Barriera

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

barriera

Elisa Barbieri
Marco Rodolfo di Tommaso

Ostacolo, impedimento che riduce il grado di concorrenza potenziale in un mercato.

Barriera all’entrata

Sebbene coesistano in letteratura numerose definizioni di b. all’entrata, quella proposta da J.S. Bain (Barriers to new competition, 1956) rimane fra le maggiormente citate: il vantaggio di un’impresa che già opera in un mercato rispetto a un qualsiasi potenziale entrante, che si riflette nella capacità della prima di mantenere il proprio prezzo costantemente al di sopra dei livelli che si avrebbero in concorrenza, senza tuttavia attrarre nuove imprese in quel mercato. Una definizione successiva spesso ripresa in letteratura è quella proposta da G.J. Stigler (The organization of industry, 1968): la b. all’entrata è un costo di produzione che deve essere sostenuto dalle imprese che intendono entrare nel mercato, ma non da quelle già presenti. In questa prospettiva, la letteratura tende a configurare come b. all’entrata i costi aggiuntivi che il potenziale entrante deve sostenere e che, in particolare nel lungo periodo, ostacolano l’entrata. Al di là delle precisazioni sviluppate da diversi contributi sul tema, la questione di fondo rimane legata alla facilità o difficoltà che un’impresa può incontrare nell’entrare in un mercato. Se l’entrata è difficile, le imprese già presenti sono in qualche maniera protette dalla concorrenza potenziale; ne consegue una distorsione del meccanismo concorrenziale che pone problemi legati, per es., al blocco dell’innovazione e ai costi sociali derivanti dal permanere di rendite di monopolio. Nell’industria contemporanea, le b. all’entrata possono innanzitutto essere legate alla struttura dei costi che caratterizzano un determinato mercato o prodotto. Sicuramente, l’esistenza di economie di scala e di costi irrecuperabili possono scoraggiare o impedire l’entrata di nuovi concorrenti. In particolare, il fatto che l’impresa operante sul mercato abbia già sostenuto i costi irrecuperabili e sfruttato le economie di scala genera il cosiddetto vantaggio della prima mossa, che rende oneroso il tentativo del potenziale entrante di sottrarle quote di mercato. È importante poi ricordare che le b. all’entrata costituiscono uno degli strumenti attraverso cui le imprese che già operano in un mercato deliberatamente scoraggiano l’entrata di nuovi concorrenti. B. di questo tipo possono derivare da strategie di differenziazione del prodotto, di fidelizzazione dei clienti al marchio e da strategie di prezzo (prezzo limite, prezzi predatori; ➔ prezzo ). Ci sono infine b. legali all’entrata capaci di garantire alle imprese già operanti in un settore protezione nei confronti di potenziali entranti: un’autorità di governo concede all’inventore il diritto monopolistico di vendere la sua invenzione per un periodo di tempo limitato (➔ brevetto).

Barriera all’uscita

Si definisce come costo associato all’uscita dal mercato; è riferibile, in particolare, all’esistenza di elevati costi fissi e irrecuperabili. Se uscire dal mercato comporta costi elevati, c’è un disincentivo per nuove imprese a entrarvi: le b. all’uscita sono in questa prospettiva da considerarsi b. all’entrata.

Barriera doganale

Misura presa al fine di impedire o almeno ostacolare l’importazione di beni o servizi esteri in un Paese in generale o in uno specifico mercato. Le motivazioni per cui si fissano b. doganali sono molteplici; le principali possono essere considerate il desiderio di migliorare la bilancia commerciale di un Paese e il desiderio di proteggere specifiche industrie dalla concorrenza estera, impedendo l’ingresso di beni prodotti a costi più bassi. Le b. doganali sono di diversa natura e, in particolare, si distinguono le b. tariffarie e le b. non tariffarie. Nel primo caso si tratta di imposte (dazi doganali) applicate ai beni o servizi esteri di cui si vuole scoraggiare l’importazione, rendendoli più costosi rispetto a quelli nazionali. Nel secondo caso, gli ostacoli alle importazioni avvengono attraverso l’introduzione di vincoli e limiti di natura quantitativa (contingenti) oppure stabilendo specifici requisiti merceologici che i beni e servizi esteri devono rispettare.

Elisa Barbieri, Marco Rodolfo Di Tommaso