AURELIO di Cartagine

Enciclopedia Italiana (1930)

AURELIO di Cartagine

Alberto Pincherle

Fu vescovo di questa città dal 388 al 423. Amico fedele e sostenitore di sant'Agostino (v.), nella lotta contro il donatismo (v.) tentò dapprima l'accordo, in concilî e nella famosa conferenza del 411; finché, persuaso dell'inutilità di questi tentativi, ricorse con gli altri vescovi all'autorità imperiale. Su denuncia di Paolino di Milano condannò (412) Celestio, l'amico di Pelagio (v.) e poi, nel 416, dopo la campagna di S. Agostino e di Orosio, anche Pelagio, contribuendo a persuadere papa Innocenzo I a confermare la decisione. Nel 417 riuscì a ottenere da papa Zosimo, personalmente non ostile a Pelagio, che la questione fosse decisa da un concilio, che, radunatosi in Cartagine il 10 maggio 418, rinnovò la condanna del pelagianesimo.

Bibl.: H. Leclercq, L'Afrique chrétienne, II, 2ª ed., Parigi 1904, pp. 128 segg.; P. Monceaux, Histoire litteraire de l'Afrique chrétienne, VIII, Parigi 1923; E. Buonaiuti, Il cristianesimo nell'Africa romana, Bari 1928, pp. 379 segg.

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