BALTIMORA

Enciclopedia Italiana (1930)

BALTIMORA (A. T., 132-133)

P. L.
A. L.

Metropoli del Maryland, situata alla latitudine di 39°18′ N. e alla longitudine di 76°37′ O., è l'ottava città degli Stati Uniti per popolazione. Contava, all'atto del censimento 1920, 733.826 abitanti, che vivevano su una superficie pari a 233 chilometri quadrati.

Situata sul fiume Patapsco a 23 m. sul mare, dista 22 chilometri dalla Chesapeake Bay, che la mette in relazione con l'Oceano Atlantico, ed è in comunicazione diretta con Philadelphia a nordest e con Washington a sud-ovest.

Il sorgere di Baltimora offre uno dei casi più tipici dell'influenza esercitata sulla volontà umana dalle speciali condizioni geografiche e d'ambiente. Il territorio, sul quale sorse poi la futura metropoli, non si differenzia gran che, quanto a configurazione e a struttura geologica, da quello sul quale sono sorte le altre grandi città delle coste atlantiche settentrionali: esso è cioè costituito da rocce antiche, alle quali si accompagnano verso la costa rocce più recenti; tutto il territorio era ed è tuttora variamente solcato dai corsi d'acqua quali il Herring's Run, le Jone's e Gwynn's Falls e il fiume Patapsco, che si gettano in un ampio golfo ricco di promontorî e d'insenature: la zona ad est di questi fiumi venne appunto scelta, per la sua speciale posizione geografica, per fondarvi una città di traffico. Il 14 luglio 1729 una petizione fu presentata all'Assemblea provinciale del Marylandi in cui si domandava che sulla sponda settentrionale del Patapsco venisse fondato un porto il quale smaltisse il traffico della fiorente provincia. Tre settimane più tardi il permesso veniva accordato (v. sotto: Storia).

La città andò crescendo d'importanza e di grandezza, mettendosi subito alla pari con gli altri centri atlantici. La guerra per l'indipendenza e la guerra civile più tardi recarono gravi danni alla città e al suo commercio, arrestando per breve tempo la sua ascesa; ma la ferma volontà dei cittadini, il commercio del porto, il sorgere di grandi industrie colmarono rapidamente i vuoti arrecati dagli sconvolgimenti politici e militari, portando la città a una posizione di prim'ordine nel complesso organismo nord-americano.

Riguardo al clima, la città risente l'influsso tanto della presenza del mare quanto della latitudine. La temperatura media annua oscilla intorno ai 12°-13° centigradii La temperatura media invernale è di 1°,5, quella estiva di 25°, quella del mese più freddo di 0°,8, quella del mese più caldo di 25°,2, con un'escursione annua di 24°,4. È da notarsi che nell'inverno sono scarsissimi i giorni con una temperatura uguale o inferiore a 0°; il minimo raggiunto è stato di -16°,5 il 10 febbraio 1899. La media annuale delle precipitazioni oscilla intorno ai 1100 mm., distribuite in ogni mese dell'anno, regime che ci riporta a un tipo climatico oceanico; il mese più piovoso, il luglio, con 120 mm. di media, il meno piovoso il novembre, con 68 mm. Nei mesi da gennaio ad aprile e da ottobre a dicembre prevalgono venti di NO.; nei mesi di giugno, luglio e agosto, venti di SO., nel mese di maggio di SE., riel mese di settembre di nord.

Il centro di Baltimora è diviso in due parti pressoché uguali dal piccolo corso d'acqua chiamato Jone's Falls, che nasce a circa 30 km. a nord e scorre attraverso la città. L'area di questo fiume è stata mutata in un'ampia arteria carrozzabile della larghezza di circa 23 metri e va sotto il nome di Fallsway. La porzione della città situata ad est di questa via è chiamata ancora Old Town mentre la parte di sud-est ha le caratteristiche proprie del centro marinaro. Sulla sponda destra delle Jone's Falls (Locust Point) si allunga una sottile penisola terminante al Fort McHenry, provvista di moli e di linee ferroviarie, una delle zone di maggior traffico di tutta la metropoli.

La città è chiamata la Monumental City perché possiede il grande monumento a Washington, situato nella Mount Vernon Place, opera d'arte magnifica, composta di una colonna alta 40 metri, sormontata da una enorme statua del grande condottiero, che posa su un piedestallo alto 10 metri.

È ricchissima di parchi e di giardini. I più notevoli sono: il Druid Hill Park con una superficie di oltre 270 ettari, il Gwynn's Falls Park, il Clifton Park, il Wyman Park, il Carroll Park, il Patterson Park, ecc. Il Druid Hill Park è a ragione considerato uno dei più bei parchi di tutti gli Stati Uniti: è abbellito dal Druid Lake bacino lacustre artificiale che fa parte del complesso sistema di opere d'arte e di utilità pubblica.

La città contiene poi alcuni antichi cimiteri, che hanno grande importanza per: gli uomini illustri che vi sono sepolti; da ricordare il Greenmount Cemetery sulla sponda sinistra delle Jone's Falls, con le tombe di John Mc Donogh, Johns Hopkins, Sidney Lanier; nel cimitero di Westminster, uno dei più piccoli ma dei più antichi, riposa la salma di Edgar Allan Poe.

L'incremento demografico di Baltimora si è effettuato tutto nel sec. XIX e con una rapidità meravigliosa. Infatti nel 1790 la città contava soltanto 13.503 abitanti, occupando tuttavia allora il quarto posto dopo New York, Philadelphia e Boston. Nel 1800 con 26.514 ab. la città era portata al 3° posto, superaudo Boston. Nel 1810 con 46.555 ab. Baltimora è sempre al terzo posto dopo New York e Philadelphia; nel 1820 ha 62.738, nel 1830, 80.620 ab., superando anche Philadelphia; nel 1840, 102.313 ab., nel 1850, 169.054 ab.; nel 1860, 212.418 ab. superata di nuovo da Philadelphia; nel 1870, 267.354 ab.; nel 1880, 332.313; nel 1890, 434.439; nel 1900, 508.957; nel 1910, 558.485; nel 1920, 733.826 ab.; nel 1928 (calcolo), 830.400 abitanti.

I periodi di maggior aumento sono tra il 1840 e il 1850, alla vigilia quindi, della guerra civile; fra il 1880 e il 1890 e finalmente fra il 1910 e il 1928. Se poi confrontiamo l'incremento di popolazione di Baltimora con quello di due tra i principali centri costieri dell'Atlantico, Philadelphia e Boston, osserviamo che nell'ultimo decennio Baltimora tiene in questo campo il primato assoluto e relativo (3.17% medio annuo, di contro a 1.77% e 1.16%).

Quanto alla compagine etnica, Baltimora nel 1920 comprendeva: 625.130 Bianchi (85%), 108.322 Negri (14,8%) e poi un piccolo numero di Indiani, Cinesi e Giapponesi.

Relativamente all'attività industriale, in cui sono occupati 143.000 ab. (1920), nel 1909 Baltimora possedeva 2502 stabilimenti con 71.444 operai salariati; nel 1914, all'inizio della guerra europea, aveva 2502 stabilimenti con 73.709 operai, nel 1919 2797 stabilimenti con 97.814 salariati. Si può dire che ogni ramo dell'attività industriale si trovi rappresentato: nel 1919 tenevano i primi posti, quanto a numero di stabilimenti e a complesso di persone occupate, le fabbriche di vestiarî, i cotonifici, le officine meccaniche, le fabbriche di dolciumi, le manifatture di tabacchi, le tipografie, le fabbriche di prodotti chimici ecc. Dalle cifre su esposte si ricava facilmente come Baltimora, pur essendo un discreto centro industriale, non ha tuttavia una specializzazione industriale bene individuata, nel senso che ogni ramo dell'industria vi trova sede senza per altro raggiungere quelle cifre imponenti che possano dare la caratteristica economica di un centro.

Molto maggiore importanza ha Baltimora relativamente al traffico e al commercio, specialmente con il suo porto, uno dei più importanti di tutti gli Stati Uniti. Nel 1920, 34.000 persone erano occupate nei trasporti e 47.500 nel commercio.

Il porto di Baltimora usufruisce dell'estuario del fiume Patapsco: questo nasce nel Maryland, e nell'intiero suo corso non ha grande importanza commerciale, mentre ne assume una straordinaria quando entra nell'estuario (nel quale si gettano pure i suoi tributarî), che ha una larghezza oscillante dai 1200 m. ai 6-7 km. L'estuario ha tre bracci principali: la Northwest Branch, la Middle Branch e la Curtis Bay.

Per facilitare la navigazione dall'imboccatura della Chesapeake Bay al porto di Baltimora, sono stati dragati canali per permettere l'accesso anche alle navi di profondo pescaggio. Il porto è visitato periodicamente dalle maree; esso possiede ben 358 moli e ancoraggi, dei quali 35 sono usati per il traffico oceanico, 4 per il traffico costiero, 17 per il traffico fluviale e dell'immediato retroterra, 22 per il magazzinaggio del legname proveniente specialmente dalla Virginia e dalla North Carolina; 3 per l'esportazione del carbone; 3 per l'esportazione dei cereali; 136 per il traffico misto ecc.

Il traffico del porto di Baltimora è uno dei più notevoli degli Stati Uniti: nel 1923 tra i porti situati sul mare teneva il 4° posto, venendo dopo New York, Philadelphia, Los Angeles. Le cifre relative al periodo 1915-1924 ci dimostrano come il traffico complessivo del porto sia in aumento, pur attraverso oscillazioni sensibili: la media del decennio fu di 15.000.000 di short tons, pari a 13.750.000 tonnellate metriche.

Fra le importazioni tenevano i primi posti i minerali greggi, il petrolio, la melassa, lo zolfo, la polpa di legno; fra le esportazioni i cereali, il carbone, il ferro e l'acciaio.

Il traffico estero di Baltimora riguarda si può dire quasi tutte le parti del mondo, ma si orienta di preferenza nell'ambito dell'Oceano Atlantico, tanto sulle coste americane quanto su quelle europee. Gli stati europei maggiormente interessati con Baltimora sono l'Inghilterra, la Francia, la Germania, la Svezia, la Norvegia, la Spagna, l'Italia, ecc. In America gli stati del golfo del Messico, il Brasile, l'Argentina, il Chile; in Asia, il Giappone, le Filippine, l'India.

La città provvede largamente con mezzi governativi e liberalità private all'assistenza pubblica. Esistono numerosi ospedali, tra cui il Johns Hopkins Hospital, uno dei migliori del mondo, e un attivissimo Pasteur Institute.

Bibl.: H. Rhodes, Metropolis of the south, in Haper's Monthly Magazine, New York, febbraio 1911; H. James, Civic gardening which develops the city people, in Craftsman, New York 1914; J. W. Jenkins, new City of Baltimore, in World's Work, Garden City 1914; G. E. Finck, Effect of the war on paving operation in Baltimore, in American City, New York 1919; Baltimore and her Schools, in School and Society, Garrison (N. Y.), 1924; (Baltimore), Mother's employment and infant mortality, in School and Society, 1923; W. Emmart, Baltimore city plan, in Art and Archaeology, Washington 1925, maggio; F. W. McKinney, Combined port development and grade-crossing elimination project, in American City, 1927; War Department, Corps of Engineers, U. S. Army and U. S. Shipping Board, The ports of Baltimore, Md., Washington, D. C.; and Alexandria, Va., Washington 1926; Gley Werner, Die Grosstädte Nordamerikas und die Ursachen ihrer Entwicklung, Francoforte sul M. 1927.

Storia. - Dapprima Baltimora non fu che un nome; fu dato in onore dei cattolici lord Baltimore, fondatori e poi governatori e proprietarî della provincia del Maryland (1633; v.), a varie località, nessuna delle quali però riuscì a svilupparsi a città. Ma nel 1729, il governo provinciale si vide nella necessità di dare, oltre Annapolis, vecchia d'un secolo, un altro sbocco al commercio prosperante nella regione con lo stabilire uno scalo in una parte più interna della Chesapeake Bay. Nacque così Baltimora: ma i principî furono molto lenti, lo sviluppo tardo: cinquant'anni dopo il borgo non oltrepassava i 6000 abitanti, e fino al 1797 visse sempre in una certa dipendenza da Annapolis. Durante la guerra d'indipendenza ebbe una qualche importanza, non fosse altro per avere ospitato per qualche tempo il Congresso. Ebbe poi il suo momento eroico nel 1814, quando fu bloccata dagl'Inglesi, e il forte McHenry fu bombardato; il che non impedì che la città si sviluppasse grazie ai commerci e allo spirito d'intraprendenza dei suoi abitanti, ben noti specialmente come armatori e capitani dei clippers, velieri veloci, adibiti al commercio con la Cina e le Indie. Maggiore impulso le venne dalle comunicazioni ferroviarie. Fu preservata dai guai della guerra di secessione, essendo fuori della zona delle operazioni; ma, città per tendenze più vicina ai sudisti, sentì fin da principio gli effetti della preponderanza nordica e fu tenuta dai federali quasi come una città conquistata. Questo si spiega con il forte influsso che l'elemento cattolico ha sempre esercitato a Baltimora, fino dai primi tempi della colonizzazione. Il cattolicismo del Maryland nacque sul fondamento della libertà religiosa; la colonia dei lord Baltimore era un rifugio per i cattolici perseguitati in Inghilterra, e per prima riconobbe il principio giuridico della tolleranza religiosa. Se poi venne la reazione, dovuta a una nuova maggioranza protestante, essa non fu completa: il cattolicismo ha significato nel Maryland, e soprattutto a Baltimora, pensiero liberale e larghezza di simpatie intellettuali, e la sua influenza si rispecchia nel giornalismo, nella letteratura e nella vita mondana. La diocesi di Baltimora poi, la più antica degli Stati Uniti (a Baltimora si fondò anche il primo seminario cattolico), ha avuto arcivescovi e cardinali distintissimi; notevoli nella lunga serie, John Carroll (1790-1815), Samuel Eccleston (1834-1851) e James Gibbons (1878-1921). Baltimora ebbe una qualche parte nell'indirizzo religioso dell'americanismo (v.), non perché questo fosse un fenomeno spiccatamente baltimoreano, ma perché la lettera papale Testem benevolentiae, che condannava quell'atteggiamento dello spirito cattolico, fu indirizzata a Baltimora e proclamata dal cardinale Gibbons. A Baltimora l'elemento cattolico di antica data è parte integrante della vita della città, non gruppo a parte, come è per forza in tutte le città americane del mezzogiorno, eccettuata la sola New Orleans, cattolica e francese. La cattedrale di Baltimora rimonta al periodo 1806-1821.

Nobilissima la tradizione culturale a Baltimora, sede della John Hopkins University, la prima vera università americana, che dal 1880 in poi ha trasformato in senso rigorosamente scientifico tutto il sistema americano di studî superiori, prima organizzato su basi dilettantistiche e su preoccupazioni morali. La scuola di medicina e l'ospedale della John Hopkins University hanno fama mondiale. Anche la University of Maryland, che data dal 1807, comprende particolari scuole di ingegneria, medicina, economia, pedagogia, ecc.; ha una biblioteca di circa 270.000 volumi e 40.000 ne possiede la facoltà medico-chirurgica. Tra gli altri istituti culturali sono da menzionare: il Goucher College, istituto femminile di studî superiori; il fiorente Baltimore Medical College, la Maryland Academy of Sciences, con una sezione etnologica e un importante osservatorio astronomico; e la Maryland Historical Society (dal 1844), che possiede circa 100.000 volumi e parecchie migliaia di manoscritti, e pubblica moltissime memorie e monografie. Fra i giornali il Sun ha influenza nazionale.

Bibl.: J. T. Scharf, Chronicles of Baltimore, Baltimora 1874; Love, Baltimore: the old town and the modern city, Baltimora 1895; Hollander, The financial history of Baltimore, Baltimora 1899; Baltimore, its history and its people, voll. 3, Baltimora 1912.

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