Lindgren, Astrid

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Lindgren, Astrid

Ermanno Detti

La letteratura abitata dai bambini

Scrittrice svedese del Novecento, Astrid Lindgren divenne famosa con Pippi Calzelunghe, storia di una bambina che vive sola, senza osservare alcuna regola. Liberi, fantasiosi, lontani da convenzioni e ipocrisie: così sono tutti i personaggi dei suoi racconti e romanzi, che rientrano nella migliore letteratura per ragazzi

La nascita di un piccolo capolavoro

«Mamma, me la racconti una storia?»: questa era la domanda che ripeteva Karin, una bambina ammalata di polmonite. Si era in Svezia nell’anno 1941. La madre era Astrid Lindgren che accontentò la figlia e con lei molti altri bambini di più generazioni. Lindgren inventò le storie di Pippi Calzelunghe, un po’ per sera, a puntate. E Karin... guarì.

Quelle storie erano molto particolari. Pippi è una bambina di nove anni, orfana di madre e con un padre capitano di marina; vive sola con una scimmietta e un cavallo in una piccola casa disordinata e circondata da un giardino in rovina. Ha una valigia di monete d’oro che le permettono di vivere. Visto che è senza genitori Pippi fa tutto quello che le passa per la testa. Prima di tutto non va a scuola, come fanno tutti gli altri bambini, e il suo tempo è pieno solo di fantastiche avventure.

Lindgren mise su carta le sue storie ma il manoscritto fu rifiutato dagli editori: un’eroina che vive senza famiglia e le combina di tutti i colori non era concepibile per quell’epoca, in quanto proponeva un modello di comportamento considerato diseducativo per i bambini. L’autrice non si arrese. Scrisse un romanzetto rosa, molto più banale, che ebbe però un premio e fu pubblicato dall’editore Rabén & Sjögren. Così Lindgren si fece conoscere dal pubblico. A quel punto tentò ancora e mandò all’editore anche Pippi Calzelunghe che fu finalmente pubblicato nel 1945. Il romanzo fece scalpore: genitori e pedagogisti svedesi accusarono Lindgren di scandalizzare i bambini, di turbare la loro quiete, di offendere la famiglia.

Il libro ebbe, però, un enorme successo. Oggi è tradotto in tutto il mondo, in più di cinquanta lingue. Anche in Svezia è stato riconosciuto il suo valore, tant’è vero che il governo svedese ha emesso un francobollo con la copertina di Pippi Calzelunghe (e ha fatto la stessa cosa anche con altri romanzi dell’autrice).

Una carriera fortunata

Nata nel 1907 a Vimmerby, nella Svezia meridionale, con il nome di Astrid Anna Emilia Ericsson, la scrittrice visse in campagna, a contatto con la natura, tra i cavalli e gli altri animali: il padre, Samuel August Ericsson, era un fattore. Si trasferì poi a Stoccolma, si impiegò come segretaria e sposò il suo direttore, Sture Lindgren.

Dopo il successo di Pippi Calzelunghe, Astrid passò a lavorare in una casa editrice. E scrisse tantissime altre storie per ragazzi: più di cento tra racconti e romanzi. Tra essi ricordiamo: Mio piccolo mio, storia di un orfanello che, maltrattato da tutti, scopre di essere figlio di un principe; Karlsson sul tetto, storia di un compagno immaginario; Rasmus e il vagabondo, con il quale nel 1958 Lindgren vinse il premio internazionale Andersen (una sorta di premio Nobel per la letteratura per i ragazzi); Emil, serie di romanzi ambientati nella campagna in cui l’autrice aveva trascorso la sua felice infanzia. Scrisse anche romanzi gialli, di avventura e altri su temi difficili (sulla morte, sul brigantaggio e così via). Si batté per la difesa dei diritti dei bambini e degli animali.

La scrittrice è morta nel 2002 a Stoccolma. I suoi romanzi, molti dei quali sono stati portati sul grande e piccolo schermo, sono ormai classici e hanno sempre un notevole successo tra i ragazzi. Perché? Perché i suoi personaggi sono ricchi di fantasia e allo stesso tempo sono molto veri, molto autentici. Pippi, come gli altri, dice quello che pensa, fa quello che si sente di fare, non conosce la finzione, ignora quelle buone maniere che distruggono l’autenticità della persona. L’autrice non ama solo la natura dei prati, ama anche la natura dell’animo umano non guastato dall’ipocrisia delle sciocche convenzioni.

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