SACCHI, Arrigo

Enciclopedia dello Sport (2002)

SACCHI, Arrigo

Alberto Costa

Italia. Fusignano (Ravenna), 1° aprile 1946 • Carriera di allenatore: Fusignano (1973-76), Alfonsine (1976-77), Bellaria (1977-78), Cesena (settore giovanile, 1977-78), supercorso di Coverciano (1978-79), Cesena (settore giovanile, 1979-82), Rimini (1982-83), Fiorentina (settore giovanile, 1983-84), Rimini (1984-85), Parma (1985-87), Milan (1987-91), nazionale italiana (commissario tecnico, ottobre 1991-dicembre 1996), Milan (1996-97), Atlético Madrid (1998-febbraio 1999), Parma (allenatore, gennaio 2001; direttore tecnico, dicembre 2001-02) • Vittorie: 1 Campionato italiano (1987-88), 2 Coppe dei Campioni (1988-89, 1989-90), 2 Coppe Intercontinentali (1989, 1990), 2 Supercoppe Europee (1989, 1990), 1 Supercoppa italiana (1988)

Allenatore del primo Milan di Berlusconi, nel suo quadriennio in rossonero rivoluziona il calcio italiano. Il suo gioco aggressivo si esprime attraverso un pressing cui prendono parte non soltanto centrocampisti e difensori ma pure gli attaccanti. Nell'imporre schemi che desteranno l'ammirazione di tutto il mondo, è agevolato dalla presenza di fuoriclasse assoluti in tutti i settori del campo: Baresi, Maldini, Tassotti, Ancelotti, Donadoni, Gullit, Van Basten e Rijkaard, tanto per citarne alcuni. Contribuendo a cancellare lo stereotipo di un calcio italiano legato soltanto al catenaccio e, dunque, alla difesa a oltranza, ottiene anche risultati concreti: con il Milan vince infatti in Italia e nel mondo. Calciatore modesto, con un fugace passato di difensore nel Baracca Lugo, inizia nel 1973 la carriera di tecnico nella squadretta del suo paese, Fusignano, dividendosi tra la panchina e un ruolo direttivo all'interno della società. Per tre anni continua a lavorare anche nell'azienda paterna di calzature, poi decide di dedicarsi solo al calcio, incominciando ad allenare ad Alfonsine e, successivamente, a Bellaria, in serie D. Dopo un'esperienza nel settore giovanile del Cesena, si iscrive al Supercorso di Coverciano destando l'ammirazione di Italo Allodi, potente manager del calcio di allora, che lo aiuta a fare il salto di qualità al completamento di un altro triennio a Cesena. La sua scalata al successo incomincia così a Rimini, in serie C1, con un intervallo al settore giovanile della Fiorentina, e poi al Parma, con cui ottiene la promozione dalla serie C alla B. Nella stagione 1986-87 riesce a battere per due volte il Milan a San Siro in Coppa Italia: il 3 settembre 1986 con rete di Fontolan e il 25 febbraio 1987 con gol di Bortolazzi. È la scintilla che convince Berlusconi a cambiare, dando vita a un'avventura straordinaria. Lasciato il Milan (ultima partita il 26 maggio 1991, Milan-Parma, 0-0), nell'ottobre 1991 Sacchi viene chiamato dalla Federcalcio ad allenare la nazionale italiana in sostituzione di Azeglio Vicini. Nel suo quinquennio azzurro diventa vicecampione del mondo nel 1994, perdendo ai calci di rigore la finalissima con il Brasile allo stadio Rose Bowl di Pasadena. Abbandona la nazionale all'improvviso, nella notte del 1° dicembre 1996, per correre al capezzale del 'suo' Milan che, in difficoltà, ha deciso di esonerare il tecnico uruguayano Oscar Washington Tabarez. Tuttavia, non sarà un'esperienza positiva: i tempi sono cambiati e i rossoneri si classificano all'undicesimo posto del Campionato. Il suo carisma gli vale la chiamata a Madrid, da parte dell'Atlético, ma il Campionato spagnolo non fa per lui e dopo 22 partite nella Liga, si dimette. Nel gennaio del 2001 accetta di allenare il Parma in sostituzione di Alberto Malesani ma, dopo sole tre presenze in panchina, abbandona l'incarico per problemi di salute. Ritorna a Parma nel dicembre 2001 con un ruolo, quello di direttore tecnico, che gli consente di schivare lo stress del campo.

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