Apostrofo

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Segno grafico in forma di virgoletta (’), che nell’ortografia italiana si adopera normalmente per indicare: a) l’elisione di una vocale finale, per es. l’arte; b) l’aferesi di una vocale iniziale seguita da consonante della stessa sillaba, per es. lo ’ngegno, tra ’l sì e ’l no; c) le accorciature dei millesimi, per es. il ’48, il ’400. Può essere inoltre segno di troncamento, ma limitatamente ad alcuni casi: nelle riduzioni del dittongo discendente di voci monosillabe come a’, da ’, de’ e sim., per ai, dai, dei, e negli imperativi da’, fa’, sta’, va’, riduzioni delle forme toscane dai, fai, stai, vai (di fronte alle forme , fa, sta, va); quando il troncamento di un’intera sillaba lascia la parola con terminazione vocalica, come, per es., be’ per bene, di’ per dici, po’ per poco ecc. L’a. non viene segnato quando la caduta di una vocale finale costituisce troncamento e non elisione: un uomo, un angolo ecc.; tal altro e femm. tal altra, qual è, qual era, qual orrore e femm. qual idea; e così ancora nobil uomo, suor Agnese, fin allora e simili.

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