BALISTITE

Enciclopedia Italiana (1930)

BALISTITE (per l'etimologia cfr. balistica)

Franco Grottanelli

La balistite, propriamente detta, è una polvere da guerra senza fumo, composta per circa il 50% di nitroglicerina e per il 50% di nitrocellulosa (cotone collodio al 12% di azoto).

Fu preparata, per la prima volta, in Italia ad Avigliana, da Alfredo Nobel, nel 1888, approfittando della scoperta fatta dal Vieille che la potenza frantumante della nitrocellulosa poteva venire trasformata in potenza progressiva o propulsiva modificandone la struttura fibrosa mediante gelatinizzazione con solventi volatili, ma sostituendo al solvente volatile, che viene eliminato dalla polvere, la nitroglicerina, solvente fisso, ottimo gelatinizzante della nitrocellulosa, e per suo conto sostanza esplosiva ad alto potenziale.

Le modificazioni di Nobel partirono dalle gelatine esplodenti, gomme, e gelatine dinamiti, e si conclusero poi con la balistite.

Presentemente vi sono due tipi di polveri a nitrocellulosa e nitroglicerina denominate balistiti, e cioè:

1. normali ad alto tenore di nitroglicerina, tra il 40 e il 60%, generalmente composte soltanto di nitroglicerina, e nitrocellulosa, con qualche stabilizzante o senza;

2. balistiti attenuate, a tenori di nitroglicerina inferiori al 40% o, che generalmente contengono altri stabilizzanti raffreddanti, gelatinizzanti.

Balistite italiana. - È formata per il 50% di nitroglicerina, e per il 50% di nitrocellulosa (azoto 11,8-12,2%). È stata fabbricata con o senza anilina, nella proporzione dal 0,25 all'1%, come stabilizzante: vi si è anche aggiunta difenilammina. Temperatura di esplosione 3008°. Forza specifica 10.084.

Schematicamente la fabbricazione si riassume in un impasto, o per via secca o per via umida, di nitrocellulosa con nitroglicerina, in una stagionatura della polvere così ottenuta, in una laminazione a caldo della pasta per ottenerne fogli perfettamente gelatinizzati, di colore giallo più o meno carico, e infine nel taglio della polvere così ottenuta in striscie o piastrelle.

La balistite per cannoni si usa in striscie o placche; quella per fucili da guerra in piastrelline; quella per fucili da caccia in piastrelline o fili finissimi. Si ottiene anche in forma di tubi o dischetti forati passando attraverso la fabbricazione con solventi volatili.

Le cosiddette balistiti attenuate discendono fino a un tenore di nitroglicerina del 20% e contengono svariatissime sostanze aggiunte per differenti scopi, quali nitrotolueni, nitronaftaline, plastificanti e gelatinizzanti del gruppo dell'urea, vaseline, ecc.

Questi tipi di polveri, molto economici e che rappresentano un progresso sopra i tipi simili di polveri a solvente volatile, sono di fabbricazione e studio specificatamente italiano.

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