BALDOVINO di Canterbury

Enciclopedia Italiana (1930)

BALDOVINO di Canterbury

Pio Paschini

Nacque ad Exeter, non si sa in quale anno; fu ordinato prete e nominato arcidiacono da Bartolomeo, vescovo di Exeter; si fece quindi monaco cisterciense nell'abbazia di Ford nel Devonshire ed entro un anno ne divenne abate. Il 10 agosto 1180 fu eletto vescovo di Worcester; il 16 dicembre 1184 fu dai vescovi della provincia nominato successore di Riccardo, arcivescovo di Canterbury. Quest'elezione rinnovò gravi contrasti, perché i monaci di Christ Church a Canterburv sostenevano che spettasse loro la nomina dell'arcivescovo: e infatti elessero prima l'abate di Battle, poi Teobaldo, vescovo d'Ostia. Intervenne il re Enrico II, che persuase i monaci ad accettare l'eletto dei vescovi, col patto che per l'avvenire questi non potessero più immischiarsi nell'elezione: e così B. fu intronizzato nella sua sede. Egli stesso tuttavia si trovò subito in contrasto con i monaci, che voleva riformare, e con Urbano III, che, parteggiando per i monaci, cercò d'infrenare con una serie di provvedimenti l'attività di Baldovino. Morto Urbano III, Enrico II stette apertamente con l'arcivescovo, tuttavia si riuscì a fare un compromesso con i monaci. Dopo aver provveduto a molte nomine nell'assemblea del clero inglese a Egenesham (maggio 1186), B. si portò a visitare il paese di Galles (1187) dove nessun arcivescovo era mai stato. L'11 febbraio 1188, all'udire la notizia della presa di Gerusalemme per opera di Saladino, prese la croce nel sinodo di Seddington (Northampton), e nella quaresima predicò la crociata nel Galles. Di ritorno da questa predicazione, B. fu inviato in Francia per procurare la pace con il re Filippo Augusto, giacché le discordie con il re d'Inghilterra impedivano la crociata fu presso Enrico II durante la sua ultima malattia, e sembra esercitasse influenza su di lui. Morto Enrico (6 luglio 1189) B. coronò solennemente suo figlio Riccardo Cuor di Leone; poi presiedette a un nuovo concilio tenuto nell'abbazia cisterciense di Pipewell, nella contea di Northampton (Lincoln), il 15 settembre 1189, dove furono nominati vescovi, abati e decani, e protestò contro la nomina di Goffredo, figlio di Enrico II e vescovo di Lincoln, all'arcivescovato di York, perché Goffredo non voleva ricevere da lui la consacrazione, com'era consuetudine. Prevenendo il suo re, B. tenne un nuovo concilio a Westminster e poi partì per la crociata nel marzo 1190, insieme con Uberto, vescovo di Salisbury e altri, provvedendo a sue spese per 200 cavalieri e 300 fanti; giungeva a Tiro il 16 settembre, e il 12 ottobre a S. Giovanni d'Acri, dove i cristiani tenevano assediate nella città le truppe di Saladino. Essendo malato gravemente il patriarca, B. quale suo vicegerente si oppose all'adultero matrimonio di Isabella, moglie di Enfrido di Turon ed erede del regno di Gerusalemme, con Corrado marchese di Monferrato, sebbene quel matrimonio fosse benedetto dal vescovo di Beauvais, e scomunicò le parti contraenti e consenzienti. Prima dell'assalto crociato del 12 novembre B. assolse e benedì le truppe, inviò i suoi soldati sotto la bandiera di S. Tommaso suo predecessore, e rimase alla guardia del campo insieme con Federico di Svevia e Teobaldo di Blois. Egli morì di peste pochi giorni dopo (19 novembre), lasciando quanto possedeva per la liberazione della Palestina e specialmente per il mantenimento di un corpo di truppe a custodia del campo, e nominando suo esecutore il vescovo Uberto. Lasciò alcune opere, delle quali le più importanti sono i due trattati De commendatione fidei e De sacramento altaris (in B. Tissier, Biblioth. Patrum Cisterciensium, V, e nel Migne, Patrol. Lat., CCIV); un libro penitenziale e alcune prediche si conservano inedite nella Lambeth Library.

Bibl.: Giraldus Cambrensis, ed. Brewer, I (è curioso nel suo racconto ciò che narra del viaggio nel Galles per predicare la crociata); Matthaeus Parisiensis, Chron. Maiora (ed. H. R. Luard), II, Londra 1872, p. 319 segg.; D. Wilkins, Concilia magnae Britanniae, I, Londra 1737, p. 489 segg.; Hefele-Leclerq, Histoire des Conciles, V, Parigi 1913, p. 1141 segg.; Dictionary of National Biography, I, Oxford 1917, pp. 952-54.

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