AREZZO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

AREZZO (IV, p. 169; App. I, p. 144; App. II, 1, p. 242)

Silvio PICCARDI

Alla data del censimento del 1951 aveva una popolazione residente di 65.511 abitanti (di cui 30.293 nel centro); alla fine del 1958 ne contava 72.107. Nel decennio 1948-58 in conseguenza dell'aumento della popolazione vi è stato un notevole sviluppo topografico. Tale sviluppo si è manifestato specialmente verso Sud-Ovest, oltre la ferrovia Firenze-Roma, dove, in un'area pianeggiante, si è formato il moderno quartiere di Saione. Nell'economia della città ha assunto recentemente una grande importanza l'industria dell'oreficeria, i cui prodotti sono anche, e largamente, esportati all'estero. Così pure le industrie dell'abbigliamento e delle calzature hanno avuto un certo incremento.

La provincia di Arezzo. - La popolazione residente, che all'epoca del censimento del 1951 ammontava a 329.665 abitanti (165.917 maschi e 163.748 femmine), al 31 dicembre 1958 era diminuita a 318.570. Questo regresso demografico è dovuto allo spopolamento in atto nei territorî montani, che costituiscono il 38,6% della superficie della provincia. Il fenomeno è particolarmente accentuato nel Casentino, mentre nelle città e nei centri dotati di importanti attività industriali si osserva invece un continuo aumento della popolazione (Arezzo, Nontevarchi, San Giovanni Valdarno e Sansepolcro). L'agricoltura rimane l'attività prevalente. Nel 1951 la popolazione di età superiore ai dieci anni era distribuita nel modo seguente tra i varî settori economici: agricoltura, caccia e pesca 61,1%, industria 22,3, commercio e servizî varî 7,3, pubblica amministrazione 6,3, trasporti e comunicazioni 2,5, credito e assicurazione 0,5. Nel settore dell'agricoltura va notato lo sviluppo della tabacchicoltura e la scomparsa dell'allevamento del baco da seta. L'industria estrattiva del bacino lignitifero del Valdarno Superiore, dopo un periodo di stasi, ha subìto una radicale trasformazione: la lignite viene ora escavata con mezzi meccanici a cielo aperto e consumata sul posto in una grande centrale termoelettrica (Santa Barbara). Due centrali idroelettriche sono sorte sull'Arno presso Laterina e Levane. Mentre i lanifici del Casentino e i cappellifici del Valdarno hanno attraversato una grave crisi, le industrie delle confezioni e delle calzature si sono sviluppate notevolmente non solamente in Arezzo ma anche in altri centri della provincia. A San Giovanni Valdarno è stato impiantato un grande stabilimento per l'estrazione e la lavorazione degli olî vegetali e dei grassi.

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