Anglonormanna, Arte. Sigilli

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Anglonormanna, Arte. Sigilli

T.A. Heslop

SIGILLI

La conquista normanna non comportò modifiche immediate nell'uso dei sigilli in Inghilterra, anche se ben presto ne influenzò l'aspetto.Gli Anglosassoni utilizzavano il sigillo per due tipi di documenti: la lettera privata, che veniva chiusa, e la lettera ufficiale o 'mandato' (writ), derivata dalla prima. Almeno a partire dal regno di Edoardo il Confessore (1043-1066) i writs potevano essere delle patenti con sigillo; ciò implicava che il messaggio potesse essere aperto e letto senza dover rompere il sigillo: esso restava perciò unito al documento come un'autenticazione duratura da mostrare a chiunque mettesse in dubbio la validità del documento stesso. Anche se i 'mandati' erano usati principalmente dal re, dai suoi vescovi, da conti e altri dignitari con autorità di emettere ordini, essi potevano essere utilizzati anche per la notifica di transazioni relative a terreni e proprietà.

Questo sistema fu adottato dai Normanni; subito dopo la conquista, Guglielmo I (1066-1087) ebbe un sigillo simile a quello usato da Edoardo il Confessore, di grandi dimensioni (diametro mm. 80), anch'esso con due facce; tuttavia, mentre il sigillo di Edoardo mostrava su entrambe il re in trono con le insegne del potere (Londra, BL, Campbell Charter XXI.5), quello di Guglielmo riproduceva su una faccia il sovrano a cavallo: si tratta del più antico sigillo conservatosi recante una vera e propria raffigurazione equestre. Questo tipo di sigillo, che su una faccia presenta il re in trono e sull'altra il sovrano effigiato come un guerriero a cavallo, è tra l'altro ancora oggi usato dai monarchi inglesi. Mentre l'origine del tipo inglese con il re in trono può essere ricondotta a prototipi ottoniani dell'inizio del sec. 11°, la figura equestre, con il capo volto frontalmente e il cavallo al passo, ricorda piuttosto un'icona di un santo guerriero bizantino, come per es. s. Giorgio o s. Teodoro. Al tempo dei figli di Guglielmo, Guglielmo II (1087-1100) ed Enrico I (1100-1135), il capo del cavaliere venne girato di profilo e l'armatura indossata non fu più il corto usbergo con l'elmo carolingio, ma l'usbergo lungo fino al ginocchio e l'elmo conico con nasale. Intorno al 1120 l'immagine del re a cavallo è caratterizzata dalla presenza di una spada al posto della lancia. Verso il 1135 lo scudo è divenuto sufficientemente corto da poter essere portato a tracolla piuttosto che appeso al braccio, sul fianco del cavallo.

Il fratellastro di Guglielmo il Conquistatore, Oddone, vescovo di Bayeux e conte di Kent, sul suo sigillo (che, come quello del re, è a due facce) è raffigurato sia come guerriero a cavallo, sia come ecclesiastico: l'immagine equestre è molto simile a quella sul sigillo reale ed è probabile che anche molti dei conti di Guglielmo abbiano adottato questo tipo. Appare evidente il cambiamento rispetto al modo anglosassone di raffigurare la nobiltà laica. Almeno fino agli anni intorno al 1040 i conti e i thanes inglesi avevano sigilli raffiguranti semplicemente un busto di profilo con una spada sul davanti; poiché gli Anglosassoni combattevano a piedi, l'immagine di un cavaliere non avrebbe potuto avere per loro il significato che essa aveva per i Normanni.

La faccia del sigillo su cui Oddone è raffigurato nelle vesti di vescovo si distacca parimenti da quanto si conosce sulle consuetudini precedenti la conquista. L'unico sigillo tardoanglosassone conosciuto con l'immagine di un vescovo è quello di s. Wulfstan di Worcester (1062-1095); il personaggio è raffigurato seduto, con un libro nella mano sinistra e un pastorale nella destra. È verisimile che questa iconografia fosse usuale presso i vescovi inglesi e, probabilmente, anche presso gli abati, prima della conquista. Oddone, al contrario, è rappresentato stante, con il pastorale nella mano sinistra, mentre benedice con la destra. Altri vescovi dell'inizio del periodo normanno, Gundulf di Rochester (1077-1108) e Osbern di Exeter (1072-1103), adottarono lo stesso schema; dato che non ne esistono esempi più antichi, è probabile che il nuovo tipo con il personaggio stante e benedicente sia stato ideato in epoca anglonormanna. La successiva diffusione di questa figura in gran parte dell'Europa indica, come nel caso del sigillo equestre, che i Normanni furono all'avanguardia nella propagazione di tali simboli di autorità.

Anche i sigilli delle dame sembrano modificati nell'iconografia dopo la conquista; benché gli esempi più antichi conservatisi siano tutti di origine monastica, è verisimile che essi siano rappresentativi del tipo di sigillo usato in genere dalle nobildonne anglosassoni. I personaggi non sono a figura intera e i volti sono di profilo; ma il sigillo della regina Matilde, intorno al 1100, mostra un'immagine frontale stante (Durham, Cathedral, Dean and Chapter, I.II. Spec. 23). Verso il 1130, se non prima, la nobiltà femminile sembra aver adottato questo tipo; un bell'esemplare antico fu usato da Matilde di Wallingford, raffigurata con un fiore dal lungo stelo in una mano, dettaglio questo che divenne tipico.Intorno alla metà del sec. 12° anche personaggi di minore importanza possedevano sigilli che rappresentavano la professione del proprietario, per es. un cantiniere o un esattore delle tasse, oppure soggetti stilizzati: un uccello, un altro animale o una pianta. Sigilli di questo tipo dovevano essere usati per le attività commerciali di ogni giorno piuttosto che su documenti importanti, anche questi autenticati da sigilli a partire dalla fine del 12° secolo. A causa del loro uso comune su documenti di scarsa importanza, si sono conservati pochi esemplari del periodo normanno, cosicché nel complesso questi si conoscono meno di quanto non avvenga nel caso dei sigilli delle classi dominanti.

Al pari dei singoli personaggi autorevoli, assai presto anche le istituzioni usarono sigilli. Diversi monasteri e cattedrali continuarono a utilizzare matrici tardoanglosassoni anche dopo la conquista: si trattava di sigilli piccoli (larghi mm. 50) raffiguranti una chiesa. Le legende iniziavano con l'espressione Sigillum ecclesiae ed erano seguite dal nome del santo a cui la chiesa era dedicata e, normalmente, dal nome del luogo. Dopo la conquista, quando si affermarono sigilli più grandi, le immagini dei santi stessi erano più frequenti che non quelle degli edifici. Le raffigurazioni di santi, comuni sui sigilli monastici ed ecclesiastici francesi e tedeschi della metà del sec. 11°, mostravano solo l'immagine del busto; gli anglonormanni, al contrario, preferirono figure intere, occasionalmente sedute ma più frequentemente stanti. Gradualmente le raffigurazioni di personaggi vennero combinate con il tipo più antico che rappresentava una chiesa; si sviluppò così una serie di geniali ibridi in cui il santo era visto all'interno o perfino sulla sommità dell'edificio.Così come la burocrazia governativa anglonormanna giunse, dalle sue origini anglosassoni, a una forma e a una raffinatezza che avrebbe influenzato l'amministrazione di molti paesi dell'Europa medievale, anche i sigilli che i Normanni elaborarono dopo la conquista dell'Inghilterra ebbero ripercussioni fondamentali non solo sugli schemi dei sigilli successivi, ma in genere sull'iconografia della sovranità e dell'autorità.

Bibliografia

T.A.M. Bishop, P. Chaplais, Facsimiles of English Royal Writs to A.D. 1100, Oxford 1957.

T.A. Heslop, English seals from the mid-ninth century to c. 1100, JBAA 133, 1980, pp. 1-6.

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D.C. Cox, T.A. Heslop, An Eleventh-century seal matrix from Evesham, Worcestershire, AntiqJ 64, 1984, 2, p. 396.

J. Cherry, The lead seal matrix of Peter Bishop of Chester, ivi, 65, 1985, 2, pp. 472-473.

v. anche Anglonormanna, Arte. Parte introduttiva

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