FORLANI, Arnaldo

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

FORLANI, Arnaldo

Giovanni Gay

Uomo politico, nato a Pesaro l'8 dicembre 1925. Laureato in giurisprudenza all'università di Urbino, ha ricoperto inizialmente varie cariche periferiche nella Democrazia cristiana, della cui direzione è membro dal 1954.

Legato ad A. Fanfani, fu eletto per la prima volta alla Camera dei deputati nel maggio 1958. Ministro delle Partecipazioni statali nel primo governo Rumor (dicembre 1968) e ministro con incarichi speciali nel secondo governo Rumor (agosto 1969), nell'ambito del convegno di studio sulle Regioni, tenuto a San Ginesio nel settembre 1969, si accordò con la sinistra di C. De Mita, stringendo quel patto ''generazionale'' che aveva come obiettivo di sottrarre al blocco doroteo il controllo del partito. Nel novembre 1969 fu eletto a larghissima maggioranza segretario della DC e mantenne la carica fino al giugno 1973. La sua segreteria fu caratterizzata dalla scelta della ''centralità'' come linea politica della DC, cioè dalla convinzione, mai abbandonata, del ruolo egemone della Democrazia cristiana e della sua radicale diversità dalle ali estreme dello schieramento politico. Al gennaio 1970 risale la stesura del "preambolo" che porta il suo nome e che Rumor introdusse a marzo nel programma del suo terzo governo. L'aspetto politicamente più rilevante del "preambolo Forlani" era il proposito di estendere la formula di centrosinistra a tutte le amministrazioni locali, spingendo il PSI a interrompere in periferia la collaborazione con il PCI.

Nel giugno 1973 un accordo tra Moro e Fanfani, noto come il ''patto di palazzo Giustiniani'' e firmato dai capi di tutte le correnti, determinò la fine della segreteria F. e riportò Fanfani alla guida del partito. Tra il 1974 e il 1979 F. fu ministro della Difesa e poi ministro degli Esteri nei governi di Moro e di Andreotti. Dall'ottobre 1980 al giugno 1981 presiedette un governo quadripartito di centrosinistra, che dové affrontare l'emergenza del terremoto in Irpinia (1980) e i rapimenti di G. D'Urso (1980) e di C. Cirillo (1981). Il governo cadde in seguito allo scandalo della loggia massonica segreta di L. Gelli (detta P2), nel quale furono coinvolti uomini politici, finanzieri e alti vertici militari.

F. è stato anche presidente della DC (marzo 1980-aprile 1982) e vicepresidente del Consiglio nel governo Craxi (agosto 1983-marzo 1987). Nel 1989, a seguito di una redistribuzione del potere all'interno della Democrazia cristiana, determinata dalla volontà di opporsi alla politica di De Mita (segretario del partito e presidente del Consiglio) ritenuta, tra l'altro, eccessivamente aggressiva nei confronti del PSI, si costituì una vasta alleanza di centro comprendente, oltre F., anche G. Andreotti e A. Gava.

La nuova maggioranza elesse F. segretario del partito (febbraio 1989) per le sue riconosciute capacità di mediazione e per i buoni rapporti da lui intrattenuti con il segretario del PSI, B. Craxi. Nonostante ciò, durante il 1990 non si sono attenuati i dissidi fra la maggioranza e la sinistra interna del partito, dissidi che riguardano in modo particolare un'ipotesi di riforma elettorale maggioritaria, sostenuta dalla sinistra interna e particolarmente osteggiata dal Partito socialista.

Dopo la sconfitta della DC nelle elezioni del 5 aprile 1992, F. si dimise, ma accettò poi di rimanere in carica. Presentò di nuovo le dimissioni il 23 maggio per il mancato rispetto delle candidature del partito nelle elezioni del presidente della Repubblica, ma le ritirò in luglio per le difficoltà di trovare un successore. Ha lasciato la segreteria in occasione del Consiglio nazionale del 12 ottobre 1992.

Bibl.: R. Filizzola, Arnaldo Forlani, il grande mediatore, Roma 1990.

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