Ateologia

Lessico del XXI Secolo (2012)

ateologia


ateologìa s. f. – Termine utilizzato nella seconda metà del secolo scorso dallo scrittore G. Bataille nella Somme athéologique (1954) e impiegato nel 2005 dal filosofo francese M. Onfray nel Traité d’athéologie, physique de la metaphysique (2005; trad. it. 2005) per indicare una dottrina filosofica, materialista, immanentista ed edonista, intesa positivamente come alternativa sia al pensiero religioso sia al nichilismo. In Bataille l’a. è la via per un’«esperienza mistica senza Dio», raggiunta nei casi limite in cui opposti quali il dolore e la gioia, l'estasi erotica e l'estasi mistica, la morte e la vita si fondono; l’uomo supera i limiti della sua condizione e raggiunge l’‘impossibile’. Nell’a. di Onfray il pensiero antimetafisico, materialistico ed edonistico, con un risvolto politico anarco-libertario, supporta un’etica terrena fondata sull’utile e sul piacere, alternativa all’atteggiamento ‘mistico’ proprio del cristianesimo e delle altre religioni monoteistiche (come anche del platonismo), che proiettano il senso e il significato della vita verso la trascendenza. L’ateismo non vi è inteso più in quanto mancanza, privazione (a-teo; a-teismo), come avveniva in epoca moderna con il costituirsi di terminologie ateistiche utilizzate da istituzioni religiose e politiche per designare nemici o oppositori («atei si è chiamati, e sempre nella prospettiva insultante di un'autorità impaziente di condannare»). Utilizzando metodologie eterogenee, psicanalisi, sociologia, paleografia, critica religiosa, scienze comparate, Onfray traccia un percorso che a partire dalle origini antiche delle filosofie ciniche ed epicuree delinea una controstoria della filosofia in cui la filologia di Valla, i testi ateistici e materialistici moderni di Meslier, La Mettrie, d'Holbach, Helvétius, le teorie degli ‘idologues’ Cabanis, Volney, Destutt de Tracy, l’utilitarismo di Stuart Mill et Bentham, convergono con l’esito anticristiano e atelogico delle filosofie di Feuerbach e Nietzsche. Al di là della solidità scientifica e metodologica, oggetto sia di puntuali e radicali critiche sia di attacchi da parte di scrittori cattolici (M. Baumier, L’anti-traité d’athéologie, 2005; trad it. 2006; I. Fernandez, Dieu avec esprit, 2005), l’a. di Onfray, pur con il suo carattere prevalentemente divulgativo, ha contribuito all’inizio del 21° sec. a diffondere e rilanciare il dibattito sull’ateismo, privilegiando, rispetto alle tesi di carattere scientifico, cosmologico, biologico-evoluzionistico (R. Dawkins, The God delusion, 2006; trad. it. 2007; D.C. Dennett, Breaking the spell. Religion as a natural phenomenon, 2006; trad. it. 2007), l’approccio storico-filosofico e umanistico, incentrato sull’identificazione di filosofie e pensatori che, trascurati o posti in secondo piano dalle storiografie prevalenti, hanno proposto, sia in epoca antica sia in epoca moderna e contemporanea, riflessioni ‘ateologiche’ sul senso e sul significato della vita umana, proponendo etiche e filosofie terrene.

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