CIBO, Aronne

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CIBO, Aronne (Arano)

Franca Petrucci

Di nobile famiglia genovese, sarebbe, secondo una dubbia tradizione (Staffetti, p. 481), nato a Rodi nell'Egeo, dopo il 1380, da Maurizio e da Saracina Marculla. Inizialmente fu mercante ed ebbe interessi in Spagna.

Inviato dalla Repubblica di Genova a Napoli, probabilmente nel 1438, per scortare un convoglio diretto a Renato d'Angiò, rimase nella città partenopea; ma non è confermata la notizia, fornita dal Candida Gonzaga (p. 1171, secondo cui nel 1438 stesso avrebbe esercitato la carica di viceré dell'Angioino, né quella (Moroni, XIII, p. 122) secondo cui nel 1442 sarebbe stato fatto prigioniero da Alfonso d'Aratona e quindi rilasciato senza aver dovuto versare il riscatto.

Tornato a Genova, il C. fu di nuovo inviato a Napoli nel 1441, come ambasciatore della Repubblica presso il nuovo re, e vi rimase con incarichi di notevole responsabilità.

Alfonso lo creò regio consigliere, presidente della Camera. della Sommaria, supremo organo di controllo dell'amministrazione statale, e, il 13 maggio 1451, anche reggente della Gran Curia dellaVicaria, alta corte di giustizia del Regno, e ciò in compenso dei suoi servigi. In tale veste il 5 luglio 1452 presenziò all'autenticazione di un atto di procura prodotto dai monaci di S. Maria della Ferrara; nello stesso anno esercitava le funzioni di luogotenente del maestro giustiziere di Sicilia.

Nel 1455 il C. si recò a Roma, dove Callisto III lo aveva chiamato a ricoprire l'importante ufficio di senatore, carica allora semestrale ed affidata a personalità non romane; durante l'esercizio della senatoria, il 10 (o il 13) luglio di quell'anno confermò gli statuti dell'arte della lana dell'urbe. Tornato a Napoli, esercitava ancora le sue cariche nel marzo del 1458 (Gentile, p. 18); non sembra dunque confermata la notizia, fornita concordemente da tutti i genealogisti, secondo la quale sarebbe morto nel 1457. Fu seppellito nella cattedrale di Capua.

Il C., che ebbe il titolo di conte palatino, aveva sposato Teodorina De Mari ed ebbe due figli, Maurizio e Giovanni Battista, che avviato alla carriera ecclesiastica, divenne cardinale e poi papa, con il nome di Innocenzo VIII.

Fonti e Bibl.: S. Infessura, Diario della città di Roma, a cura di O. Tommasini, Roma 1890, p. 170; Statuti delle arti dei merciai e della lana di Roma, a cura di E. Stevenson, Roma 1893, p. 239; L. Staffetti, Il libro di ricordi della famiglia Cybo, in Atti della Soc. ligure di storia patria, XXXVIII (1908), pp. 99, 131, 440, 481, 486; G. Caetani, Regesta chartarum, V, San Casciano Val di Pesa 1930, p. 26; P. Lisciandrelli, Trattati e negoziazioni polit. della Repubblica di Genova, in Atti della Soc. ligure di st. patr., n.s., I (1960), p. 145; Il "codice Chigi", un registro della cancelleria di Alfonso I..., a cura di I. Mazzoleni, Napoli 1965, pp. 38 s., 300, 318; F. A. Vitale, Storia diplom. de' senatori di Roma, II, Roma 1791, pp. 429 s.; P. Gentile, Lo Stato napoletano sotto Alfonso I d'Aragona, in Arch. stor. per le prov. napol., n. s., XXIII (1937), P. 18; B. Candida Gonzagá, Mem. delle famiglie nobili delle prov. merid. ..., V, p. 117; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles., XIII, pp. 122 s.

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