ARTIGLIERIA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

ARTIGLIERIA

Alberto BALDINI
Carlo BERGAMINI

(IV, p. 705).

Le artiglierie terrestri (p. 705).

L'aumentato e più complesso armamento della fanteria moderna e le crescenti esigenze del campo di battaglia hanno portato a un nuovo ordinamento dell'artiglieria dell'esercito italiano per consentire una più stretta cooperazione con la fanteria stessa, sia nell'ambito divisionale, sia in quello più vasto del corpo d'armata e dell'armata. Col nuovo ordinamento le varie unità di artiglieria sono costituite in modo diverso a seconda della specie di grandi unità con le quali debbono agire.

L'artiglieria dell'esercito italiano si suddivide perciò attualmente come segue:

Artiglieria per divisioni di fanteria. - Dovendo essere impiegata a stretto contatto con le fanterie, deve rispondere a particolari requisiti di mobilità, ed essere in grado di battere tutti gli obiettivi che si possono presentare sul campo di battaglia. A questa specialità sono assegnate bocche da fuoco per la maggior parte someggiate, che più che permettere lunga gittata debbono essere in grado di eseguire tiri tesi e tiri curvi. I cannoni da 75/ 18 e gli obici da 75/13 e 100/17 rispondono bene allo scopo.

Artiglieria per divisione motorizzata. - Oltre ai requisiti dell'artiglieria per divisione di fanteria, deve essere dotata di grande mobilità, e quindi i suoi pezzi debbono essere forniti di trattrici leggiere a carreggiate ristrette per poter seguire ovunque la fanteria motorizzata.

Artiglieria per divisione alpina. - Dovendo cooperare con le truppe alpine, questa specialità è tutta someggiata ed è costituita da obici da 75/13 e da cannoni da 65/17.

Artiglieria per divisione celere. - Deve essere idonea a seguire le divisioni celeri nelle marce rapide e nel combattimento; è dotata quindi di bocche da fuoco (75/13 e 105/28) ippotrainate e motorizzate.

Artiglieria di corpo d'armata. - Deve essere idonea soprattutto al tiro di controbatteria, che è funzione caratteristica del corpo d'armata; di qui la necessità di lunghe gittate per raggiungere l'artiglieria avversaria; sono assegnati a questa specialità cannoni da 105/28,149/40 e obici 149/12, tutti motorizzati.

Artiglieria d'armata. - È idonea soprattutto per l'interdizione lontana ma può anche essere chiamata a cooperare con l'artiglieria di corpo d'armata nel tiro di controbatteria. È dotata di bocche da fuoco tutte motorizzate di grande potenza e gittata: cannoni da 149/40; obici da 152/13 e 305/17; mortai da 210/8,260/9 e 305/10.

Artiglieria del Comando supremo. - È costituita da bocche da fuoco di tutti i calibri e di tutte le specie che il Comando supremo può distribuire in rinforzo a quelle delle grandi unità.

Artiglierie controaerei (da posizione e mobili). - Le prime, in postazioni fisse, sono affidate alla milizia DICAT per la difesa del territorio nazionale; le seconde sono invece assegnate alle grandi unità per la difesa del cielo che sovrasta le truppe operanti. Queste bocche da fuoco devono avere grandi velocità iniziali, massima rapidità e precisione di tiro: ai quali requisiti rispondono benissimo i 75/46 motorizzati.

L'attuale organico dell'arma di artiglieria comprende: 1 ispettorato d'artiglieria, 1 direzione del servizio tecnico delle armi e munizioni, 1 istituto superiore tecnico delle armi e munizioni, 15 comandi di artiglieria di corpo d'armata, 15 direzioni di artiglieria di corpo d'armata, 34 reggimenti di artiglieria per divisione di fanteria, 5 reggimenti di artiglieria alpina, 3 reggimenti di artiglieria di divisione celere, 2 reggimenti di artiglieria di divisione motorizzata, 1 gruppo artiglieria per l'Egeo, 14 reggimenti e 1 gruppo autonomo di artiglieria di corpo d'armata, 10 reggimenti di artiglieria d'armata, 5 reggimenti e 2 gruppi autonomi di artiglieria controaerei, stabilimenti di artiglieria (arsenali, laboratorî, ecc.).

Ogni reggimento di artiglieria è costituito da più gruppi, di 3 batterie ciascuno; mentre la batteria e il gruppo hanno composizione omogenea, sono cioè costituiti di bocche da fuoco della stessa specie, i reggimenti hanno composizione varia, sono cioè costituiti da gruppi di bocche da fuoco di diversa specie, e ciò perché la promiscuità delle caratteristiche del materiale giova a moltiplicare le combinazioni della manovra di fuoco e le occasioni d'intervenire nella battaglia.

Presso i reggimenti di fanteria sono dislocate delle "batterie di accompagnamento" armate di 4 pezzi da 65/17 che, operando tra le file dei fanti, completano l'azione delle maggiori artiglierie retrostanti. Queste batterie sono servite da artiglieri.

Le artiglierie navali (p. 724).

Tipi regolamentari di cannoni navali. - Oltre a quelli già indicati (IV, p. 725, tab.) sono attualmente in servizio o in corso di adozione, nella marina italiana, quelli indicati nella tabella alla colonna seguente. La fabbrica Vickers-Terni della Spezia è stata assorbita dalla nuova società Odero-Terni-Orlando, e i cannoni da essa costruiti hanno la caratteristica O.T.O.

Erosione dei cannoni. - Attualmente per i cannoni di grosso calibro il ritubamento avviene sempre a caldo. Per i cannoni di piccolo calibro si preferisce, anziché cambiare il tubo anima, cambiare addirittura la canna, costituita da un monoblocco avvitato all'anello di culatta. In tal modo la costruzione della bocca da fuoco è resa quanto mai semplice e rapida e quindi poco costosa, perché fatta con acciai di qualità non troppo elevate. Il cambio della canna è realizzato sul posto e in un tempo brevissimo.

Congegni di accensione. - Nelle artiglierie più moderne il sistema di accensione elettrico è stato abbandonato, sia perché era difficile garantire la continuità del circuito elettrico in ogni caso e specie sotto le scosse del tiro, sia perché occorreva mantenere in servizio un duplice sistema di accensione, a percussione per il piccolo calibro (e come riserva di quello elettrico) ed elettrico per il medio e grosso calibro. Si adopera quindi solo quello a percussione. Quando si voglia eseguire il fuoco a distanza, o di più cannoni contemporaneamente, si fa comandare il congegno a percussione di ogni pezzo da un sistema elettro-magnetico di sgancio, costruito in modo da garantire la contemporaneità del funzionamento del congegno in tutti i cannoni che devono far fuoco insieme.

Punteria automatica. - Sulle navi più moderne si è potuto risolvere il problema della punteria a distanza delle artiglierie senza la necessità di un intermediario (puntatore) per ogni pezzo. In una stazione centrale di punteria un organo, comandato da un sistema pendolare o da un sistema girostatico, compensa con continuità, automaticamente e con quasi assoluta precisione, i movimenti oscillatorî della piattaforma dovuti al rollio e beccheggio. I puntatori destinati a quest'organo centrale puntano quindi sul bersaglio, come se la nave su cui si trovano non avesse movimenti oscillatorî. I movimenti comandati dall'organo automatico e quelli comandati dai puntatori si sommano insieme e vengono trasmessi contemporaneamente ai ricevitori di punteria dei pezzi per la punteria centrale a controindice già descritta ed ai motori che manovrano direttamente l'elevazione e la direzione degl'impianti. Appositi sistemi garantiscono che i comandi trasmessi siano ricevuti dai pezzi tutti nello stesso modo e che i pezzi vadano effettivamente all'elevazione e nella direzione volute.

I sistemi di comando elettrico diretto a distanza dei motori delle artiglierie più usati sono di tre tipi: Ward-Leonard; a motovariatore; con metadinamo o pliodinamo. Attualmente i preferiti sono il primo e il terzo. Si fanno però anche esperimenti per l'impiego di motori idraulici con liquido ad alta pressione, ritornando così a concetti già seguiti fino all'inizio del sec. XX e poi abbandonati, ma con applicazioni oggi naturalmente assai più perfette.

Punteria continua e stabilizzazione della piattaforma. - La difficoltà di eseguire la punteria continua e di compensare gli effetti dello sbandamento della piattaforma di posa dei pezzi, aveva consigliato l'impiego del tiro semipreparato a fine rollata in alto, o a punteria preparata all'orizzonte. Sia l'uno sia l'altro metodo, finora usati, hanno dimostrato che, con mare mosso, e con navi lunghe e sottili, e quindi molto soggette ad oscillare, come sono le moderne navi da guerra (comprese le maggiori), si ottenevano risultati non buoni. Si è quindi pensato di ovviare agl'inconvenienti con due sistemi: a) impiegare la punteria effettivamente continua ed automatica; b) montare gl'impianti di artiglieria su piattaforme stabilizzate, in modo che qualunque fosse il moto oscillatorio della nave queste piattaforme restassero sempre praticamente orizzontali. In tal caso i pezzi con i relativi puntatori e serventi venivano a trovarsi nelle stesse condizioni di quelli sistemati a terra.

La seconda soluzione è la più perfetta e la più logica. Essa però, per evidenti ragioni di peso, ingombro e potenza, non può venire adottata per impianti di grosso e medio calibro, o su navi di limitato dislocamento. Sarà perciò preferibilmente usata per l'armamento secondario e contro aerei delle unità di maggiore tonnellaggio.

L'organo stabilizzatore centrale (pendolare o girostatico) comanda elettricamente o idraulicamente a mezzo di appositi motori i movimenti della piattaforma di posa degl'impianti in modo da compensare sia quelli dovuti al beccheggio. sia quelli dovuti al rollio. Il sistema di comando è evidentemente assai simile a quello già descritto per la punteria automatica, ma più semplice. La punteria dei pezzi sistemati su piattaforma stabilizzata sarà come al solito o al controindice o diretta, ma in ogni modo sempre assai facile ed effettivamente continua.

In conclusione, per le navi minori e per le artiglierie di medio e grosso calibro delle navi maggiori si potrà avere la punteria automatica e per le artiglierie di piccolo calibro delle navi maggiori si potrà avere la stabilizzazione della piattaforma di posa degli impianti.

Metodi di tiro. - Oltre al metodo di tiro migliorato è ora in uso anche il metodo di tiro con aggiustamento a scalare, di cui è cenno nell'ultima parte del paragrafo "aggiustamento" (IV, p. 738). Le difficoltà pratiche che si opponevano all'adozione di tale sistema sono ora assai diminuite,e ciò ha reso possibile un'applicazione più vasta del sistema non solo nella marina italiana ma anche presso altre, come la tedesca.

Centrali di tiro. - Le sistemazioni meccanizzate per la condotta del tiro sono oggi diffuse su tutte quelle unità anche sottili, la cui principale funzione sia quella di impiegare il cannone. Esse, oltre a fondarsi sulla variazione di distanza e su quelle di rilevamento, sfruttano anche le indicazioni che possono fornire altri strumenti detti "inclinometri", che determinano direttamente (conoscendo oppure no la lunghezza di una base orizzontale scelta sullo scafo nemico e la sua distanza) l'inclinazione della rotta nemica rispetto alla linea di mira. Oltre a ciò le centrali di tiro meccanizzate introducono automaticamente tutte le correzioni richieste dall'effetto del moto della nave che spara, da quello del vento, dalla densità dell'aria, dalla temperatura dell'esplosivo, dal regime delle polveri, nonché, per i calibri maggiori, dall'effetto della rotazione terrestre, e quindi calcolano, con assoluta esattezza e continuità e con rapidità notevolissima, gli elementi da trasmettersi, sia ai pezzi, sia agli apparecchi di punteria generale, e cioè gli alzi e cursori necessarî per colpire in ogni istante un bersaglio mobile.

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