, convocato "contra Iudeos"; per cause imprecisate B. tardò a raggiungere la sede del concilio e vi si presentò a lavori già iniziati: ciò non gli impedì, tuttavia, d'intervenire contro lo stesso re per far annullare alcune decisioni, adottate in sua assenza, che risultavano in contrasto con il diritto canonico.

Morì poco tempo dopo, prima del 13 marzo 1291,data della lettera con la quale fu nominato il vescovo successore.

Fonti e Bibl.: Les registres de Nicolas III, a cura di M. J. Gay e S. Vitte, Paris 1898-1938, nn. 47, 367-376, 990 s.; Les registres de Nicolas IV, a cura di E. Langlois, Paris 1886-93, v. Indice; P. Compagnoni, La reggia picena,Macerata 1661, p. 149; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, III, Venetiis 1718, col. 664; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XVII, Venezia 1862, p. 650; P. B. Gams, Series episcoporum,Ratisbonae 1873, p. 755; C. Eubel, Hierarchia catholica..., 1, Monasterii 1913, p. 268; L. Wadding, Annales Minorum..., IV, Quaracchi 1931, p. 141; V, ibìd. 1931, pp. 32, 50, 211, 258, 293, 498; Mariano d'Alatri, L'inquisiz. francescana nell'Italia centrale nel sec. XIII,Roma 1954, pp. 64-78, 144; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés. VI, col.1006.

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