ARGO

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

ARGO

Marcel Piérart

(IV, p. 267)

La città, con le sue due colline, di cui una, la Larissa, è sormontata dalla cittadella di A. e l'altra, a torto identificata con l'Aspis di cui parla Plutarco, ospitava l'oracolo della Deiras, occupa una posizione centrale nella pianura e costituisce un punto di passaggio obbligato sulla grande via da Corinto a Tegea e a Sparta. A partire dal 2000 a.C., un villaggio − uno degli agglomerati greci più grandi dell'epoca − occupa la sommità e il fianco orientale della più piccola delle due colline. Dopo un'eclissi all'epoca dello splendore di Micene, A. rinasce nel periodo Tardo Elladico III B. Dopo il crollo del mondo miceneo, il sito sembra essere stato occupato da abitati dispersi, che si fondono verso l'800 a.C. Il centro della città si sposta allora verso S, ai piedi del fianco orientale della Larissa, chiamato Prôn.

L'istituzione della democrazia, verso il 460, coincide con la costruzione di un teatro a gradini dritti, trasformato in odeion in età adrianea. Verso il 425 un tempio di Afrodite è innalzato su un luogo di culto arcaico. Il teatro grande è costruito all'epoca del trasferimento ad A. dei giochi Nemei, verso il 300. All'incrocio delle strade principali dell'Argolide, la zona dell'Agor'a si organizza dalla fine del periodo arcaico intorno al santuario di Apollo Licio: verso il 475-450, costruzione di una sala ipostila (pritaneo o sala del consiglio); verso il 425, costruzione di un grande edificio fiancheggiato da portici: più volte rimaneggiato servirà soprattutto da ginnasio. La costruzione da parte di Adriano di un grande acquedotto consente di ornare la città di monumenti idraulici (ninfei; installazione di terme nel ginnasio dell'Agor'a e in un grande heroon con palestra eretto presso il teatro verso l'80 d.C.). Dopo il sacco degli Eruli nel 267 d.C. diversi rimaneggiamenti fatti col minimo di spesa segnano l'ultima fase di utilizzazione pubblica di questo settore: a partire dal 400, abitazioni private, di cui alcune riccamente decorate, s'installano sulle rovine dei monumenti pubblici. Più tardi il centro della città si sposta nuovamente a N, dove lo fisserà definitivamente il piano del conte Giovanni Antonio di Capodistria. Vedi tav. f.t.

Bibl.: Studi d'insieme: R.A. Tomlinson, Argos and the Argolid, Londra 1972; Th. Kelly, A history of Argos to 500 B.C., Minneapolis 1976; A. Foley, The Argolid 800-600 B.C., Göteborg 1988. Monografie: W. Vollgraff, Le sanctuarie d'Apollon Pythéen 'a Argos, Parigi 1956; P. Courbin, La céramique géométrique de l'Argolide, ivi 1966; J. Deshayes, Argos: les fouilles de la Deiras, ivi 1966; R. Ginouvès, Le théâtron à gradins droits et l'odéon d'Argos, ivi 1972; G. Akerström-Hougen, The calendar and hunting mosaics of the Villa of the Falconer in Argos, Stoccolma 1974; P. Courbin, Tombes géométriques d'Argos, Parigi 1974. Raccolte: Etudes Argiennes, in Bull. Corr. Hell., Suppl. vi (1980); Polydipsion Argos, in Atti della tavola rotonda ''Argos de la fin des palais mycéniens i la constitution de l'Etat classique'' (Fribourg 7-9 mai 1987), in corso di stampa, Relazione annuale degli scavi, in Bull. Corr. Hell.

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