Asti

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Comune del Piemonte (151,1 km2 con 75.051 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. La città è situata a 123 m s.l.m. nella valle del fiume Tanaro, alla sinistra del fiume, presso la confluenza del torrente Borbore. In passato ha sostenuto prevalentemente il ruolo di mercato agricolo del fertile territorio circostante. In epoca più recente l’espansione topografica si è verificata soprattutto verso N, NO ed E, prevalentemente in funzione dello sviluppo industriale, lungo la nuova direttrice autostradale Torino-A.-Alessandria. Attività industriali nei settori dell’elettromeccanica, della cartotecnica, della fabbricazione di automobili, accanto alle lavorazioni tradizionali (stabilimenti vinicoli, vetrerie, industrie tessili e dell’abbigliamento). Notevole importanza locale ha assunto il terziario.

Storia

L’antica A. (Hasta, Asta) fu municipio romano della IX regione augustea (Liguria). Già sede di vescovato nel 4°-5° sec., ducato longobardo alla fine del 6° e poi contea dei Franchi, A. ottenne l’autorità comitale nel 1094 per concessione dell’imperatore Enrico IV. Federico Barbarossa riconobbe nel 1159 l’autonomia del Comune. Dal 14° sec. le discordie interne prepararono l’avvento della signoria: A. fu dei marchesi di Monferrato e poi contesa a lungo dai Visconti e dagli Orléans che tra il 1387 e il 1447 se ne appropriarono a fasi alterne; in seguito fu, con Luigi XII e Francesco I (1494-1536), la base politica e militare francese in Italia durante le guerre di predominio. Fra alterne vicende passò sotto il dominio dei Savoia (1538), ai quali fu contesa da Spagnoli, Francesi e Austriaci durante le guerre di successione (trattati di A. del 1614 e del 1615); annessa con il Piemonte alla Francia dal 1799 al 1814, fu in quel periodo capoluogo del dipartimento del Tanaro.

Le monete d’argento coniate dal comune di A. dalla seconda metà del 12° sec. al 14°, denominate astigiani, raffiguravano da un lato la legenda Cunradus II rex con l’ultima parola disposta a triangolo nel campo, dall’altro la croce patente e la denominazione Astensis.

Provincia di A. (1510 km2, 212.010 ab. nel 2020).

Si estende nella sezione meridionale del Piemonte, tra il corso medio del Tanaro e il Po, ed è prevalentemente collinosa, comprendendo quasi per intero il Monferrato. La popolazione, ripartita in 118 Comuni, ha registrato, a partire dal decennio 1971-81, una lieve diminuzione, come esito di un debole movimento naturale e di notevoli flussi emigratori: in particolare dal Monferrato verso aree esterne (Torino e la sua ‘cintura’) e dall’esterno verso i comuni della conca astigiana; flussi in parte compensati dalla più recente immigrazione estera. Le risorse agricole provengono tradizionalmente da colture specializzate (vite, cereali e ortaggi), tra cui la vite, malgrado la progressiva riduzione, rimane il prodotto più importante nell’economia della provincia (21% della superficie agricola utilizzata, nel 2006). Notevole è la diffusione dell’allevamento. Il tasso di attività in agricoltura è tuttora molto elevato e sono numerose le industrie legate alla trasformazione di prodotti agricoli (vini, liquori); particolare importanza ha la produzione di vino spumante. In connessione con l’evoluzione della filiera agroalimentare, va segnalata la forte crescita di attività ricettive, anche di ambito rurale, per corrispondere a una domanda turistica in crescente aumento. Tra le altre industrie vanno ricordate quelle di materiali edili e quelle meccaniche nel Monferrato. Ben articolate le strutture commerciali.

L’ Asti Spumante è l’unico vino del suo genere a DOCG (denominazione di origine controllata e garantita). È prodotto con vitigno di Moscato bianco, coltivato oltre che nella provincia di A., in quelle di Cuneo e Alessandria. Di colore leggermente dorato e di limpidezza brillante, ha un odore intenso ma delicato. La gradazione alcolica minima è di 12°.

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