ARRIA

Enciclopedia Italiana (1929)

ARRIA (Arria)

Gaetano Mario Columba

Conosciamo parecchie donne dell'antichità romana che ebbero questo nome. Le più degne di menzione sono le seguenti:

1. Arria maggiore, moglie del senatore Cecina Peto, implicato nella sedizione di Camillo Scriboniano contro l'imperatore Claudio (42 d. C.). Quando il marito fu dalla Dalmazia condotto a Roma, per esservi giudicato, essa lo seguì su di una barca da pescatori, essendole stato impedito di salire sulla stessa nave. Dopo la condanna di Cecina, si piantò, alla presenza di lui, il pugnale in seno, e poi glielo porse, dicendo: Paete, non dolet: parole che gli antichi celebrarono come "immortali e quasi divine". Plinio il giovane narra altri particolari meno conosciuti che testimoniano la fortezza di quella donna. Durante una malattia del marito, essa assistette e seppellì un figlio, senza farne intraveder nulla all'infermo: prima di ricorrere al pugnale, aveva cercato di finir la vita, spaccandosi la testa contro il muro. È noto che il gruppo del Gallo che si uccide presso alla moglie, di villa Ludovisi, fu per lungo tempo riguardato come rappresentante Arria e Peto.

2. Arria minore, figlia della precedente, moglie del senatore Trasea Peto. Dopo che questi fu condannato, voleva, come la madre, morire insieme col marito. Trasea la dissuase, ricordandole la figlia che sarebbe rimasta sola (66 d. C.). Plinio il giovane si gloriava dell'amicizia di Arria, la quale, com'egli fa sapere, fu con la figlia, Fannia, condannata all'esilio, sotto Domiziano, e con essa poi tornò a Roma dopo la morte di quell'imperatore.

3. Arria Fadilla doveva esser nata, al più tardi, intorno al 70, e morì prima del 138. Sposò in prime nozze Aurelio Fulvo, da cui ebbe un figlio, che fu poi l'imperatore Antonino Pio. In seconde nozze sposò Giulio Lupo, da cui ebbe una figlia, Giulia Fadilla. Essa possedeva una fabbrica di ceramiche.

Le due prime Arrie ci sono principalmente fatte conoscere da due epistole di Plinio il giovane (III, 16 e IX, 13). Brevi cenni sono in Dione, LX, 16, e in Tacito, Ann., XI, 34. Della terza Arria si ha notizia nella vita di Antonino Pio, negli Scupt. Historiae Augustae.

Bibl.: E. Klebs, Prosopogr. imp. Rom., I, p. 147 segg., e P. v. Rohden, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., d. class. Altertumswiss., II col. 1259 segg.

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