Arra

Enciclopedia Dantesca (1970)

arra

Federigo Tollemache

. Ricorre una volta in ciascuna delle tre cantiche della Commedia, mai altrove. In senso letterale in Pg XXVIII 93 Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, / fé l'uom buono e a bene, e questo loco / diede per arr' a lui d'etterna pace. Matelda ricorda a D. come Iddio desse al primo uomo il Paradiso terrestre come a. o " caparra " della beatitudine eterna (v. Capitoli della Compagnia di s. Gilio § 18 [Schiaffini, Testi 49] " Et tutti quelli che si faranno scrivere dea ciascuno per arra danari XVIII "). È usato invece in senso traslato in If XV 94 Non è nuova a li orecchi miei tal arra, dove D. adopera il termine per indicare la predizione di Brunetto Latini sul suo futuro, e la confronta con quelle già fattegli da Ciacco e da Farinata; non bene l'intese il Buti come " il patto tra gli uomini e la fortuna " (v. Pagliaro, Ulisse 181-182). In Pd XIX 145 E creder de' ciascun che già, per arra / di questo, Niccosïa e Famagosta / per la lor bestia si lamenti e garra, il malgoverno di Cipro (indicato dalle sue due città principali) è quasi un " anticipo " di quanto soffriranno sotto un altro francese l'Ungheria e la Navarra.