Baratto

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Scambio diretto di beni contro beni, senza uso della moneta (➔). Corrisponde a uno stadio primitivo della vita economica, quando manca ancora una merce che sia universale mezzo di scambio, perché accettata da tutti come contropartita nelle transazioni. Secondo vari studi antropologici, ha origine nello scambio di doni, che cementa la vita della comunità o i rapporti tra comunità. Può mantenere natura ambigua tra scambio e dono in molte esperienze storiche. È comunemente bilaterale, ma può essere anche plurilaterale o circolare.

Come tecnologia dello scambio, il b. è progressivamente sostituito dall’uso della moneta, che riduce drasticamente i costi di transazione. Al b. si può tornare nelle economie sviluppate se viene meno la fiducia nel valore della moneta o in situazioni d’emergenza o penuria, come nelle economie di guerra. Nei periodi d’iper­inflazione, la dilagante sfiducia nel futuro potere d’acquisto della moneta e la rapidissima perdita di valore dei biglietti a corso forzoso, che si ricevono in cambio nelle transazioni, possono spingere a preferire la contropartita in beni reali.

Al b. si ricorre nel commercio internazionale, quando si stipulano contratti dove l’esportatore accetta una parziale contropartita diretta in beni o in servizi. Il commercio in compensazione ( countertrade) ha luogo con paesi a valuta inconvertibile o, nei paesi in via di sviluppo, per scarsità di valuta convertibile o ancora in condizioni di estrema incertezza e volatilità dei tassi di cambio. Il b. si usa forzatamente nelle comunità chiuse dove non può circolare moneta, come i campi di prigionia. Il commercio elettronico via Internet, abbattendo i costi di ricerca per la facilità dei collegamenti e l’accesso all’informazione condivisa, ha permesso la nascita di reti di baratto on-line tra consumatori o imprese.

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