Bòito, Arrigo. - Musicista e poeta italiano (Padova1842 - Milano1918); gli argomenti più macabri e tetri costituiscono l'ossatura della sua lirica (Re Orso, 1865; Libro dei versi, 1877), che insiste quasi sempre su un romantico, disperato conflitto tra bene e male, riconoscendo in sé ora l'angelo, ora la bestia; tali caratteri si ritrovano soprattutto nel B. librettista (La Gioconda di A. Ponchielli, l'Amleto di F. Faccio, il Simon Boccanegra, l'Otello e il Falstaff di G. Verdi, ecc.). L'atteggiamento rivoluzionario, iconoclastico, da poeta "maudit" è spesso solo effetto di melodrammatica amplificazione, tuttavia un tenue ma saldo nucleo poetico basta a farci riconoscere in lui uno dei maggiori esponenti della Scapigliatura milanese. Gli è vicino, per alcuni aspetti, il Praga, ma dai modi di quest'ultimo il Boito - che gli era stato assai vicino negli anni della giovinezza - ben presto si distaccò per seguire strade diverse di vita e di poesia. Importanza il B. ha anche come musicista: dopo aver scritto, con F. Faccio, una cantata, Quattro giugno (1860), e un "mistero", Le sorelle d'Italia (1861), si pose alla composizione del Mefistofele, su libretto proprio, che riportò insuccesso alla Scala (1868), dopo di che B. rielaborò l'opera, presentandola con fortuna a Bologna (1875). Durante la lunga attività librettistica, venne preparando il suo Nerone, del quale pubblicò il testo nel 1901, mentre ne lasciò incompiuta la partitura, poi ultimata da A. Toscanini e rappresentata con buon esito alla Scala (1924). Nella sua musica, in confronto con la poesia, si nota una maggiore semplicità di stesura, in un quadro stilistico assai composito ma non privo di tratti personali e di momenti felici. Il B., specie nel Mefistofele, riesce talvolta, con sostanze e mezzi modesti, a evocare ambienti e a delineare complessi stati d'animo.
Poeta e musicista (Padova 1842 - Milano 1918). Affiancò fin da giovane la passione per la musica a quella per la letteratura. Diplomatosi in composizione al Conservatorio di Milano (1861), dove strinse amicizia con Franco Faccio destinato a diventare uno dei maggiori direttori d’orchestra del tempo, ...
Sebbene nella produzione musicale del Boito, Arrigo non figuri nessun lavoro direttamente ispirato a D., l'influenza dantesca sul musicista fu fortissima. Il nome di D. è citato perciò spesso negli scritti di Boito, Arrigo con termini entusiastici; valga come esempio un brano apparso nel " Giornale ...
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
Nato a Padova il 24 febbr. 1842 da Silvestro e da Giuseppina Radolinska, fu battezzato coi nomi di Enrico Giuseppe Giovanni.
Scarse le notizie sull'infanzia. Dopo un periodo trascorso con la madre a Venezia, dove apprese i rudimenti della musica sotto la guida di A. Buzzolla, seguì al conservatorio ...
Poeta e musicista, nato a Padova il 24 febbraio 1842, morto a Milano il 10 giugno 1918. La madre di lui, contessa Giuseppina Radolinska, polacca, fu abbandonata dal marito cav. Silvestro, miniatore bellunese, con due figlioli grandicelli, BOITO, Arrigo e Camillo (v.), e ottenne per via di supplica una ...
boîte ‹bu̯àt› s. f., fr. [lo stesso etimo dell’ital. bussola; v. anche busta]. – Propr., scatola. Nel linguaggio mondano, boîte de nuit o semplicem. boîte, locale notturno, piccolo ritrovo elegante.