APOLLONIA d'Illiria

Enciclopedia Italiana (1929)

APOLLONIA d'Illiria

Goffredo Bendinelli

Antica città posta sul litorale dell'Illiria meridionale (Albania), oggi monastero di Poiani, tra due fiumi, il Semeni a N. (antico -Apsus) e la Voiussa a S. (antico Aous), in regione acquitrinosa e malarica (il centro moderno più vicino è Fieri). Colonia greca, fu fondata insieme da Corcira e da Corinto nel sec. VI a. C. Da un dono votivo dedicato in Olimpia risulta come la città fosse in lotta coi popoli vicini. Occupata e tenuta da Pirro, come città estrema settentrionale dell'impero epirotico, entrò, dopo la fine di quel sovrano e probabilmente in seguito all'occupazione del porto di Brindisi da parte dei Romani (266 a. C.), in relazioni amichevoli con Roma. Minacciata successivamente nella sua sicurezza da popolazioni barbare illiriche, dedite alla pirateria, nel 299 a. C. Apollonia si dà definitivamente ai Romani, insieme con Corcira ed Epidamno (Durazzo), aprendo le porte alle legioni del console L. Postumio Albino. Il senato romano dichiara quindi Apollonia alleata dei Romani. La sistemazione romana della via militare detta Egnatia, che attraversa la penisola balcanica da Durazzo e Apollonia (Poiani) a Tessalonica (Salonicco), è però posteriore all'annessione della Macedonia (146 a. C.). Nel 48 Apollonia viene occupata da Bruto. Nel 44 a. C. è ricordata come centro di studî di Ottaviano.

L'importanza politica della città risulta dalla sua ricca monetazione, la quale procede ininterrotta dalla metà del sec. V a. C. sino al sec. III d. C., con prevalenza dei tipi e simboli apollinei, essendo Apollo 'Αγυιεύς (dal simbolo dell'obelisco) il protettore della città. Di questa rimangono tuttora avanzi notevoli presso il monastero di Poiani, con il circuito delle robuste mura esattamente identificabile, racchiudente un'area poligonale allungata di circa 1550 metri di lunghezza e 800 di larghezza massima: con tracce di templi, abitazioni private e monumenti sepolcrali. A SE. della città era un ninfeo, sorgente e santuario delle ninfe, celebre nell'antichità (Plinio, Natur. Hist., III, 145).

Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, p. 428; III, i, Torino 1916; pp. 295, 300 seg.; ii, Torino 1917, pp. 405, 407, 418; J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., I, i, Strasburgo 1912; pp. 248, 287 A; III, Berlino 1922, i, p. 292; ii, 178; IV, Berlino 1925-27, passim; Corpus Inscr. Graec., 1829, b, c; Corpus Inscr. Lat., III, p. 117; V. B. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, pp. 314, 416; Hirschfeld, Apollonia, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 111 segg.; Praschniker-Schober, Archäologische Forschungen in Albania u. Montenegro, in Schriften der Balkankommission der Akad. d. Wissensch. Wien, VIII (1919); C. Prachniker, Muzakia und Malaikastra, in Jahreshefte d. Arch. Inst. Wien, XXI-XXII (1922-24), Beiblatt, pp. 5-224; A. Baldacci, Itinerarî albanesi del 1896, Roma 1915; id., Itinerarî albanesi (1892-1902), Roma 1917.

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