BARBADOS

Enciclopedia Italiana (1930)

BARBADOS (A. T., 153-154)

Herbert John FLEURE
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Isola delle Indie Occidentali, situata a circa 59°37′ long. O. e 13°4′ lat. N. lunga circa 34 km. e ampia 431 kmq. La popolazione fu calcolata a 198.588 ab. nel 1901 e a 169.385 nel 1926. La struttura di quest'isola, che è un avamposto orientale delle Antille ha suscitato molto interesse, poiché il calcare corallino si eleva in certi luoghi fino a 335 m. s. m. e le formazioni coralline viventi la circondano in gran parte estendendosi fino a più di 4 km. dalla costa. Sotto questo calcare vi sono depositi oceanici, come fanghi a globigerine e a radiolarî, nonché argille rosse, tutte formazioni proprie di acque profonde. Al disotto di queste, vi sono ancora strati ripiegati, ai margini dei quali si sono depositate le formazioni oceaniche. Questi strati ripiegati sono carboniferi e in alcuni punti contengono petrolio e antracite. La temperatura dell'isola è relativamente mite, rispetto alla latitudine, e oscilla tra i 18° e i 30° con piogge prevalenti nella stagione calda (giugno-ottobre), che raggiungono in media i 1500 millimetri all'anno. L'isola è di frequente danneggiata da cicloni (memorabili quelli del 1780, 1831, 1898).

L'isola Barbados è un importante luogo di transito (Bridgetown ha circa 20.000 ab.), centro d'irradiazione del traffico per tutte le Indie Occidentali.

Barbados è una delle isole più densamente popolate del mondo, avendo in media 394 ab. per kmq. Degli abitanti il 10% circa è dato da Bianchi, mentre il rimanente è costituito da Negri e da popolazione di colore, che formano un gruppo molto distinto per tipo e per dialetto. Il suolo, che è fertile, produce zucchero fin dal sec. XVII e l'irregolarità nei rifornimenti delle barbabietole durante la guerra del 1914-18 ha favorito a tal punto la produzione di Barbados, che nel 1924 l'esportazione salì a un valore di 1.500.000 sterline di zucchero e derivati; fu esportata anche una certa quantità di cotone. Gran parte dei prodotti è diretta al Canada.

Storia. - Visitata con ogni probabilità per la prima volta da Portoghesi, Barbados è stata occupata dagl'Inglesi nel 1605: la nave Olive Blossom, trovandola disabitata, ne prese possesso in nome di Giacomo I, estendendo così i punti d'appoggio inglesi nelle Indie Occidentali (qualche anno prima era stata occupata anche l'isola Virginia), che avrebbero servito a contrastare agli Spagnoli il dominio nelle Americhe. Il primo insediamento stabile è del 1625: dapprima i coloni fondarono le loro risorse più sul contrabbando a danno della Spagna e sulla pirateria che sulle colture locali; la canna da zucchero, che sarebbe stata la fonte principale della fortuna dell'isola, dava solo scarso profitto in quanto non era lasciata giungere a perfetta maturazione. Solo verso il 1640 coloni olandesi provenienti dal Brasile insegnarono più adatti modi di coltura e le piantagioni si diffusero rapidamente: in 10 anni la popolazione era aumentata a circa 100 mila Negri e 50 mila Bianchi. Nel 1667 la Francia riconobbe all'Inghilterra il possesso dell'isola; questa, a differenza di Giamaica, rifugio di molti elementi puritani, fu piuttosto sede di elementi realisti. Seguì negli anni successivi una fiera concorrenza, nella coltivazione dello zucchero, da parte di Giamaica (inglese dal 1655), che fece diminuire la popolazione bianca da 70 mila individui nel 1670 a 18 mila nel 1724. Altri fieri colpi furono la perdita del mercato degli Stati Uniti, dopo l'acquisto dell'indipendenza, la concorrenza di Maurizio (inglese dal 1810) e di Cuba, l'abolizione della tratta (1812) e quella della schiavitù (1834), la coltivazione in Europa della barbabietola. La coltivazione ha tuttavia ripreso importanza sotto la spinta della legge del libero scambio e la produzione di zucchero, rialzatasi da 278 mila quintali nel 1825 e 524 nel 1850, è in seguito ancora aumentata.

Bibl.: E. Algernon Aspinall, The british West Indies, their history, resources and progress, Londra 1912.

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