Stradivari, Antonio (lat. Antonius Stradivarius). -
VitaLavorò nella bottega di Nicola Amati a Cremona. Nel 1680 acquistò una casa in piazza S. Domenico (oggi piazza
AttivitàFacendo tesoro delle gloriose tradizioni di due scuole, la bresciana e la cremonese, e valendosi del consiglio dei grandi violinisti italiani del tempo, S. nel corso di oltre 75 anni di lavoro, elaborò incessantemente i principî della propria arte, riuscendo ad affermare la propria personalità in tutti gli elementi essenziali (finalizzati alla resa acustica) e anche in quelli secondarî (finalizzati a un continuo perfezionamento estetico) nella costruzione degli strumenti ad arco. Di particolare importanza ai fini della resa del suono il dosaggio dei varî componenti della vernice. Agli strumenti anteriori al 1690 è stato dato l'appellativo di amatizzati perché prossimi allo stile di N. Amati (tipico/">tipico il violino detto Sellire); nel decennio successivo alcuni elementi (dimensioni, colore della vernice) ricordano ancora Amati dal quale però differiscono l'aspetto più robusto e la costruzione del fondo in un solo pezzo anziché due (tipico il violino Hellier). Morto Amati (1684) S., ormai pienamente libero, raggiunse un più caldo tono di vernice e una voce più potente (tipico il violino Spagnolo). È però dal 1690 che si manifesta un intenso periodo di rinnovamento, dai grandi violini dal suono pieno e grave memori di G. P. Maggini (tipico il Toscano), del 1690, a quelli del periodo cosiddetto aureo che va dal 1700 al 1725. Generalmente lo stile si caratterizza ora nelle dimensioni (circa 36 cm), nell'ardito taglio delle esse, nel fondo a due pezzi d'acero, nella vernice variabile tra l'arancione e il bruno rossastro, con riflessi d'ambra, e nella voce di rara brillantezza e intensità (tipici i violini Viotti, Betti, Vieuxtemps, Parke, Boissier, Delfino, Alard, il portentoso Messia, il Medici, il Sasserno, il