BACCIARONE di Baccone

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)

BACCIARONE di Baccone

Giuseppe Scalia

Vissuto nel sec. XIII, membro di una illustre famiglia pisana, non ha lasciato notizie sulla sua vita nei pochi componimenti poetici che gli si attribuiscono. L'unica testimonianza documentaria pervenutaci sul suo conto è offerta da una pergamena dell'Archivio di Stato di Pisa del 31 ag. 1291, in cui viene ricordato come già morto. Fu amico di fra' Guittone d'Arezzo, che gli indirizzò una lettera contenente vaghi riferimenti a disavventure politiche pisane. Fra i personaggi più in vista della sua famiglia merita particolare menzione un Bacciameo di Baccone, probabilmente suo fratello, caduto prigioniero dei Genovesi alla Meloria e morto in carcere, di cui si conserva il testamento rogato nel 1290.

Le poesie di B., tre canzoni e due tenzoni, sono tramandate da uno dei più illustri canzonieri italiani, il cod. Laurenziano Rediano 9. Due delle canzoni, "Nova m'è volontà nel cor creata" e "Sí forte m'ha costretto", sono di argomento amoroso e sviluppano in parte motivi guittoniani. Nella prima B. inveisce aspramente contro Amore e i suoi stolti seguaci, con un linguaggio talora rozzo ma efficace; nella seconda si lamenta della propria schiavitù d'Amore e rivolge calde preghiere a Dio perché voglia avere pietà del suo stato e perdonarlo. La terza canzone, "Se doloroso a voler movo dire", a sfondo politico, ha indotto qualche studioso a cogliervi chiare allusioni a un presunto guelfismo di B. e alla situazione politica di Pisa in momenti ben precisi; in realtà nulla ci dice il componimento sull'orientamento politico dell'autore, né sui particolari avvenimenti che lo ispirarono. Nel cod. Laurenziano,piuttosto, le poesie di B. sono seguite da tre canzoni anonime, delle quali le prime due, per ragioni stilistiche, potrebbero essere a lui attribuite: l'incipit di una, "Lasso taupino en che punto crudele", in tal caso, darebbe testimonianza di una prigionia di Bacciarone.

Le tenzoni, costituite da due sonetti con rimalmezzo, in risposta ad altrettanti del rimatore pisano Natuccio Cinquino, svolgono temi moraleggianti.

La produzione di B., come del resto quella di tutti i rimatori pisani del sec. XIII (Panuccio del Bagno, Pucciandone Martelli, Ciolo della Barba, Geri Giannini, ecc.), s'inquadra nella corrente poetica guittoniana.

Fonti e Bibl.: Rimatori siculo-toscani del Dugento, Serie prima : Pistoiesi - Lucchesi - Pisani,a cura di G. Zaccagnini e A. Parducci, Bari 1915, pp. 195-203, 210 s., 265-268 (le canzoni anonime che nel cod. Laurenz.,seguono quelle di B. si vedano in: IlCanzoniere Laurenziano Rediano 9,a cura di T. Casini, Bologna 1900, pp. 179 ss.); F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana.... a cura di G. Lazzeri, Milano 1950, pp. 542 s. (solo la canzone politica); Poeti del Duecento,a cura di G. Contini, Milano-Napoli 1960, I, pp. 323-325 (soltanto la 2ª delle due tenzoni con Natuccio Cinquino); G. Zaccagnini, Notizie intorno ai rimatori Pisani del secolo XIII,in Giorn. stor. d. letterat. ital.,LXIX (1917), pp. 18-21; L. Valli, Illinguaggio segreto di Dante e dei "Fedeli d'amore",I,Roma 1928, pp. 230-234; II, ibid. 1930, pp. 56-57; E. Cristiani, Idati biografici ed i riferimenti politici dei rimatori pisani del Dugento,in Studi Mediolatini e Volgari,III (1955), pp. 7-26.

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