Anglonormanna, Arte. Scultura

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Anglonormanna, Arte. Scultura

G. Zarnecki

SCULTURA

Già dai due decenni precedenti la conquista normanna si erano stabiliti stretti legami e reciproci influssi tra la produzione artistica anglosassone e quella normanna sul continente. Tali legami erano stati favoriti dall'ascesa al trono inglese di Edoardo il Confessore (1043-1066), il quale aveva affidato a ecclesiastici francesi numerosi vescovadi e abbazie inglesi.

In questi anni molti libri miniati inglesi furono acquisiti dai monasteri normanni, influenzando la decorazione libraria locale e persino la scultura. È stato riconosciuto già da molto tempo, per es., che alcuni dei capitelli dell'abbazia di Jumièges (Normandia) riflettono i motivi e lo stile della scuola miniatoria detta 'di Winchester' e in questo particolare caso si sa con certezza che Jumièges era in possesso di tali manoscritti, inviati alla propria antica abbazia da Roberto, che vi era stato abate dal 1034 al 1044, prima di essere chiamato in Inghilterra da re Edoardo come consigliere e di diventare poi vescovo di Londra (1044-1051) e successivamente arcivescovo di Canterbury (1051-1052). I capitelli di Jumièges, datati agli anni tra il 1040 e il 1052, possono essere così considerati sotto certi aspetti come i più antichi esempi conservati di scultura anglonormanna.

Tuttavia i capitelli di Jumièges erano per molti versi insoliti in Normandia dove la forma di scultura più diffusa all'epoca della conquista dell'Inghilterra era una vigorosa decorazione dei capitelli sagomati 'a dado' o, più frequentemente, un ornato di lontana ispirazione corinzia con foglie d'acanto semplificate e schematiche e corpose volute angolari. Tali capitelli erano spesso arricchiti con protomi umane o animali, in qualche caso con figure e persino con scene narrative, queste ultime di tipo estremamente elementare. Inoltre era diffuso l'uso di una decorazione geometrica applicata non solo ai capitelli, ma anche agli archi e persino alle superfici murarie interne ed esterne.

Fu questo tipo di scultura che i Normanni adottarono nella loro intensa attività edilizia, senza precedenti nei territori da poco conquistati. Poiché la pietra per molte delle loro costruzioni era importata dalle cave ducali presso Caen (la c.d. pietra di Caen), è verisimile che alcune delle sculture, specialmente i capitelli, fossero lavorate in Normandia; nella maggior parte dei casi, però, l'esecuzione era affidata a maestranze locali. Anche se in Inghilterra si trovano le forme dei capitelli utilizzate in Normandia, per es. i capitelli 'a dado' nella Westminster Hall (Londra, 1090 ca.) o i capitelli corinzi nel castello di Durham (1075 ca.), tuttavia il capitello più diffuso per tutto il periodo romanico in Inghilterra fu quello cubico. Sconosciuto in Normandia prima del 1066, esso fu utilizzato nelle prime strutture erette dai Normanni in Inghilterra (per es. la cattedrale dell'arcivescovo Lanfranco a Canterbury, 1070 ca.). Tali capitelli erano stati senza dubbio introdotti in Inghilterra dalla Germania prima del 1066 e i Normanni li avevano trovati perfettamente adatti a una produzione in serie destinata alle proprie importanti costruzioni in terra inglese.

In molti casi capitelli di questo tipo, in Inghilterra come in Germania, erano semplicemente dipinti, ma ne esistono anche alcuni notevoli esemplari arricchiti con sculture. I più famosi in Inghilterra sono quelli della cripta della cattedrale di Canterbury (1095 ca.), ricostruita sotto l'arcivescovo Anselmo e il priore Ernolfo. Non tutti i capitelli scolpiti della cripta sono però cubici; alcuni sono corinzi e altri 'a dado'. È sintomatico tuttavia che i più antichi capitelli cubici siano decorati con foglie d'acanto derivate dalla scuola anglosassone di Winchester, suggerendo in tal modo l'esistenza di una tradizione in questo tipo di decorazione, tradizione evidentemente anteriore alla conquista normanna dell'Inghilterra. I capitelli piatti su pilastro a Bibury (Gloucestershire) sono gli unici, modesti resti di questo genere di scultura anteriore al 1066. Non tutti i capitelli di Canterbury mostrano questa tendenza retrospettiva, anzi la maggioranza di essi è decorata con motivi derivati dal repertorio delle iniziali istoriate nei contemporanei manoscritti locali. Questi comprendono soggetti grotteschi e comici, così come feroci mostri o elementi vegetali e maschere dal carattere meramente decorativo. La stretta somiglianza tra questi capitelli e i coevi manoscritti di Canterbury porta a concludere che i primi furono scolpiti dagli stessi artisti che decorarono i codici; è probabile anche che gli stessi artisti fossero autori di opere in avorio, legno e metallo.

Il prestigio della cattedrale di Canterbury, chiesa metropolitana di tutta l'Inghilterra, era naturalmente grande e la sua scultura ebbe un seguito in tutto il paese (per es. nell'abbazia di Romsey, Hampshire, nella cattedrale di Worcester, nella cattedrale di Durham). L'uso diffuso del capitello cubico negli edifici anglonormanni dimostra che i Normanni adottarono volentieri le forme artistiche presenti in Inghilterra e, in questo particolare caso, le utilizzarono frequentemente anche in Normandia.Tra le espressioni figurative che i Normanni trovarono in Inghilterra e che erano a loro estranee, oltre ai capitelli cubici, vi era anche la scultura di ispirazione scandinava. I Normanni erano, naturalmente, loro stessi di origine scandinava, ma dopo l'insediamento in Francia e la convinta adesione al cristianesimo avevano abbandonato l'arte pagana della loro antica patria. L'Inghilterra, d'altro canto, non solo era stata interessata da insediamenti scandinavi, ma per un certo tempo era stata governata da re danesi. Naturalmente l'arte dei Vichinghi là insediati era principalmente di carattere scandinavo e molte aree puramente inglesi ne risentirono l'influsso; gradualmente essa iniziò a penetrare nella decorazione anglonormanna.I successivi stili animalistici scandinavi approdarono tutti in Inghilterra, e in realtà in alcuni casi gli esempi inglesi di quegli stili non hanno confronti di pari livello in Scandinavia. L'ultimo di tali stili, quello di Urnes, era in grande voga in Inghilterra all'epoca della conquista e fu questo, alla fine, a essere assimilato dalla scultura a., conferendole un carattere per certi versi esotico. I motivi animalistici, resi nello stile di Urnes, erano utilizzati non solo nelle chiese di campagna, ma anche nelle grandi abbazie e cattedrali, testimoniando l'accettazione generale di questo tipo di arte. Nella grande maggioranza dei casi i motivi usati erano intrecci astratti e animali, ma a questi talora si aggiungevano scene religiose: la più diffusa era quella di s. Michele che combatte con il drago e ciò senza dubbio per la somiglianza tra questa rappresentazione e quella dell'eroe protagonista della saga norrena, Sigurd, che ugualmente uccide un drago. In tutte le immagini inglesi di s. Michele, il santo è rappresentato in forme convenzionali, tipiche dell'età romanica, mentre il corpo del drago assume un aspetto anguiforme, tipico dello stile di Urnes, che si intreccia con elementi vegetali a nastro.

In un campo l'arte a. fu all'avanguardia rispetto a tutta l'Europa occidentale, vale a dire nei temi di narrativa profana. Capolavoro di questo genere artistico è il ricamo di Bayeux (1070 ca.; Bayeux, Tapisserie de Bayeux) con la rappresentazione epica degli eventi che portarono all'invasione normanna dell'Inghilterra e alla vittoria del duca Guglielmo a Hastings nel 1066.I pochi capitelli superstiti dalla Westminster Hall, nel palazzo costruito da re Guglielmo II intorno al 1090, comprendono soggetti quali un assalto a un castello e la favola dell'asino, basata sulla narrazione di Esopo, scene che trovano confronti puntuali nel ricamo di Bayeux. Questa fiorente tradizione di arte profana continuò per tutto il periodo romanico e, anche se i migliori esempi rimasti sono da ricercare nella miniatura, non mancano alcuni notevoli esempi di sculture sia in pietra, sia in legno, sia in avorio.

Durante il sec. 12° la scultura a. divenne più cosmopolita, con l'assorbimento di diversi elementi dalla tradizione plastica di altre regioni, in particolare Germania, Italia e Francia. I contatti artistici dell'Inghilterra con l'impero germanico, ma specialmente con le Fiandre e la regione della Mosa, stretti anche prima della conquista normanna, continuarono a fiorire. Il matrimonio di Matilde, figlia del re Enrico I, con l'imperatore Enrico V comportò un rafforzamento dei rapporti, ma fu il commercio della lana tra l'Inghilterra e le Fiandre ad avvicinare in modo determinante le due regioni. Tra gli esiti di questi legami nel campo dell'arte vi fu l'importazione di manufatti scolpiti quali fonti battesimali, capitelli, colonne e pietre tombali da Tournai (Hainaut, Belgio), dove essi venivano prodotti su larga scala nella pietra nera nota come 'marmo di Tournai'. I contatti con l'Italia, e particolarmente con la Lombardia, si ebbero tramite le maestranze italiane itineranti che, così come in molti altri paesi, cercavano fortuna anche in Inghilterra: si trattava di muratori piuttosto che di lapicidi, che però erano in grado di eseguire anche sculture abbastanza semplici. Erano frequenti inoltre viaggi dall'Inghilterra all'Italia, e soprattutto a Roma per affari ecclesiastici, cosicché la conoscenza delle decorazioni presenti nelle chiese italiane doveva essere molto diffusa. La ricca produzione plastica della Lombardia, precipuamente decorativa, cioè la c.d. corrente comasca, ebbe un'influenza particolare (per es. nei portali delle cattedrali di Durham e di Ely, o nei capitelli della chiesa di St Peter a Northampton), ma anche la scultura di altre regioni italiane lasciò un'impronta sulla scultura architettonica inglese, come nella cattedrale di Lincoln, dove il fregio in facciata (1145 ca.) deve essere stato ispirato dai rilievi della Genesi sulla facciata della cattedrale di Modena, opera di Wiligelmo.

L'influsso più diffuso e duraturo sulla scultura inglese venne tuttavia dalle regioni occidentali della Francia che, dal 1154, erano unite all'Inghilterra sotto il dominio di Enrico II Plantageneto, marito di Eleonora di Aquitania; le relazioni artistiche tra l'Inghilterra e quelle terre risalgono però almeno al quarto decennio del 12° secolo. Il caratteristico metodo di decorazione degli archi con i c.d. conci a raggiera che si era sviluppato nel Poitou e nel Saintonge all'inizio del sec. 12° (per es. Melle, Aulnay) fu entusiasticamente diffuso in tutta l'Inghilterra e, anche quando questo metodo fu abbandonato nella terra d'origine intorno al 1140, esso continuò a essere utilizzato in Inghilterra, fino all'ultimo quarto del secolo. Probabilmente il più antico esemplare di arco a raggiera al di fuori della Francia occidentale è quello nel chiostro dell'abbazia di Reading (1130 ca.), fondata dal re Enrico I nel 1121; il re, morto nel 1135, fu sepolto nel coro della chiesa. Grazie al suo splendore e al rapporto con la casa regnante, Reading divenne un modello per la decorazione delle chiese monastiche e particolarmente dei chiostri (per es. l'abbazia di Hyde a Winchester e la cattedrale di Norwich).

Indipendentemente da Reading, gli archi a raggiera furono usati in gran numero in una prioria dei canonici agostiniani dell'Ordine di S. Vittore di Parigi a Shobdon, nello Herefordshire. Il fondatore di Shobdon aveva compiuto un pellegrinaggio a Santiago de Compostela intorno al 1130, riportandone evidentemente uno scultore, poiché elementi plastici propri di un gran numero di chiese disseminate lungo la via di pellegrinaggio attraverso l'Aquitania, e persino di edifici di Santiago, sono presenti a Shobdon e in altre chiese della regione, evidentemente scolpiti da una squadra capeggiata dal Maestro di Shobdon; tra i prodotti più originali di questa bottega sono da ricordare dei grandi fonti battesimali a forma di calice. In Inghilterra sopravvive un gran numero di esempi romanici di questo tipo di arredo liturgico, molti dei quali mostrano un carattere grossolano, mentre alcuni sono di eccellente qualità e fanno uso di iconografie elaborate (per es. a Southrop). Sono presenti anche notevoli fonti in piombo, metallo di cui, all'epoca, l'Inghilterra era il principale produttore.

Verso il secondo quarto del sec. 12° stili regionali si svilupparono in alcune aree del paese, in particolare nello Yorkshire, nel Kent e nel Northamptonshire.

La distruzione in Inghilterra delle opere d'arte a carattere religioso all'epoca della Riforma e da parte dei Puritani nel sec. 17° cancellò o mutilò gran parte di questa produzione; lo studio della scultura a., perciò, deve basarsi su pochi resti frammentari, fortunosamente conservatisi.

Tra le opere di più alta qualità sono i resti di transenne sulle quali originariamente erano rappresentati grandi cicli narrativi. Si conservano due scene con la storia di Lazzaro su transenne nella cattedrale di Chichester (1125 ca.), due pannelli con quattro scene della vita di Cristo nella cattedrale di Durham (1150-1160) e una scena di Crocifissione dall'abbazia di Barking (1140 ca.). I rilievi di Durham mostrano un forte influsso stilistico bizantino e un'altra scultura, il bello anche se assai rovinato rilievo della Vergine con il Bambino nella cattedrale di York (1154 ca.), è basata senza dubbio su un'opera d'arte bizantina, probabilmente portata dalla Sicilia dall'arcivescovo William Fitzherbert.

Le innovazioni nella decorazione scultorea che interessavano l'architettura dell'Ile-de-France, introdotte dalla nuova facciata dell'abbazia di Saint-Denis (1137-1140), ebbero in Inghilterra un certo impatto superficiale, ma i grandi programmi teologici rappresentati in forma monumentale sui portali delle cattedrali francesi non si conformavano al gusto inglese. Le statue-colonna, forse l'aspetto più caratteristico di tali portali, quando erano usate in Inghilterra si riducevano a una sola coppia. La scultura a. ricercava un effetto decorativo piuttosto che monumentale e, di conseguenza, la decorazione geometrica e le raffigurazioni grottesche erano preferite al complesso simbolismo religioso, alle immagini allegoriche e alla rappresentazione del dogma. L'abbazia di Malmesbury offre uno dei pochi esempi di portali scolpiti rimasti in Inghilterra (1160 ca.), caratterizzato da una elaborata iconografia narrativa in cui la scultura è in scala ridotta e fondato su un'impressione generale di ricchezza piuttosto che su un messaggio teologico. All'interno del portico della chiesa, sui fianchi, sono grandi timpani con figure maestose e possenti di apostoli seduti, mentre sull'ingresso principale è un piccolo timpano con Cristo, incorniciato da vari archi ricoperti da elementi decorativi vegetali e geometrici; una composizione così bizzarra sarebbe stata impensabile nell'Ile-de-France.

Modi analoghi di affrontare la scultura dei portali si ritrovano nella Lady Chapel dell'abbazia di Glastonbury nel Somerset (1185 ca.) che, per le sue piccole dimensioni e la delicatezza di esecuzione, può essere paragonata a un lavoro di oreficeria. Evidentemente, come a Canterbury alla fine del sec. 11°, così anche a Malmesbury e a Glastonbury da sessanta a novanta anni più tardi, artisti attivi nella lavorazione del metallo e dell'avorio e nella pittura vennero frequentemente chiamati a eseguire anche sculture in pietra di una certa importanza.

La scultura di Glastonbury trasfigura il gusto romanico con gli accenti classicistici che sono caratteristici dell'arte dell'Europa occidentale verso la fine del 12° secolo. Le più importanti opere in pietra di quest'epoca sono i frammenti di una recinzione presbiteriale eretta nella cattedrale di Canterbury nel 1180 e le statue a grandezza naturale del capitolo dell'abbazia di St Mary a York (1180-1185). Tracce di policromia indicano che le figure di York erano dipinte a colori vivaci tra cui il blu, il vermiglio e l'oro. Questo stile classicheggiante durò sino al 13° secolo.

A causa di simili radicali distruzioni di parti così importanti dell'arte medievale in Inghilterra, la scultura a. è poco nota e scarsamente apprezzata. La sua intensità risiede nella delicatezza di esecuzione, nell'attenzione per il dettaglio, nell'accentuazione dei valori decorativi, nell'arricchimento della superficie piuttosto che del modellato, nell'espressività che a volte rasenta la caricatura. Soprattutto restano insuperati i vertici da essa raggiunti in fatto di decorazione geometrica e vegetale, trattata con eccezionale inventiva e capacità tecnica.

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v. anche Anglonormanna, Arte. Parte introduttiva

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